Paolino Paperino è uno dei personaggi dei fumetti, dell’animazione e, più in generale, della cultura pop più conosciuti e amati in tutto il mondo, da fan di tutte le età. Berretto e blusa da marinaio, pieno di debiti, dalle molteplici identità segrete, deve il suo successo a quel carattere irascibile ma amorevole ed altruista che lo avvicina irrimediabilmente all’uomo comune, con i suoi pregi ed i suoi difetti.
Quando si festeggia qualcosa o ci si riunisce per una cena, arriva inevitabilmente il brindisi: quel momento è accompagnato da qualche tipo di celebrazione, a seconda dell’occasione per cui si è lì. Il festeggiato, in senso stretto o lato, si ritrova inondato di affetto e tante belle parole per il traguardo al centro dei festeggiamenti: un compleanno, un matrimonio, una cena di pensionamento.
Quest’anno, anche noi cogliamo l’occasione per fare un brindisi, a modo nostro, per il compleanno di un personaggio dei fumetti, dell’animazione e, più in generale, della cultura pop/(mega)nerd che non possiamo fare a meno di amare: Paolino Paperino!
Blusa e cappellino da marinaio, il papero più famoso del nostro mondo di fantasia spegne la bellezza di 90 candeline e, tra le varie iniziative di casa Disney/Panini Comics, non possiamo proprio esimerci dal partecipare alla festa e celebrare non solo un personaggio iconico ma anche un amico che ci ha reso partecipi delle sue migliaia di (dis)avventure con zii, cugini, nipotini e parentame tutto nel corso degli anni.
Gli esordi di Paperino
Paolino Paperino (Donald Fauntleroy Duck) “nasce” il 9 giugno 1934, data d’esordio del corto animato che trovate su Disney+ “La gallinella saggia“ (The Wise Little Hen), diretto da Wilfred Jackson. Di lì a qualche mese, il corto sarebbe stato trasposto sulle strisce a fumetti delle Silly Symphony, dando vita grazie a Ted Osborne e disegnata da Al Taliaferro all’incarnazione cartacea del papero.
Il nome, stando alla ricostruzione genealogica che Don Rosa fa all’interno della Saga di Paperon de’ Paperoni, è proposto da suo padre Quackmore Duck (figlio di Nonna Papera) a sua madre Ortensia de’ Paperoni (sorella di Paperone), che inizialmente lo rifiuta con veemenza.
Già nella sua prima apparizione si possono vedere i semi di una caratterizzazione che rimarrà insita e diventerà iconica del personaggio: dopo Meo Porcello, Paperino è il vicepresidente del Circolo dei Pigri. Un nome, un programma. Il papero bianco da becco e zampe arancioni, che va in giro col portapiume scoperto ma con blusa (blu o nera) e berretto (blu) da marinaio, è un personaggio che si configura da subito sfaccettato e dalle molteplici caratteristiche che lo hanno reso, ogni volta, tutto da scoprire.
Se, infatti, ripercorrerne la vita editoriale (considerando anche le produzioni animate) sarebbe impossibile, non è altrettanto complicato, seppur non banale, provare a capire perché quei semi caratteriali sono tuttora oggi evidenti e fonte principale di empatia e vicinanza del lettore/spettatore verso questo personaggio di fantasia.
Chiudete gli occhi e pensate a Paperino: non è difficile che vi si figuri in mente il papero a mezz’aria, che agita i pugni e urla «SBARAQUACK!» oppure accigliato, con un sopracciglio più alto dell’altro e le pupille rivolte verso l’alto, col fumo che esce dalle orecchie e bofonchia un sonoro «SGRUNT!».
È quasi fisiologico, dopo novant’anni di produzioni, non pensare a Paperino nella sua indole più viscerale, passionale, iraconda, scontrosa: questione di genetica, secondo Don Rosa, o di educazione e formazione, Paperino ha un carattere indubbiamente fumantino, ribolle molto spesso come una pentola di fagioli fino ad esplodere in rumorose sfuriate verso nipotini, zione e cugini.
D’altronde, noi non possiamo non capirlo: Qui, Quo e Qua nascono come dei piccoli monelli; Zio Paperone ha una lunga lista di debiti su cui far leva per costringere Paperino a partecipare a pericolose cacce al tesoro; Paperoga è quel che è mentre Gastone fa di tutto per rendersi antipatico. Chi è che non reagirebbe come Paperino? Certo, di primo acchito potrebbe sembrare un papero scansafatiche ed inetto, annoiato e – forse – autorassegnato alla propria Sfortuna, eppure la quotidianità di Paperino non è affatto semplice.
La custodia dei nipotini (figli di sua sorella Della) ha comportato sulle sue spalle le responsabilità e le difficoltà tutoriali che a priori, forse, avrebbe rifuggito: eppure, a quei tre monelli – ma come per lo zio, diventati altro ed inspessiti caratterialmente soprattutto dalla nostra scuola Disney negli ultimi anni – vuole bene e, per loro, farebbe di tutto.
Coercitivi o meno, i “ricatti” di Zio Paperone – proprietario della villetta in Via dei Platani dove abitano Paperino e nipotini – trovano terreno fertile nell’animo del nipote, che anche “verso l’alto” ha un profondo senso di appartenenza alla famiglia, nonché un innato spirito avventuriero che, seppur inizialmente sempre controvoglia, lo spinge ad intraprendere le missioni più disparate con e per lo Zione.
D’altro canto, com’è che si dice?! “Parenti serpenti” come controaltari di Paperino: Paperoga – apparentemente folle ma dalla caratterizzazione divergente – che Paperino asseconda nelle sue stramberie ed attività da intraprendere dopo qualche corso per corrispondenza, e Gastone – il “vero” scansafatiche della famiglia -, un personaggio antiparallelo di Paperino, col suo fare strafottente ed andatura impettita, costruiscono un “triangolo della cuginanza” occupando i tre vertici che, molto spesso, collassano l’uno nell’altro, ricreando su carta alcune dinamiche riconoscibilissime della nostra quotidianità.
Senza dimenticare, poi, inevitabile ed fumettisticamente realistica, la relazione con Paperina: una coppia ormai iconica, nei fumetti – italiani e non – e nell’animazione che ha trovato l’equilibrio muovendosi tra due caratteri all’apparenza antipodali ma complementari nei fatti. Dove Paperino è scansafatiche, Paperina è energica e frizzante; dove Paperino è sciatto, Paperina è elegante; dove Paperino è amaca, Paperina è shopping al centro commerciale. Entrambi, però, non rinunciano a coinvolgere l’altro nelle proprie attività, accettando ed assecondando il carattere del partner.
Ecco, forse è proprio dai legami con il cast di personaggi che orbitano intorno a Paperino che riconosciamo in lui noi stessi: Paperino siamo noi, con pregi e difetti, eroi che affrontano la sfida della quotidianità rimanendo fedeli al proprio carattere, alla propria indole, ai propri sentimenti senza aver paura – anche se talvolta con un po’ di reticenza – di mettersi in gioco.
La personalità dalle plurime sfaccettature della caratterizzazione di Paperino hanno fatto sì che il personaggio si prestasse a diversi esperimenti creativi, dai ruoli diversi e diversificati nell’animazione alle interpretazioni nelle parodie Disney (Don Chisciotte, Renzo nei Promessi Paperi, D’Artagnan in Paperino e i tre moschettieri, fino ai più recenti Victor Von Duckenstein in Duckenstein di Mary Shelduck e Paperachille nella Paperiliade), dove ha interpretato un personaggio dei classici della Letteratura, Cinema e TV senza perdere i propri tratti caratteriali tradizionali.
Come se ogni “variazione sul tema” del personaggio volesse esasperare una delle caratteristiche della personalità di Paperino, ecco susseguirsi il Paperino vendicatore/giustiziere/vigilante nei panni di Paperinik (1969); il Paperino sagace ma pasticcione come agente Qu-Qu 7 della P.I.A. (1966); il Paperino astuto e scaltro nello smoking della spia DoubleDuck (2008); il Paperino coraggioso e dal gran cuore armato di scudo Extransformer di PK (1994); il Paperino giocherellone, monello e genuinamente curioso del passato, il Paperino Paperotto di Quack Town (1999).
Ognuna di queste incarnazioni mette al centro una qualche caratteristica particolare ma costituente di Paperino che, anche grazie alla bravura degli sceneggiatori, rimane sempre se stesso combinando qualche pasticcio nelle situazioni più seriose o proponendosi in slanci coraggiosi o empatici o supportivi in altre più da commedia.
Leggere o vedere una storia con Paperino significa trovarci dentro dramma e risate, avventure ed indagini in sfondi che possono variare dalla normalità paperolese, a selvaggi e sperduti scenari di ricerca con lo Zione e i nipotini, fino a futuristiche missioni per la salvezza della città o dell’universo intero. E anche se «quando il gioco si fa duro» lui vorrebbe «essere da un’altra parte», Paperino riesce sempre a regalarci grasse risate ed emozioni più profonde rimanendo se stesso nella sua straordinaria normalità.
Ci permette, in qualche diversa misura per ognuno, di riconoscerci nelle sue storie: perché Paperino è certamente diventato un amico ma è anche un po’ tutti noi, con i suoi pregi e i suoi difetti, che sono anche i nostri.
Allora in alto i calici, è il momento del brindisi: Buon compleanno, Paperino!