Qual è il posto più lontano da Qui? è il nuovo fumetto di Matthew Rosenberg e Tyler Boss edito da Bao Publishing sulle guerre tra bande di adolescenti in un futuro apocalittico. Ecco la nostra recensione, ovviamente senza spoiler
Quanto è difficile crescere e diventare adulti? Tanto. Perché l’adolescenza fondamentalmente è una merda: le insicurezze, la ricerca costante del proprio posto nel mondo, le delusioni, le liti continue con i genitori che non capiscono, e potremmo andare avanti delle ore. I gruppi, cricche o crew (dategli il nome che volete) che si creano con le prime amicizie risultano spesso essere, in età adolescenziale, rapporti più solidi di qualsiasi legame famigliare e la forza del collettivo pare spazzare via qualsiasi problema. Sono gli amici la vera famiglia.
Pensate, quindi, di essere adolescenti in un mondo post-apocalittico vicino al capolinea, dove la maggior parte dei sopravvissuti (pare) siano altri coetanei che, per cavarsela, si uniscono in vere e proprie bande rivali (le Famiglie) che compongono una società dove vigono tre semplici regole: non violare il patto di quartiere sconfinando nelle zone di altre gang, non uccidere nessuno e (soprattutto) non ospitare/nascondere degli adulti (quei pochi rimasti sulla faccia della Terra). E non dimentichiamoci gli Estranei, esseri sinistri e pericolosi che vagano in questo mondo ostile.
Un quadretto niente male quello che hanno dipinto Matthew Rosenberg e Tyler Boss per Qual è il posto più lontano da qui?, la nuova opera teen-drama a metà tra la fantascienza e il mistery, realizzata dallo stesso team creativo di 4 ragazzini entrano in una banca. Protagonista principale è la Famiglia degli Academy, ragazzini che non riescono a stare lontani dai guai ma che darebbero la vita l’uno per l’altro.
Il primo volume, intitolato Perdersi alla fine del Mondo, è stato pubblicato recentemente da Bao Publishing e siamo sicuri che, dopo il successo in patria, diventerà anche qui un piccolo cult tra gli appassionati di fumetti.
Diciamo sin da subito che Rosenberg e Boss non si inventano nulla di nuovo, riproponendo alcuni elementi già visti in opere ben più famose; un mondo post-apocalittico dove il pericolo maggiore sono gli stessi umani, è stato già esplorato appieno da The Walking Dead di Robert Kirkman; la sopravvivenza di alcuni rispetto agli altri (in questo caso i bambini e gli adolescenti sugli adulti) è uno dei temi trattati in Y: The Last Man fumetto di Brian Vaughan, dove però, in quel caso, era la razza maschile a estinguersi con la sopravvivenza del solo sesso femminile. Di storie, invece, con protagonisti bambini/adolescenti possiamo citarne veramente tante; da I Goonies a Stranger Things, il cinema e la televisione hanno spesso (soprattutto negli anni ’80) utilizzato questo filone, anche se Qual’è il posto più lontano da qui? si avvicina molto a The 100, altra serie TV di fantascienza tratta dai romanzi di Kass Morgan, dove in un futuro post-apocalittico l’umanità vive nello spazio e i 100 adolescenti protagonisti vengono inviati sulla Terra scoprendo che non è inospitale come hanno sempre creduto.
E allora perché dovremmo consigliarvi Qual’è il posto più lontano da qui ? se abbiamo a che fare con l’ennesima opera su un futuro distopico? Perché è un ottimo fumetto, ben scritto, su un viaggio on the road appassionante, ricco di azione, dove succede veramente di tutto. Il primo volume di Qual è il posto più lontano da qui? è governato da violenza e cinismo in quantità esagerate, ma che si amalgamano bene alla situazione disagiata e drammatica in cui vivono i protagonisti.
Con Perdersi alla fine del Mondo (sottotitolo del primo libro della serie di Rosenberg e Boss) i due autori cominciano questo viaggio che non sarà per nulla facile per gli Academy, catapultati da una parte all’altra di questo nuovo bizzarro Mondo alla ricerca di uno di loro. Rosenberg e Boss mettono sul piatto diversi misteri, tra cui quello principale: cosa è successo veramente alla Terra e ai suoi abitanti?
A che ora è la fine del Mondo?
L’inizio di Perdersi alla fine del Mondo catapulta il lettore già nel mezzo dell’azione; la famiglia Academy è alla prese con un problema grosso. Qualcuno di loro ha portato in casa un adulto ferito, violando una delle tre regole inossidabili del nuovo ordine mondiale. Questo porta altre bande alla porta di casa degli Academy per ristabilire l’ordine delle cose, ma comincia una dura e sanguinosa battaglia tra Alabama (il capo degli Academy) e i suoi, contro la banda dei Pig, persone in giacca e cravatta con la maschera da maialino. Al termine della battaglia che vede gli Academy difendere il loro territorio, i ragazzi si accorgono di una cosa; l’adulto ferito è sparito e si sono manifestati nei paraggi gli Estranei, esseri lugubri e inquietanti che vivono sulla Terra ma che non si sa da dove arrivino e cosa vogliono. Fanno parte del nuovo ecosistema.
Ma è giusto festeggiare questa piccola vittoria e quindi tra alcool musica e altro, gli Academy si concedono un momento di svago… ma rimarrà solo un singolo (fottuto) momento. Il mattino dopo Sid, ragazza incinta della gang, è scomparsa. È stata rapita? Se ne è andata lei di sua spontanea volontà? Il primo pensiero che viene in mente ad Alabama è che Sid sia stata presa in ostaggio dai Pig. E allora bisogna andare a riprendersela a costo anche di violare tutte le regole necessarie per riportare a casa la loro amica. Il viaggio che porta gli Academy al Market, alla Casa di Nonna ed in altri luoghi molto inquietanti è ricco di imprevisti, scontri con le altre famiglie e violente morti…perché lo abbiamo detto. Questo è un fumetto crudele e pragmatico dove tutto viene vissuto al 100%, con poco spazio per i sentimenti.
Uno stile ‘Tarantiniano’ per una vicenda cinica e crudele
Strutturalmente Qual é il posto più lontano da qui? è un fumetto molto peculiare, che adotta una narrazione particolare, quasi Tarantiniana, fatta di Atti che a loro volta sono suddivisi in capitoli da pochissime pagine (3/4 circa). È sicuramente una metodologia molto interessante e originale, che permette agli autori di poter portare avanti la storia raccontandoci anche contemporaneamente le vicende dei moltissimi personaggi da cui è composto il cast. Su questo stile ritengo doverosa una considerazione personale: ‘lo spezzare’ continuamente la trama saltando da un punto all’altro del racconto potrebbe risultare un’arma a doppio taglio alla lunga. Come è capitato al sottoscritto, dopo la lettura di alcuni capitoli, lo stile dei ‘mini capitoli’ è risultato un po’ troppo abusato, mentre sarebbe stato preferibile, magari, rimpolparli con qualche pagina in più per permettere uno sviluppo più lineare degli eventi, considerato anche il ritmo ad ampio respiro della trama che non prevede pause.
In ogni caso questo non compromette affatto la lettura di Perdersi alla fine del Mondo, volume che risulta molto avvincente e godibile e che pone le basi per un’avventura ricca di spunti per il futuro.
Il mondo creato da Rosenberg e Boss viene già esplorato ampiamente in queste pagine (forse troppo?), così come il rapporto tra i componenti delle bande e le stesse famiglie. Anche se si tratta di gang di minorenni, le coalizioni, le faide e le regole nei vari territori sono gestite come se fossero trattate da adulti senza tanti scrupoli. Come detto non c’è molto spazio per i sentimenti e il mondo in cui vivono gli Academy e gli altri tende a portare i più piccoli a crescere molto velocemente se si vuole sopravvivere. La rappresentazione di queste situazioni, dei suoi interpreti è realizzata molto bene dagli autori che danno origine a un’opera a fumetti veramente drammatica e matura dove, come detto, c’è poco spazio per piangere i morti, ma i rapporti che si sono creati tra i protagonisti appaiono molto solidi e reali agli occhi del lettore.
Poco da dire sulla rappresentazione grafica della trama; tavole semplicemente perfette e adatte a uno stile di storia di fanta-drama come quello di Qual’é il posto più lontano da qui?. L’impaginazione delle vignette e il tratto ricorda lo stile grafico di David Aja nell‘Occhio di Falco scritto da Matt Fraction per Marvel… mica male insomma!
Conclusioni
Per chi ama le storie drammatiche e brutali su un ‘Futuro imperfetto‘ (per citare Peter David e un certo Golia Verde) dove difficilmente c’è (o ci sarà) un lieto fine, consigliamo Qual è il posto più lontano da Qui?
Rosenberg e Boss con Perdersi alla fine del Mondo introducono una trama molto avvincente, fitta di eventi e ricca di personaggi, forse fin troppi e troppo in fretta, adottando uno stile di narrazione sicuramente originale e peculiare che potrà piacere oppure no. In ogni caso ci teniamo a dire che sarà sicuramente una delle migliori serie Bao Publishing del 2023.