Disney sempre più lontana dal pubblico dei bambini

I dati parlano chiaro: Disney sta perdendo l’attenzione dei bambini. Se si continua così, chi usufruirà in futuro dei loro contenuti?

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I bambini preferiscono YouTube alla Disney. Ecco la pericolosa verità che emerge in modo sempre più eclatante dai dati Nielsen, creando non pochi timori negli Studios di Topolino: se i bambini di oggi non seguono più i loro prodotti, neppure gli adulti di domani lo faranno, creando un vuoto abissale.

Business Insider ha dedicato al tema un interessantissimo articolo, che cerca di ricostruire il percorso che ha portato a questa condizione.

Che la compagnia fosse in difficoltà su più fronti, ormai si sapeva: nel 2022, non ha caso è stato richiamato Bob Iger come CEO, nella speranza di risollevarne le sorti e cancellare i danni di Bob Chapek. Già l’anno successivo, Iger ha cominciato a rimettere in ordine i numeri: ha annunciato delle partnership con Epic Games e Taylor Swift, e l’arrivo di una piattaforma di streaming dedicata allo sport.

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Giocando sull’Eras Tour, il film in esclusiva su Disney+ sulla cantante e il suo tour mondiale, a febbraio Iger aveva annunciato ‘Siamo entrati in una nuova era‘. Tanto era bastato per far risalire le azioni ed evitare la scalata di Nelson Peltz al controllo della compagnia. Ma il successo non è durato a lungo.

Non c’è pace per il ‘povero’ Iger, che deve affrontare la ricerca di un successore, i numeri sempre più deludenti di TV e botteghino, e la cosa più drammatica di tutto: Disney sta perdendo il proprio monopolio sull’attenzione dei bambini.

Il rapporto di Disney con i bambini di ieri, oggi e domani

Noi Millennials siamo cresciuti totalmente immersi nella Disney-cultura (e se questo sia stato un bene o meno, è una questione ancora da definire), e da grandi abbiamo continuato a gravitare intorno al topo con le orecchie a padella. Forse ci fa tornare bambini, e ci rida un po’ di serenità perduta, ma di fatto torniamo sempre là.

Disney Channel è stato, un po’ come MTV, il nostro centro per un bel pezzo; ma non lo è più per l nuove generazioni di bambini. Il canale è passato dall’essere nei primi 10 nel 2014 – con una media di 2 milioni di spettatori al giorno – a un tristissimo 80esimo posto – con soli 132.000 spettatori in media nel 2023.

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Immagine da “The Best Disney Channel Original Movies on Disney+”

I bambini del 2023 preferiscono lo streaming e, cosa ancora più importante, i video brevi: ed ecco come YouTube diventa il re di un regno che un tempo apparteneva ad altri. Secondo una stima Nielsen, i bambini tra i 2 e gli 11 anni trascorrono i due terzi del proprio tempo dedicato alla TV in streaming, preferendo video brevi a episodi completi e film.

Inoltre, secondo i dati condivisi da Disney stessa, nel 2022 oltre il 60% degli abbonati non ha bambini in casa.

Il problema, in fin dei conti, riguarda tutte le compagnie di media di vecchia data, che da anni cercano di competere con giganti del tech come Google e Netflix; ma per Disney, la questione è esistenziale. Se non riesce a riprendersi la Gen Alpha, la Casa di Topolino rischia di perdere la prossima generazione di fan, lasciando a secco tutti gli altri flussi del proprio business – parchi a tema e merchandising, per esempio.

Per oltre un secolo, Disney è stata sinonimo di intrattenimento per bambini, e su quello ha costruito un impero di 185 miliardi di dollari. Ora non è più così, soprattutto perché, come dice Liz Huszarik, una ex top manager di WarnerMedia:

«I bambini di oggi stanno crescendo vedendosi su quelle piattaforme, vedendo altri bambini come loro che creano contenuti.»

Disney ha provato a raggiungerli distribuendo una serie di corti su YouTube, ma di sicuro questa non può essere una soluzione a lungo termine. Un’alternativa potrebbe essere provare a prendersi il pubblico adulto, ma questo amplierebbe notevolmente il campo dei competitor.

L’unica è rifornire il flusso di giovani fan, ma non si tratta di una cosa semplicissima. Al suo primo giro come CEO, Bob Iger ebbe la possibilità di fare grandi acquisizioni: dal 2005 in poi, sono state comprate Pixar, Marvel e Lucasfilm, operazioni che hanno assicurato altre importanti fette di mercato. Oggi non ci sono equivalenti da acquistare per tornare ad affascinare i bambini.

E così, la compagnia che è sopravvissuta alla Grande Depressione, a dei flop pazzeschi, alle critiche sull’ideologia woke e perfino a una battaglia quasi surreale con l’allora governatore della Florida, Ron DeSantis, potrebbe perire perché non è stata in grado di intercettare nuovi bisogni e rinnovarsi come avrebbe dovuto. Sarà davvero la fine?

Fonte: Business Insider


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Claire Bender

Vive con un dodo immaginario e un Jack Russell reale, che di recente si è scoperto essere Sith. Grifondoro suo malgrado, non è mai guarita dagli anni '80. Accumula libri che non riesce a leggere, compra ancora i dvd e non guarda horror perché c'ha paura. MacGyver e Nonna Papera sono i suoi maestri di vita.

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