The Bear 3 – Fare i conti con chi si è (diventati)

Disponibile in 10 episodi da mercoledì 14 agosto su Disney+, la terza stagione della pluripremiata serie TV “The Bear” ci ha riportato nella vita di Carm, Sydney e tutto lo staff e la famiglia del ristorante con una narrazione differente rispetto al passato e che ha guardato (e scavato) proprio nel passato dei protagonisti per farli riflettere sul loro presente e sulle possibilità del futuro.

recensione the bear 3

Nella ristorazione, la terza portata è quella che, anche nel gergo quotidiano, indichiamo con “secondo”, ovvero il piatto che prevede la presenza di carne o pesce, accompagnati da un contorno – solitamente verdure o patate. Anche se nella tradizione italiana non è la più importante, legati come siamo alla pasta e, dunque, al primo, è la portata con la quale – probabilmente – ci concediamo nell’ordinare e gli chef nel preparare qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo, che possa offrire la giusta esperienza culinaria per la quale si abbia voglia di ritornare.

Guardando i dieci nuovi episodi di The Bear, la pluripremiata serie TV (4 Golden Globes, 6 Emmy e 3 SAGA) FX disponibile dallo scorso 14 agosto in Italia su Disney+, chi vi scrive ha avuto la sensazione di trovarsi esattamente di fronte a qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo che gli chef – leggasi i registi, sceneggiatori e produttori – si sono sbizzarriti a cucinare (verbo che ormai sta vivendo di una carica “mematica” esponenziale) per la terza portata – leggasi stagione – del loro menù.

Se la seconda stagione della serie TV (quindi, per continuare con la metafora, il primo piatto) era stata effettivamente quella della “conferma”, perfettamente in linea e rispettosa della tradizione che aveva cavalcato il solco gustativo dell’antipasto, questa terza ha deciso di uscire dai binari prestabiliti – e che a priori lo spettatore avrebbe immaginato di ritrovare – per mostrare qualcosa di diverso, di nuovo, volgendo uno sguardo molto più profondo al passato dei suoi interpreti per farli confrontare con chi siano diventati e proiettarli verso il loro futuro.

L’esplosione nervosa di Carm nel finale della scorsa stagione ha rotto i già fragili equilibri sia all’interno della brigata del neonato The Bear con Richie, sia quelli sentimentali con Claire. L’ambizione e la pressione per far salire di livello il ristorante ha portato lo chef a rinchiudersi nuovamente in se stesso, facendosi terra bruciata intorno, distaccandosi da tutti i suoi amici – ora risistemati nella sola ed asettica dimensione di “colleghi”. Anche Syd si trova messa in disparte e, nonostante gli sforzi di riconnettersi con Carm quantomeno per salvaguardare il futuro e il nome del The Bear, ha difficoltà a far accettare al collega le proprie idee, le intuizioni per il menù, le migliorie che vorrebbe apportare alla linea di lavoro.

Nonostante il clima non proprio idilliaco, Carm continua a chiudersi nella cucina, sperimentando e volendo alzare ancora di più l’asticella, alienandosi da tutte quelle dinamiche che, da buon leader, dovrebbe tenere in considerazione. La nevrotica ambizione del giovane wonder-chef di Chicago lo porta a programmare un menù differente di giorno in giorno per il ristorante, a stilare una lista di “punti non negoziabili” che ogni membro deve rispettare, a sottoporre ogni componente della brigata in cucina e del personale di sala ad una pressione per molti insostenibile con l’obiettivo finale di ottenere la prima stella e mettere il The Bear “sulla mappa”.

Se la dichiarazione di intenti di Carm fa venire l’acquolina in bocca allo spettatore e lascia immaginare possibilità narrative ancora inesplorate, è il processo di avvicinamento a questo traguardo che spariglia le carte delle aspettative sul tavolo.

Gli sceneggiatori Christopher Storter e Joanna Calo, infatti, decidono di subordinare la trama principale ad una lunga e più profonda indagine introspettiva dei protagonisti attraverso dei flashback – in più occasioni, interi episodi -, diretti o indiretti che mostrassero il loro passato, il percorso che li ha portati già in precedenza al The Beef e decomprimendo la storyline principale in favore di una più ampia caratterizzazione.

Così veniamo a conoscenza della storia di Tina – probabilmente il personaggio con più “cuore” di tutta la serie TV -, della formazione di Carm e di come questa si stia riflettendo, oggi, sul suo ruolo di chef capo al The Bear. La narrazione che ne viene fuori ha un ritmo complessivamente più lento rispetto ai precedenti episodi, velocizzato solo “localmente” dai fitti scambi di battute che confermano la bravura degli interpreti e il loro consolidato possesso del ruolo.

Gli eventi “principali” – quelli del presente, per intenderci – si muovono come una fisarmonica: compressi e dilatati a seconda della volontà degli autori di mostrare in una determinata occasione e in un determinato momento della storia stralci dal passato, oppure spostare il focus su un singolo personaggio con un episodio verticale incentrato sulla sua (de)costruzione psicologica.

La terza stagione di The Bear, così, risulta essere declinata dagli autori per rispondere al celebre aforisma di Lessing secondo cui l’attesa del piacere – in questo caso, della recensione per la stella – è essa stessa il piacere. Quella che ne viene fuori, se visto in quest’ottica, allora, è una portata dal gusto incompiuto: ogni boccone (leggasi episodio) fa venir voglia di assaggiarne un altro, lo mangiamo tutto eppure qualcosa non convince appieno con un cliffhanger finale che sì, riesce funzionalmente ad aprire la strada per la prossima stagione senza però mettere il punto a quella appena vista.

the bear 3

The Bear 3 – Che sapore ci ha lasciato?

Di “gusto” incompleto, non di tutto il piatto, è The Bear 3 perché l’impiattamento, la sue estetica è, ancora una volta, ineccepibile: ricercata, simmetrica, nervosa quando necessario, con piani sequenza non troppo lunghi ma sempre caratteristici, la regia di questa terza stagione risulta essere nel complesso – e insieme alla colonna sonora – il punto forte. Forse subisce un po’ il focus della trama, trasformandosi agli occhi dello spettatore in un semplice esercizio di stile egocentrico eppur consolidato che fa sì che il prodotto risulti meno armonico delle precedenti versioni.

La terza di The Bear non può non essere considerata, così come annunciato nel finale, una stagione di transizione: attenzione, però, a considerare questo aspetto come unicamente negativo. Gli ingredienti di questo complesso e stratificato menù svolgono un compito nuovo al suo interno, assemblati per ottenere un risultato diverso per gli spettatori. Conoscere più a fondo il passato dei protagonisti fa luce su alcuni aspetti del loro carattere che vengono estremizzati nelle continue situazioni di stress in cui si ritrovano; provano a spiegare, pur non giustificando sempre in toto, il perché di alcune decisioni e/o le difficoltà che hanno nel prenderle.

Le dinamiche interpersonali vengono rimaneggiate, rimesse in gioco così da poter esplorare attraverso temi sempre centrali della serie TV (la famiglia, il lavoro, lo stress, la salute mentale) nuove possibilità per ogni singolo personaggio, di cui sappiamo qualcosa in più del passato, cerchiamo di comprenderlo nel presente per immaginarcelo nel futuro.

La terza stagione di The Bear è stata inequivocabilmente qualcosa di diverso da ciò che ci aveva abituato, qualcosa di nuovo. Che sia stata una portata che ha soddisfatto appieno i vostri gusti oppure no, non è proprio per questo motivo che andiamo al ristorante?

The Bear, stagione 3

The Bear, stagione 3

Paese: USA
Anno: 2022 - in produzione
Stagioni: 3
Episodi: 26 (8 per la prima, 10 per la seconda e terza)
Durata: 20 - 66 minuti
Ideatore: Christopher Storter
Intepreti e personaggi:
Jeremy Allen White - Carmen "Carmy" Berzatto
Ebon Moss-Bachrach - Richard "Richie" Jerimovich
Ayo Edebiri - Sydney Adamu
Lionel Boyce - Marcus Brooks
Liza Colón-Zayas - Tina Marrero
Abby Elliott - Natalie "Sugar" Rose Berzatto
Matty Matheson - Neil Fak
Dove vederla: Disney+
Voto:

Leggi tutte le nostre recensioni sulle serie TV
Avatar photo

Pier

Instagram Meganerd
Appassionato di scienza e supereroi, divoratore di comics, serie TV e pizza. Ex power ranger wannabe, matematico nella vita, Batman nello spirito. Mentre cerco qualche significato nascosto nelle mie letture, sono già proiettato verso la prossima recensione... Ed oltre!

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *