Abbiamo letto 30 Giorni – Storia di una schizofrenia, graphic novel che ci conduce nel cono d’ombra della mente umana, quella di Roberto, schizofrenico costretto a convivere con un mondo fatto di lucidi dottori, farmaci, e di poco tempo a disposizione
Potrei dirvi come inizia la storia di Roberto o scegliere di svelarvi come finisce. Ma questa breve incursione in 30 Giorni non finirà così; in realtà non avrà proprio fine.
Potreste decidere di iniziare a conoscere Roberto partendo dalla fine del suo racconto anziché dalla prima pagina.
Roberto non è un personaggio di fantasia. È un uomo in carne e ossa che vive in mondi a noi sconosciuti, varcando archi temporali estranei al nostro raziocinio.
Roberto è schizofrenico. Roberto è matto. E voi state per partecipare a una delle mille versioni che lui ha ideato della sua storia.
30 Giorni – Storia di una schizofrenia è l’opera d’esordio di Fabrizio Gargano, un operaio per necessità, un Artista per vocazione.
Un graphic novel difficile da digerire se divorato di colpo, trattenendo il fiato; una storia che vi sazierà debitamente se vi prenderete il vostro tempo per leggerla. Già. Il tempo. Questo nemico fatale di Roberto e di tutti noi che non ci lascia via di scampo.
Roberto è schizofrenico. Roberto è matto. Faber cantava il Matto di Masters insegnandoci che un a matto neppure la notte lo lascia da solo, gli altri sognan se stessi e tu sogni di loro. E così in 30 Giorni diventa difficile distinguere il sogno dal vero, la lucidità dal delirio; Roberto ci instrada tra i suoi dottori e la sua famiglia, tra le sue sensazioni viziate dai farmaci e momenti di straordinaria follia.
Tratto da una storia tragicamente vera, quella del cognato dell’Autore, 30 Giorni è uno spaccato sulla psicosi dal punto di vista di chi con la malattia è costretto a conviverci rassegnato a non essere compreso. Di chi passa la vita da una terapia ad un’altra, da un TSO all’illusione della libertà.
Roberto è schizofrenico. Roberto è matto e ha bisogno di fuggire.
Gargano si dimostra un abile narratore che sa dosare con un garbo, quasi portato all’estremo, i pensieri del protagonista e lo aiuta a ragionare con scelte stilistiche lucide, sintetiche. Riversa su carta le sensazioni di Roberto, la diffidenza di chi non crede che esistano soluzioni, se non quelle drastiche come farla finita o inventare giustificazioni per l’odio indomabile verso i propri cari. L’Autore manda la pioggia per calmare il suo protagonista o gli concede l’ennesima sigaretta liberandolo dai sensi di colpa. Perché è proprio così, non è colpa di Roberto, l’Autore lo sa e lo protegge.
ALT!, Editore coraggioso e lungimirante, è un’associazione di promozione sociale che diffonde il valore della lettura attraverso l’organizzazione di eventi culturali e la pubblicazione di autoproduzioni. Con 30 Giorni – Storia di una schizofrenia, ALT! ci regala un prezioso momento di riflessione e una splendida lettura che volge lo sguardo all’altro lato della luna, quello buio che dobbiamo trovare il coraggio di affrontare smettendo di voltarci dall’altra parte.
Roberto è schizofrenico. Roberto è matto. Eppure ormai non ne sono così convinta.
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1 Comment
Pacetti Delia
(10 Maggio 2020 - 12:31)Bellissimo questo racconto di Roberto dietro a questa malattia c’è tanta differenza di chi ha la schizofrenia noi famigliari soffriamo con loro non capendo come poterli aiutare .