Se il successo di Indiana Jones e il Quadrante del Destino potrebbe essere in discussione per il pubblico, di sicuro non lo è per i numeri: l’ultimo capitolo della saga, infatti, ha registrato un negativo di circa 130 milioni di dollari. Ecco tutti i dettagli
Di sicuro Indiana Jones e il Quadrante del Destino (di cui potete leggere qui la nostra recensione) è stato un capitolo discusso; l’ennesimo ritorno di una saga che potrebbe aver detto tutto, ma che si ostina a voler trasmettere ancora qualcosa, seppur a corto di idee e originalità.
La critica si è ritrovata spaccata e questo potrebbe aver contrariato Disney; ad aver sicuramente rovinato l’umore ai piani alti, però, sono le perdite esorbitanti che il film porta in dote: secondo Forbes, circa 130 milioni di Dollari.
I conti sono piuttosto semplici da fare. Il costo totale della produzione gravita attorno ai 387.2 milioni, cifra che non è stata nemmeno lontanamente sfiorata dagli incassi al botteghino, che tocca a malapena quota 192 milioni.
Le spese di produzione sono state pesantemente gonfiate dai pesantissimi ritocchi visivi a cui si è ricorso per ringiovanire l’aspetto di Harrison Ford; a occuparsene è stata la Light & Magic VFX, società fondata decenni fa da George Lucas.
Le considerazioni di Forbes sono senz’altro di grande rilevanza, ma non soltanto dal punto di vista economico.
La riflessione, probabilmente, dovrebbe partire da più lontano, come accennato in testa all’articolo. Le grandi case di produzione, Disney in testa, dovrebbero orientare la bussola verso nuove idee di cinema; la tendenza, ancora una volta, pare essere quella di rimettere in scena titoli noti e dal passato roboante, spesso e volentieri con esiti economicamente disastrosi e non sostenibili; il tonfo di Indiana Jones e Il Quadrante del Destino parla chiaro.
Certo, i nostalgici potrebbero avere da ridire, ce ne rendiamo conto, ma spesso e volentieri si è costretti a fare i conti l’amara realtà, quella economica, che pur non interessando direttamente la categoria dello spettatore rappresenta uno degli specchi più veritieri legati all’industria cinematografica.