Abbiamo visto in anteprima Madame Web, il nuovo film del Sony’s Spider-Man Universe con Dakota Johnson nel ruolo della protagonista. Diciamo che ci ha lasciati piuttosto perplessi
Probabilmente ne avrete già sentito parlare in giro e – altrettanto probabilmente – quello che avrete sentito o letto non sarà stato affatto tenero nei confronti di Madame Web, il cinecomic che in un colpo solo rianbilita tutti quelli che pensavamo ci avessero deluso negli ultimi anni. Il film di S.J. Clarkson, che vede la pur brava Dakota Johnson nel ruolo della protagonista, fa acqua da tutte le parti. Sul serio, faccio davvero fatica a trovare qualcosa che si possa salvare di questo film, al punto che per la prima volta – ve lo confesso – mi sono trovato in forte difficoltà nel dover scrivere questa recensione.
La prima domanda che mi sono chiesto, una volta uscito dalla sala in cui hanno proiettato l’anteprima per la stampa, è stata “Ma gli andava davvero di fare questo film?” ed è una domanda che mi pongo ancora oggi, a 48 ore esatte dalla visione di Madame Web, una pellicola che evidentemente pensavano avrebbe generato anche diversi sequel (e chissà, forse li genererà anche, se andrà bene al botteghino) solo per il fatto di poter essere in qualche modo collegata al mondo di Spider-Man (nome che esplicitamente non viene mai fatto durante tutto il film, ma che aleggia continuamente con richiami piuttosto evidenti).
Senza girarci troppo intorno: se l’idea è quella di costruire un universo cinematografico condiviso composto solo dai villain o dai comprimari dell’Uomo Ragno senza che quest’ultimo sia effettivamente presente, allora sarebbe opportuno avere delle sceneggiature dannatamente forti e convincenti. Prendere dei personaggi legati a doppio filo (di ragnatela) con l’eroe Marvel e metterli in un contesto diverso, pur cercando di mantenerne le peculiarità, poteva anche essere un’idea interessante… se la storia costruita alla base fosse stata talmente buona da sostenere l’idea stessa. Invece, dopo ben tre adattamenti di questo assurdo Sony’s Spider-Man Universe (prima di Madame Web ci sono stati Venom, che comunque è stato un buon successo di pubblico e Morbius, una tragedia sotto ogni punto di vista), possiamo dire in nessuno di questi casi c’è stata una sceneggiatura così forte da permettere ai personaggi di camminare da soli.
Purtroppo, neanche in questo caso. Madame Web è un film che vorrebbe essere tante cose, ma fallisce fondamentalmente in tutto. Non crea un nuovo interesse verso i personaggi proposti, non appassiona, non unisce, ma confonde. È evidente che questo, nelle intenzioni delle stesse persone che hanno scritto Morbius, dovesse essere un vero e proprio prologo per storie che verranno (ma verranno veramente?) e che molte delle cose dette o lasciate intendere più o meno esplicitamente accadranno in futuro, però qui c’è un caos narrativo talmente grande, che forse solo Spider-Man (o una delle tre Spider-Women intraviste nei trailer) avrebbe potuto salvare un film che invece è caduto inesorabilmente dentro una miriade di buchi di sceneggiatura.
Questo film sembra scritto di corsa, con l’ansia di dover uscire subito. In alcuni punti si va veloci, velocissimi, senza perdere troppo tempo per spiegare, perché probabilmente si prende fin troppo alla lettera la massima “show, don’t tell”, che normalmente è il primo comandamento di ogni regista o cineasta. Ma qui si esagera: le cose accadono, spesso e volentieri, senza un vero perché.
Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire, per quanto possibile, la trama (?) di Madame Web:
La storia della Cassandra Web di Dakota Johnson comincia in un altro luogo e in un altro tempo: precisamente in Sud America, Perù, nel passato. Poco prima che lei nascesse. È lì che facciamo la conoscenza della madre di Cassie, una ricercatrice che sta portando avanti diversi studi su alcune specie molto particolari di ragni, che potrebbero nascondere proprietà curative fondamentali per l’essere umano. Quando finalmente riesce a trovare un rarissimo esemplare di aracnide, quello che potrebbe davvero cambiare la storia della medicina, viene assalita dal suo assistente, il quale voleva tenere per sé tutte queste scoperte. Facciamo poi un balzo di trent’anni (grossomodo) e ci ritroviamo nel 2003, anno in cui è ambientato questo film.
Ecco, questo evidentemente per regista e sceneggiatori doveva essere un punto fondamentale per la trama, visto che ogni 5 minuti non fanno altro che ricordarci che siamo nel 2003. Cartelloni pubblicitari, computer, macchine, tutto ci riporta ai primi anni Zero. Cassandra Web è diventata un paramedico che vive e lavora a Manhattan, ha superato le difficoltà di crescere come orfana e ha sviluppato un carattere piuttosto duro e apparentemente sprezzante nei confronti della vita.
In seguito a un incidente piuttosto grave, nel quale per poco non perdeva la vita, Cassie inizia ad avere visioni strane, in molti casi inquietanti, che sembrano anticipare eventi futuri.
Dopo un iniziale smarrimento, Cassandra si rende conto che questa forma di chiaroveggenza le consente di intervenire e cambiare il corso degli eventi. Ed è proprio grazie a questo potere, che riesce a salvare tre ragazze da un misterioso aggressore dotato di abilità tanto incredibili quanto fuori dal comune. Per la donna e le tre ragazze inizia una fuga che le porterà ad affrontare misteri sempre più grandi, che ovviamente coinvolgeranno anche un personaggio determinante nel passato di Cassie.
Ecco, questa è a grandi linee la trama, ovviamente ripulita da spoiler ed eventi che potrebbero rovinarvi la visione. Per quello, ci pensa direttamente il film stesso.
Scherzi a parte, a me non piace fare queste battute, sul serio. Però c’è un limite a tutto, sul serio.
Non si capisce il senso di far uscire un film del genere, pieno di buchi narrativi, con degli effetti speciali degni di un episodio di Buffy l’Ammazzavampiri e dei dialoghi talmente banali che potresti quasi immaginare ogni conversazione del film, tanto sono telefonati. Tra i vari misteri, c’è sicuramente quello di aver dato un costume con tanto di maschera (che ovviamente ricorda Spider-Man, anche se non si può dire) a Ezekiel, che improvvisamente è ricchissimo e in possesso di una tecnologia di riconoscimento facciale rubata alla Nasa. Come, dove e quando, non importa, ovviamente.
Ah, non trattenete troppo il fiato in attesa di vedere in azione le tre Spider-Women. Sì, proprio le tre su cui si è basata tutta la campagna promozionale, quelle su cui sono circolate foto, video, trailer. Ecco, diciamo che tutte le loro sequenze sono presenti proprio nei vari spot. Nel film non c’è molto altro, mi spiace.
Molto interessante come la protagonista passi dall’essere una ragazza ribelle fino a diventare una donna saggia in pieno controllo delle sue nuove abilità. Così, di botto, senza senso.
Ma il vero filo conduttore del film è la paura: no, non che il film spaventi in qualche modo lo spettatore, né tantomeno è un sentimento provato dalle protagoniste. La paura è quasi metatestuale, perché questo film, a differenza di Venom e Morbius, è strettamente collegato con la mitologia di Spider-Man, ma ha seriamente paura a dirlo esplicitamente. Sarò sincero, dopo aver visto per la prima volta il trailer, ero davvero convinto che all’interno del film avrei trovato almeno un cameo dell’Uomo Ragno, perché non solo il legame tra le tre Spider- Women e Peter Parker è davvero fortissimo, ma addirittura quello di Madame Web è totale. Forse, tra tutti, è davvero l’unico personaggio che non può esistere senza il Tessiragnatele.
Basti pensare che è lei, nei fumetti, che introduce Peter Parker a quello che oggi definiremmo “Ragnoverso”, ovvero il multiverso di Spider-Man. Anche il villain scelto per raccontare questa storia, Ezekiel Sims, per un certo periodo è stato davvero importante per introdurre determinate tematiche nella mitologia dell’Uomo Ragno. Qui, invece, è un “cattivo” come tanti, che arriva, spacca tutto e fa la fine che deve fare ogni cattivo.
Madame Web (inteso come film, non come personaggio), ti fa capire di essere nel mondo di UNO Spider-Man (non si sa bene quale), introduce persino personaggi che per lui saranno molto importanti… ma ha paura di andare fino in fondo. Vuole mantenersi sul vago, sulla strizzatina d’occhio, farti capire che sa che tu sai… ma senza affondare il colpo. Un giochetto che all’inizio poteva essere divertente, ma che con il passare dei minuti diventa l’ennesimo esercizio di stile fine a sé stesso.
Peccato, davvero.
Le potenzialità c’erano tutte, il cast e una grande macchina distributiva, anche.
È mancato tutto il resto. Storia, scrittura, coerenza, certo.
Ma quel che è veramente mancato, è stato il cuore.
E la mancanza di cuore, lo spettatore non te la perdona.
Madame Web
Dakota Johnson: Cassandra Webb / Madame Web
Sydney Sweeney: Julia Cornwall / Spider-Woman
Celeste O'Connor: Mattie Franklin / Spider-Woman
Isabela Merced: Anya Corazon / Araña
Tahar Rahim: Ezekiel Sims
Veronica Puccio: Cassandra Webb / Madame Web
Ludovica Bebi: Julia Cornwall / Spider-Woman
Margherita De Risi: Mattie Franklin / Spider-Woman
Vittoria Bartolomei: Anya Corazon / Aranã
Raffaele Carpentieri: Ezekiel Sims
Andrea Lavagnino: O'Neil
Giorgia Brunori: Mary Parker
Massimo Triggiani: Ben Parker
Erica Necci: Amaria
Diego Suarez: Santiago
Giulia Franceschetti: Costance Webb