Il canto del cigno dei fratelli Hargreeves ci regala un’ultima stagione di The Umbrella Academy ricca di emozioni e rivelazioni sconvolgenti, con un finale non proprio sorprendente, ma sicuramente toccante e degno di nota
Sembra ieri che, sugli schermi di Netflix, facevamo la conoscenza, per la prima volta, di quella che sarebbe divenuta la famiglia di supereroi più disfunzionale e amata di tutta la piattaforma, questo grazie anche al genio e al brillante lavoro dello showrunner Steve Blackman e del suo team che, prendendo spunto dall’omonima serie a fumetti “The Umbrella Academy”, sceneggiata dal frontman dei My Chemical Romance, Gerard Way, e disegnata da Gabriele Bá, in ben cinque anni hanno saputo regalarci un fenomenale adattamento seriale, con al centro una storia che non è fatta solo di superpoteri, missioni al limite dell’impossibile, viaggi nel tempo e situazioni paradossali, ma che va anche oltre, perché se in The Umbrella Academy cerchi un’altra costante oltre all’apocalisse, quella è proprio il concetto di famiglia.
Nonostante qualche rivelazione sia stata disseminata qua e là nel corso delle tre stagioni, il grosso della mitologia di The Umbrella Academy ha continuato a rimanere avvolto nel mistero per tutto questo tempo, lasciandoci, la maggior parte delle volte, con più interrogativi che risposte.
Era inevitabile, dunque, che il gravoso compito di fornire la maggior parte delle spiegazioni alle numerose incognite rimaste in sospeso, nonché di regalare una degna uscita di scena ai fratelli Hargreeves, sarebbe ricaduta sulla quarta e ultima stagione, nella quale, questa volta per davvero, i nostri eroi si giocano il tutto e per tutto, per compiere un ultimo tentativo di salvare il mondo.
The Umbrella Academy – Il gran finale
In quest’ultima stagione, i fratelli Hargreeves sembrano ormai essersi adattati ad una normale vita senza superpoteri, in un mondo costruito a misura di Sir Reginald, dove ciascuno è immerso nella sua quotidianità: Luther fa lo stripper; Allison è ritornata alla recitazione; Viktor ha un bar in Canada; Lila e Diego affrontano giorno per giorno la sfida data dall’essere dei genitori; Klaus, dopo la perdita dei poteri è diventato paranoico e germofobico, Cinque lavora per la CIA e la versione di Ben degli Sparrow ha messo in atto una truffa a livello mondiale che lo ha spedito in carcere.
In ben tre stagioni della serie, l’elemento catalizzatore che ha dato il via, e successivamente portato avanti, le principali vicende che ha visto coinvolti i nostri sette protagonisti, è innegabile sia sempre stato il personaggio di Numero Cinque. Ma questi ultimi episodi cambiano leggermente rotta, mettendo al centro dell’arco narrativo finale delle serie il personaggio di Ben, e inoltre, svelando finalmente la verità sul misterioso “incidente Jennifer”.
Nonostante tutto, però, quando si parla dei fratelli Hargreeves la normalità non va proprio a braccetto con loro e i primi problemi non tardano a manifestarsi nelle vesti della coppia simbolo di questa stagione: il Dottore e la Dottoressa Gene e Jean Thibedeau (Nick Offerman e Megan Mullally), che insieme ad altre persone sembrano avere un’inquietante contezza dei fatti accaduti nelle altre linee temporali e, per questo motivo, sono infatti impegnatissimi nell’acquisire tutta una serie di reperti provenienti dalle altre realtà, proprio allo scopo di suffragare la loro tesi.
I Thibedeau perseguono però un obiettivo molto più oscuro e che va ben oltre il raccogliere cimeli provenienti da altre linee temporali, vale a dire, portare a compimento la leggendaria Catarsi, che dovrebbe spazzare via tutte le linee temporali in eccesso e ripristinare la sola e unica originale.
Diciamo solo che i Thibedeau non erano la minaccia che si prospettava dal trailer, ma sicuramente sono stati la miccia per l’esplosione di una bomba ben più grande.
Dopo che gli Hargreeves riottengono i loro poteri, senza il loro consenso, (e non senza una spintarella da parte del Ben degli Sparrow), i fratelli si ritrovano costretti ad imbarcarsi in una nuova missione per salvare la sopracitata Jennifer, che pare proprio essere la soluzione a tutti i problemi, e non solo quelli che riguardo i piani dei due dottori.
Del resto, non sarebbe una stagione di The Umbrella Academy senza che i sette fratelli abbiano l’ennesimo scontro con un’altra versione di Sir Reginald Hargreeves (Colm Feore), sempre impegnato nel tentativo di portare avanti i suoi nefandi piani, questa volta con ancora più risorse a disposizione e non più da solo, dato che finalmente ha di nuovo al suo fianco Abigail, la moglie che abbiamo visto morire all’inizio dell’episodio finale della prima stagione.
La quarta stagione si differenzia molto nel ritmo, rispetto alle tre precedenti, complice anche il ridimensionamento degli episodi, che per il rush finale sono stati limitati al solo numero di 6, e questo lo si nota proprio nell’urgenza di affrontare i vari temi caldi, senza troppo perdersi in eccessive sottotrame, in alcuni casi non così necessarie, come invece è avvenuto nei tre capitoli precedenti.
In questa stagione i personaggi principali vengono spesso separati, come già accaduto anche in passato, ma questa volta facendo uso di un focus più mirato, che alla fine concede comunque il tempo ad una piccola sottotrama con protagonista Klaus, che per ripagare un vecchio debito si ritrova forzatamente in un ruolo di medium con un risvolto erotico.
Le scioccanti rivelazioni e la minaccia di un’incombente ed ennesima apocalisse sono il marchio di fabbrica di questa serie, ma in questa stagione sono tutti aspetti che vengono trattati in modo sicuramente più concentrato e accelerato.
Questa stagione è anche quella con un tocco di violenza e mostruosità maggiori, tanto che ad un certo punto mi è sembrato, in alcuni momenti, di assistere un po’ ad un incrocio tra The Boys e Stranger Things. Nonostante i momenti di azione siano sicuramente più dosati che in passato, il ritmo e lo stile sono sempre gli stessi e non riescono a non regalare emozioni e a strappare qualche risata.
Del resto, sono proprio i momenti più semplici, ma con una forte caratura sentimentale ad essere il tratto distintivo di questa serie, nonché l’aspetto che ha sempre emozionato di più il pubblico, riuscendo ad amalgamare il tutto e a incastrarlo alla perfezione.
Tutto questo, anche grazie ad un cast stellare, in grado di far leva sull’attenzione e l’affetto del pubblico, grazie alle loro performance, soprattutto nei momenti più intensi.
Ne sono un valido esempio la performance di Elliot Page, che spesso supera quella dei suoi colleghi, portando in scena, con un’esecuzione perfetta, tutta l’ira provata da Viktor in un momento, ma anche la compassione che ha sempre distinto questo personaggio, in altri momenti.
Per non parlare del bellissimo momento vissuto da Cinque e Lila (Aidan Gallagher e Ritu Arya), mentre persi nelle varie linee temporali da loro raggiunte con la metropolitana, che fa da crocevia tra tutte le varie ramificazioni delle linee temperali, si ritrovano a condividere una piccola parentesi di vita di coppia.
Non mi ha minimamente sorpreso che si sia arrivati a questo, sin dalla precedente stagione, si poteva notare una certa chimica tra i due personaggi, una sorta di non detto pronto ad esplodere e che, alla fine, non poteva che sfociare nel classico dramma familiare in perfetto stile Hargreeves.
Alla fine, però, sono proprio questi momenti di crescita emotiva che continuano ad essere il cuore pulsante e la salvezza di The Umbrella Academy.
Questo però non ferma l’amara verità, che non tarda a raggiungere i nostri eroi: le ramificazioni delle linee temporali sono la conseguenza della loro stessa esistenza.
La Marigold diffusa da Sir Reginald e creata dalla moglie Abigail, non sarebbe mai dovuta arrivare nel nostro mondo (visto che peraltro aveva già devastato il loro), né tantomeno dare vita a questi sette ragazzi straordinari.
La loro stessa esistenza ha creato un loop temporale in cui gli Hargreeves si sono ritrovati incastrati, costretti a dover affrontare apocalissi e conseguentemente a salvare il mondo dalle stesse, all’infinito, e l’unico modo per porvi fine è… porre fine alle loro stesse esistenze, fondendosi con la Durango, la versione perversa della Marigold, di cui era portatrice Jennifer e che per prima ha infettato Ben, dando vita alla Catarsi.
Nel finale, tutto viene condensato in una conclusione più che soddisfacente, mentre sulle note di I Think We’re Alone Now di Tiffany, (la canzone che li ha visti riuniti tutti per la prima volta) gli Hargreeves si ritrovano infine tutti in piedi l’uno di fronte all’altro, ridendo e scherzando insieme, per l’ultima volta, mentre vanno incontro alla morte, perché del resto, alla fine di tutto, l’unica cosa che possiamo sperare è morire bene.
Per me è la perfetta analogia con cui poteva concludersi questa serie, in cui alcune cose sembrano destinate a non cambiare mai, ma i fratelli Hargreeves lo hanno certamente fatto e aggiungerei che lo hanno fatto al meglio.
Per questo non ci si può non affezionare a questi personaggi, non tanto per quello che sono in grado di fare, grazie ai loro poteri, ma per quello che sono e vogliono essere, al di là dei loro poteri.
Per la prima volta, sono tutti veramente cresciuti, ciascuno dei personaggi riesce a raggiungere l’apice del suo percorso e succede giusto in tempo per una conclusione intrigante, che ci regala un momento di bellezza in mezzo alla più completa devastazione.
In conclusione, curando le parole di Pogo, che accompagnano gli ultimi momenti dell’episodio finale: “Nell’ottavo giorno dell’agosto 2024 non accadde nulla di insolito o straordinario, si potrebbe dire, che fu semplicemente un giorno normale”.
È proprio così, in questa stagione alla fine non accade poi nulla di così particolare, (salvo le rivelazioni che rispondono alle incognite lasciate in sospeso) né ci lascia un finale inaspettato, per quanto sia toccante, ma è giusto così, un addio adatto per questi personaggi, un finale eccellente che consente di farci un’ultima risata accompagnata da una piccola lacrima, perché alla fine, ognuno di noi potrebbe essere un Umbrella.
The Umbrella Academy 4 - Stagione Finale
Elliot Page: Vanya/Viktor Hargreeves
Tom Hopper: Luther Hargreeves
David Castañeda: Diego Hargreeves
Emmy Raver-Lampman: Allison Hargreeves
Robert Sheehan: Klaus Hargreeves
Aidan Gallagher: Cinque Hargreeves
Mary J. Blige: Cha-Cha
Cameron Britton: Hazel
John Magaro: Leonard Peabody
Adam Godley: Pogo
Colm Feore: Reginald Hargreeves
Justin H. Min: Ben Hargreeves
Ritu Arya: Lila Pitts
Yusuf Gatewood: Raymond Chestnut
Marin Ireland: Sissy Cooper
Kate Walsh: The Handler
Justin Paul Kelly: Harlan Cooper (bambino)
Callum Keith Rennie: Harlan Cooper (anziano)/Lester Pocket
Genesis Rodriguez: Sloane Hargreeves
Britne Oldford: Fei Hargreeves
Jake Epstein: Alphonso Hargreeves
Cazzie David: Jayme Hargreeves
Justin Cornwell: Marcus Hargreeves
Jordan Claire Robbins: Grace Hargreeves