Abbiamo visto “Transformers – Il Risveglio“, settimo capitolo del franchise basato sulla famosa linea di giocattoli della Hasbro. Queste sono le nostre impressioni
“Squadra che vince non si cambia” dice il detto. Vorremmo riassumere con questo aforismo le motivazioni che hanno portato la produzione di 7 film sui Transformers nell’arco di 16 anni. Sette pellicole basate su una linea di macchinine giocattolo della Hasbro che possono trasformarsi in robot antropomorfi in perenne lotta fra loro in una guerra civile senza fine. Dal (non tanto) lontano 2007, anno dell’uscita del primo film sui Transformers, si sono avvicendati registi del calibro di Michael Bay, Steven Spielberg (come produttore esecutivo), Travis Knight e Steve Caple Jr. supportati da attori importanti quali Shia LeBouf, Megan Fox, John Turturro, Patrick Dempsey, John Malkovich, Stanley Tucci e Anthony Hopkins.
Le sei pellicole precedenti a “Transformers – Il Risveglio” hanno fatturato 4 miliardi e 850 milioni di dollari a fronte di un budget complessivo di 1 miliardo e 107 milioni di dollari. Numeri importanti che certificano un fatto ineluttabile: il franchise cinematografico sui Transformers funziona a discapito di una critica che non ha lesinato stroncature (eloquente il 16% di gradimento raccolto su Rotten Tomatoes da “Transformers – L’ultimo Cavaliere“, quinto capitolo della serie). I primi validissimi film hanno portato alla ribalta Michael Bay e il suo stile caciarone e frenetico, tutto incentrato sull’utilizzo, come se non ci fosse un domani, delle scene d’azione e degli effetti speciali. Questi primissimi capitoli hanno settato lo standard sul quale è stato forgiato l’intero franchise. Format che piace a quella tipologia di pubblico che cerca, da una sala cinematografica, esclusivamente svago intrattenimento. Al netto di qualche eccesso narrativo che, in passato, ha rischiato di affossare il franchise, i film sui Transformers girano sempre su un copione abbastanza consolidato. Funziona e quindi, come dicevamo all’inizio, “Squadra che vince non si cambia“.
“Transformers – Il Risveglio” arriva 5 anni dopo “Bumblebee” (2018), pellicola spin-off che per il franchise rappresenta il prequel del primo film del 2007 e secondo di una trilogia di film che si completerà nel 2024 con “Transformers One“. Come accaduto per “Bulmblebee” anche “Transformers – Il Risveglio” non vede alla regia Michael Bay, il quale però rimane come produttore, mentre Steven Spielberg compare, come di consueto, come produttore esecutivo. La regia de Il Risveglio è affidata a Steve Caple Jr., regista e sceneggiatore statunitense che si è distinto per l’ottimo “Creed II” (2018).
La storia di “Transformers – Il Risveglio” è ambientata 10 anni dopo le vicende di “Bumblebee“. Siamo dunque nel 1994, in un’America che è tutto tranne che la terra delle grandi opportunità. Noah Diaz (interpretato dal bravo Anthony Ramos, attore e cantante canadese di 32 anni) è un giovane di Brooklyn esperto in elettronica militare. Il ragazzo, sebbene dotato di grande talento, fatica a trovare un lavoro. Per poter mantenere la sua famiglia e garantire le cure del fratellino malato, si convince di intraprendere la carriera criminale. Spinto dal suo amico Reek riesce, in maniera goffa, a rubare una Porsche. Non una Porsche qualsiasi ma l’Autobot Mirage. A volte la vita riserva curiose sorprese.
Parallelamente, la storia si sviluppo sul personaggio di Elena Wallace (l’attrice e drammaturga statunitense Dominique Fishback), stagista di un museo archeologico che si ritrova a studiare un antico manufatto che riporta il simbolo Maximal. Il misterioso manufatto rivela al suo interno una parte di una chiave di transcurvatura in grado di abbattere qualsiasi barriera tra la Terra e Cybertron, il pianeta natale degli Autobot. L’attivazione della chiave attira inevitabilmente l’attenzione di Optimus Prime e del suo team di Autobot, che vedono in questa scoperta la possibilità di tornare a casa. Sarebbe tutto meravigliosamente semplice se non fosse che la chiave è anche preda di Unicorn, un terribile parassita spaziale mangia pianeti, e del suo araldo Scourge, un Terrorcorn alla guida di un esercito di droni Predacon: per intenderci, la versione Hasbro un pelino più malvagia di Galactus e il suo araldo Silver Surfer.
Ricapitolando: abbiamo due umani che, loro malgrado, si trovano coinvolti nella guerra tra gli Autobot rimasti sulla Terra e le forze maligne di Unicron. Il motivo del contendere è un prezioso manufatto che garantirebbe agli uni il ritorno a casa e agli altri di conquistare e divorare la Terra. Gli umani da parte loro hanno tutto l’interesse a distruggere il manufatto per salvare la Terra ma questo andrebbe a discapito del desiderio degli Autobot di tornare nel loro pianeta di origine. Sembra complicato, ma è nulla di particolarmente innovativo per il franchise dei Transformers.
La vera e propria novità ed elemento portante di “Transformers – Il Risveglio” è rappresentata dall’introduzione dei potenti Maximal. Quest’ ultimi sono sono simili gli Autobot ma in grado di trasformarsi in animali bio meccanici feroci ma dai tratti civili e nobili. Per chi è appassionato di Transformers, i Maximal non rappresentano una novità assoluta. Questi discendenti degli Autobot (anche loro rimasti intrappolati sulla Terra), sono stati introdotti dalla serie televisiva animata in computer grafica “Rombi di tuono e cieli di fuoco per i Biocombat “(Beast Wars – Transformers) distribuita dalla Hasbro tra il 1995 e il 2000. I Maximal, guidati da Optimus Primal, dovranno unire le forze con gli Autobot capitanati da Optimus Prime per appianare le divergenze di vedute con gli umani, scacciare la minaccia di Unicron e tornare su Cybertron. Pertanto, in “Transformers – Il Risveglio” ritroveremo vecchie e nuove conoscenze quali Optimus Prime (doppiato da Peter Cullen, e chi se non lui ?), Mirage (Pete Davidson), Arcee (Liza Koshy), WheelJack (Cristo Fernàndez), Stratosphere Transit (John DiMaggio) affiancati dal team Maximal composto da Optimus Primal (Autobot in grado di trasformarzi in un gorilla, doppiato da Ron Perlman), Rhinox (un rinoceronte doppiato da David Sobolov), Airazor (un falco pellegrino doppiato nientemeno che da Michelle Yeoh, recente premio Oscar per “Everything Everywhere all at Once“) e Cheetor (un ghepardo doppiato Tongai Chirisa). Alla nutrita squadra di doppiatori si unisce anche Peter Dinklage che presta la voce a Scourge, il cattivo di turno.
Vorremmo cominciare a dare un giudizio su “Transformers – Il Risveglio” partendo dai suoi punti di forza. In primis, sicuramente, non possiamo non citare il comparto tecnico. Gli effetti visivi sono affidati alla Moving Picture Company e Weta FX, diversamente dai film precedenti in cui la Industrial Light & Magic ha curato gli effetti speciali. Il cambio di studio non ha comportato un abbassamento della qualità. Gli effetti visivi e le animazioni sono superlative e reggono perfettamente il ritmo frenetico che una pellicola come questa impone. Anche le location sono altamente suggestive. Il film è ambientato in America e in Perù. In particolare le sequenze girate nel sito inca di Machu Picchu, “quartier generale” dei Maximal, realizzano una commistione di grande effetto tra natura selvaggia, resti storici di un’antica e fascinosa civiltà perduta e il mecha design degli Autobot.
Il comparto tecnico e la fotografia di alto livello riescono a compensare alcuni difetti evidenti. Ci riferiamo, in particolar modo, alla sceneggiatura che, per l’occasione, riunisce un team di autori composto da Joby Harold, Darnell Metayer, Josh Peters, Erich Hoeber e Jon Hoeber. La sinergia di questa squadra di scrittori produce uno script da quinta elementare infarcito da lunghi e stucchevoli spiegoni che ripudiano lo “show don’t tell” e le regole base della buona narrazione. Sul finale, il film diventa eccessivamente derivativo rispetto alle produzioni di Marvel Studios, terra promessa per chi ambisce ad ottenere buoni e sicuri incassi. La dimostrazione di questo aspetto è la scena post credit (oggi nel cinema non sei nessuno se non ha una scena post credit) in cui vengono introdotti elementi interessanti per il prosieguo del franchise dei Transformers…. o forse dovremmo dire per lo sviluppo dell’Hasbro Cinematic Universe.
“Transformers – Il Risveglio” è una pellicola che non sfigura al cospetto di gran parte della recenti produzioni di cinecomics, genere al quale si ispira e sui quali ha l’ardire di affiancarsi in maniera orgogliosa. Qualcuno ha parlato di “cine-toy” riferendosi all’ibridazione che può esserci tra giocattoli e cinema in contrapposizione a quella tra comics e cinema che ha monopolizzato il mondo dell’intrattenimento negli ultimi anni. Generi, tutti questi, che fanno la felicità di gente come Martin Scorsese e di tutti i palati fini, volendo essere ironici senza offendere nessuno. Al netto degli evidenti problemi di scrittura sopra citati, “Transformers – Il Risveglio” è un film solido che riesce perfettamente nell’unico scopo che di prefigge: divertire. Se vi accingerete a prendere posto in sala accompagnati da una bibita fresca e una buona dose di pop corn, senza la pretesa di assistere ad un’opera autoriale (sappiamo come sono finiti tutti i tentativi di rendere autoriale lungometraggi nati per intrattenere) allora lo apprezzerete come lo abbiamo apprezzato noi.
“Transformers – Il Risveglio” è al cinema a partire dal 9 giugno.
Transformers - Il Risveglio
Anthony Ramos: Noah Diaz
Dominique Fishback: Elena Wallace
Lauren Vélez: Breanna Diaz
Dean Scott Vazquez: Kris Diaz
Tobe Nwigwe: Reek
Michael Kelly: Agente Burke
Sarah Stiles: Jillian