Su Topolino nn.3572-3573 è arrivata la prima storia in due parti che vede Pippo e Topolino nei panni di due personaggi della letteratura gialla più amati: Pippo Holmes e John H. Topson! Appuntamento al 221B di Ratker Street!
«Quando hai escluso l’assurdo e l’improbabile, ciò che resta… è proprio l’impossibile!», una citazione che suonerà “sbagliata” alle vostre orecchie, pur concedendo qualche licenza poetica e di traduzione. Vero, innegabile. “Sbagliata” se non sapete che a pronunciarla è stato l’infallibile e geniale investigatore Pippo Holmes al suo assistente John H. Topson dopo aver risolto il caso di una Salsa in Rosso!
Se avete acquistato e letto gli ultimi due numeri di Topolino (#3572, impreziosito anche da una copertina variant realizzata ad hoc per il Salone Internazionale del Libro di Torino, e #3573) sapete già di cosa stiamo parlando, altrimenti facciamo chiarezza: sulle pagine del settimanale a fumetti più amato d’Italia ha esordito, in una storia in due parti, una nuova “parodia Disney” dedicata all’investigatore più famoso della letteratura, Sherlock Holmes di Sir Arthur Conan Doyle.
Ad interpretare nella nuova versione disneyana il personaggio è proprio Pippo, affiancato dal fido Topolino nel ruolo del medico e del di lui coinquilino John H. Watson. A scrivere la sceneggiatura della storia, che ricalca ed omaggia il primo romanzo del 1887 “Uno studio in rosso”, Bruno Enna mentre le tavole sono realizzate da Paolo Mottura. Nonostante qualche altra rappresentazione del personaggio sulle pagine del “Topo” (ultima, per esempio, nella saga di Fantomius di Marco Gervasio che pure riprende per il Ladro Gentiluomo alcune trame di Doyle), è la prima volta che i romanzi di Sherlock Holmes trovano una quanto più fedele possibile trasposizione sul Libretto, entrando così, con “Una Salsa in Rosso”, nella categoria delle parodie Disney.
Il filone che omaggia i Classici della Letteratura, del Cinema e della Televisione ha una lunghissima tradizione, iniziata addirittura dal Professore Guido Martina con l’Inferno di Topolino sulle pagine di Topolino #7 del 1949 e che vede proprio in Bruno Enna uno degli autori più impegnati e capaci di trasporre attraverso i Paperi e i Topi le atmosfere, le trame e le tematiche delle opere originali (recuperate, tra le altre ma come esempio più fulgido a parere di chi vi scrive, la “trilogia gotica”: Dracula di Bram Topker, Lo strano caso del dottor Ratkyll e di mister Hyde e Duckenstein di Mary Shelduck). Non sorprende, dunque, che l’autore abbia deciso di occuparsi anche di Sherlock Holmes!
Siamo a Londra, nel 1887. Il Dottor Topson fa ritorno nella sua città natale dopo un lungo girovagare per il mondo e si imbatte in Pippo Holmes come suo coinquilino nel nuovo appartamento al 221B di Ratker Street, di proprietà dell’anziana e pungente signora Hudsdog. Pippo Holmes si presenta come un personaggio ricco di passioni tra le più disparate e apparentemente lontane fra di loro: la botanica, la musica, la scherma. Un personaggio vero e proprio, dall’animo ermetico e la presenza stravagante, eccentrica.
Ben presto, però, Topson comprende quale sia il suo ruolo nel mondo: Holmes è un investigatore privato, consulente non esclusivo (clausola che tiene a sottolineare) di Scotland Yard, con collaborazioni già portate a termine con l’Ispettore Basettstrade, le cui peculiari capacità sono nuovamente richieste sul campo. Il nuovo crimine in questione è l’avvelenamento di un misterioso individuo (e poi un altro) che è rimasto paralizzato – ma respira ancora, per fortuna! – dopo aver mangiato dei vermicelli… col ketchup!
Anche se per la scelta culinaria la vittima sembrerebbe essere il vero colpevole, Holmes inizia ad analizzare la scena del crimine nervosamente eppure con qualche criterio, misterioso agli occhi dei colleghi nella stanza. Topson, d’altro canto, raccoglie prove e testimonianze, facendo il lavoro sporco al posto dell’illustre (?) collega – e del diffidente Smanetson. Il mistero della Salsa in Rosso non sembra essere di poco conto ma soprattutto stimola la curiosità dell’investigatore: così, Pippo Holmes non può non tornare a casa e mettersi al lavoro sfruttando al massimo le proprie conoscenze e sguinzagliando le proprie armi, più o meno segrete.
Riuscirà nell’impresa? Elementare, Topson!
Pippo Holmes: una nuova “parodia”
Il primo caso di Pippo Holmes, al suo esordio su Topolino, ricalca attraverso le dovute e necessarie declinazioni “Disney” quello del suo personaggio-modello, riportando sulle pagine del Libretto una storia che ha segnato la letteratura moderna (e non solo, ispirando successivamente prodotti per il grande e piccolo schermo) del genere giallo. Enna imbastisce una trama che coniuga le dinamiche classiche del genere a quelle tipiche dei suoi interpreti: come da tradizione, infatti, i Paperi e/o Topi protagonisti delle parodie non perdono le loro peculiarità classiche; piuttosto le mettono in gioco anche quando si fanno “attori” di una trasposizione.
La prima e più evidente mossa, dunque, può apparire inizialmente fallace ma si rivelerà nell’economia del racconto assolutamente vincente: in contrasto con i ruoli ormai archetipici all’interno delle storie del settimanale, non è Topolino ad interpretare Sherlock Holmes con Pippo a far da spalla ma proprio il canide assume il ruolo principale (una scelta fatta, come esempio principe, anche da Massimo De Vita nella Saga della Spada di Ghiaccio). Ciò permette allo sceneggiatore di sfruttare l’apparente stravaganza di Pippo come vera chiave di lettura del mondo e così di ritrarre Pippo Holmes come un pensatore divergente e, pertanto, più autentico e sensibile alle situazioni che gli si parano dinnanzi agli occhi.
Pippo e Holmes sono eccentrici, etichettati come “strani” dagli altri per la loro capacità di vedere da un’angolazione diversa le cose e come personaggi di fantasia, dunque, eternamente affascinanti. La scelta di Enna, che non rinuncia comunque alla carica umoristica che Pippo e le sue dinamiche col più razionale Topolino/Topson si porta dietro, risulta efficace e capace di catturare subito il lettore pronto a scoprire come se la caveranno i due in questo nuovo mondo narrativo.
Alle tavole, il tratto cinetico e quasi nervoso di Mottura, con personaggi dalla corporatura affusolata, conferisce tanta dinamicità, pragmatica ed espressiva, al racconto donandogli anche un certo lirismo che ben si sposa con l’ambientazione della sempre nebbiosa Londra.
La Salsa in Rosso è sicuramente un buon esordio per una nuova saga di storie che promette spettacolo, divertimento, umorismo e fedeltà nella trasposizione del materiale originale. Se l’impostazione sembra assurda e improbabile, sicuramente con un personaggio come Pippo Holmes annoiarsi sarà impossibile!