Per le anteprime MegaNerd, oggi vi portiamo Uncanny X-Men #1, nuova serie di Gail Simone e David Marquez che esplora il significato di essere un X-Man attraverso gli occhi di Rogue e il suo team!
From the Ashes, me lo sentirete ripetere ogni volta, è la nuova iniziativa che vede il rilancio delle X-testate all’indomani del fallimento di Krakoa. Quello che rimane dei mutanti è sparso per il mondo (e non solo), privati della loro casa e della loro nazione. I nuovi X-autori stanno cercando di raccontare le storie dei diversi team che si stanno formando dalle ceneri del sogno di Charles Xavier, che mai come in questo momento pare essere messo in discussione.
I mutanti sono ancora una volta perseguitati e nuove minacce stanno sorgendo all’orizzonte: essere un X-Man al giorno d’oggi è ancora più complicato rispetto al passato. Chiedetelo a Rogue, una delle mutanti più potenti di sempre, protagonista insieme al marito Gambit e a Wolverine di Uncanny X-Men #1, la nuova serie regolare di Gail Simone e David Marquez, uscita da poco negli U.S.A. e che presenta il secondo team di X-Men dell’era post-Krakoa dopo quello capitanato da Ciclope (qui la recensione di X-Men #1 di Jed MacKay e Ryan Stegman).
Il titolo Uncanny X-Men richiama alla mente l’originale serie Marvel nata dalla penna di Stan Lee e dalla matita di Jack Kirby nel lontano 1963, genesi del mito sui mutanti di Xavier e il sogno di quest’ultimo di un mondo dove umani e mutanti possono convivere.
C’era, quindi, da aspettarsi un team creativo di tutto rispetto per la seconda delle testate ammiraglie sugli Uomini-X.
Gail Simone è una sceneggiatrice dalla militanza pluriennale nel mondo dei comics, celebre per il suo lavoro in casa DC, dove si è occupata principalmente delle eroine in costume, da Batgirl a Black Canary sino alla Cacciatrice, ottenendo ottimi risultati e consensi.
David Marquez è un artista dalle doti incredibili che gli hanno permesso di disegnare i più grandi fumetti di supereroi di DC Comics e Marvel ricordato, tra l’altro, per essere stato l’erede di Sara Pichelli su Ultimate Spider-Man/Miles Morales. Ma da quel momento il buon David di strada ne ha fatta eccome.
Se quello di Ciclope appare un team organizzato, energico e motivato, gli X-Men diretti di Rogue sono una squadra composta da grossi calibri, ma al momento ridotta all’osso e non molto convinta di che ‘cosa vuole fare da grande’ dopo gli eventi che hanno visto il tracollo di Krakoa.
Ci sarà piaciuto Uncanny X-Men #1? Continuate a leggere se volete scoprirlo e se non avete paura degli…. SPOILER!!
SPOILER ALERT!!! Uncanny X-Men #1 non è ancora uscito in Italia e quindi quanto segue contiene spoiler su eventi e albi inediti! Io vi ho avvertito “mes amis” (pronunciato con l’accento di Gambit)
Voglio ancora essere un X-Man?
Uncanny X-Men #1 inizia con quello che ha tutta l’aria di essere un preludio a qualcosa di terribile che vedremo prossimamente; la vecchia X-Mansion, casa e base degli X-Men per moltissimo tempo, è in mano alla dott.ssa Corina Ellis e la sua equipe militare che sta trasformando la villa abbandonata di Xavier in una prigione per mutanti! E a quanto pare c’è già un primo ospite pronto a ‘soggiornare’ in quella che con ogni probabilità sarà la Alcatraz di tutti coloro che hanno il gene X.
La scena si sposta a Città del Messico, 24 ore prima, dove Wolverine, Rogue e Gambit si riuniscono per recuperare un secondo Occhio di Agamotto (?) diverso da quello in possesso del Dottor Strange, che è incastonato nel petto di Sadurang, drago gigante visto recentemente sulle pagine dei Savage Avengers. Dopo lo scontro vittorioso con il drago serpente, il piccolo team ragiona su quella che Sadurang ha appena accennato e che si prevede sarà una nuova oscura minaccia: Endling.
Nel frattempo Rogue viene contattata da Ciclope per un’altra missione diversa dal solito, ma non per questo meno importante: raggiungere Nightcrawler per visitare un ragazzo fan degli X-Men in un ospedale del Mississipi. Il giovane paziente ha dei poteri psichici di basso livello ed è un malato terminale, per questo Rogue e Co. hanno il compito di renderlo felice con la loro presenza.
La visita non fa che mandare in estasi il ragazzo che vede i suoi eroi di sempre dal vivo, ma, purtroppo, muore poco dopo annunciando tramite un attacco psichico l’arrivo di Endling e tutti ‘Loro’ (chi siano non viene specificato).
Visti gli ultimi traumatici eventi, i tre eroi decidono di andare in Louisiana e raggiungere dei vecchi amici di Remy per trovare un momento di pace. Ed è qui che Wolverine, Gambit e soprattutto Rogue riflettono su cosa è successo negli ultimi tempi. Krakoa e Xavier non ci sono più. Il sogno di Xavier sembra morto. Ha ancora senso essere X-Men? C’è ancora chi ha bisogno del loro aiuto? Sembra che la risposta arrivi da sola insieme a un gruppo di ragazzini mutanti braccati da un’entità malvagia, che chiede la loro protezione. Forse il sogno di Charles non è ai titoli di coda…
Sindrome da post-Krakoa
In Uncanny X-Men #1 più che in altri albi si ragiona su quello che hanno perso i mutanti con la fine di Krakoa. Tutti gli abitanti dell’isola avevano raggiunto una condizione di vita soddisfacente, diritti e riconoscimenti ma soprattutto una convivenza pacifica con l’uomo. Ora tutto è rimesso in discussione; i mutanti sono di nuovo considerati delle minacce e sono braccati come non mai.
Rogue, la vera protagonista di questo primo albo, pare essere quella più traumatizzata e depressa. Lei è sempre stata una X-Woman. Non si da pace per il nuovo status quo e non sa come affrontare questa situazione in cui gli sembra di aver perso tutto e non sa cosa deve fare.
Wolverine e Gambit cercano di darle supporto, ma al contempo anche loro sono vittime del ‘trauma post-Krakoa’; Logan, come già visto in X-Men di MacKay, pare rassegnato e sconfitto, mentre Remy non ha grandi pretese, se non quello di passare al meglio il tempo con sua moglie.
Tutto l’albo ha un’atmosfera triste e malinconica per colpa delle profonde cicatrici lasciate da Krakoa, dove gli eroi dal gene X stanno cercando di capire se hanno ancora un posto nel nuovo mondo privo di Xavier.
Simone e Marquez ci sorprendono con un ottimo X-esordio
L’autrice statunitense sfodera tutta la sua esperienza nel campo di comics confezionando un inaspettato buon primo numero di Uncanny X-Men. La scelta di concentrarsi su pochi (ma importanti) personaggi, permette alla Simone di sviluppare bene le sue idee e di scavare nella psiche di Wolverine, Gambit e Rogue per mostrare al lettore cosa provano in questo drammatico momento.
Il lavoro più importante lo fa su Anna Marie, frastornata ed emotivamente molto fragile nelle pagine di Uncanny X-Men #1, ma che dimostra di essere una leader forte abbastanza da poter guidare un gruppo con il morale a terra più che mai promettendo di riaccendere la fiamma della speranza anche nei suoi alleati (specialmente in Logan, decisamente cupo e arrendevole).
Ottima la rappresentazione di Gambit, fresco di successo anche al cinema grazie al cameo di Channing Tatum nei panni del prestigiatore mutante in Deadpool & Wolverine, che sfoggia le sue abilità di marito amorevole, combattente dalle doti incredibili quando serve, nonché un abile manipolatore dalla lingua tagliente. Era ora che qualcuno riportasse il cajun tra i mutanti di serie A dandogli il giusto spazio!
Nonostante gli ottimi dialoghi e caratterizzazione dei personaggi, Uncanny X-Men #1 pecca al momento a livello di trama per un semplice fatto: viene messa eccessiva carne al fuoco nelle poche pagine a disposizione e si salta di palo in frasca ogni 4-5 pagine. Tutto ciò risulta disorientante, soprattutto se ci si mette nei panni di un nuovo lettore. Detto ciò, gli spunti e le sottotrame imbastite appaiono al momento le più interessanti del nuovo rilancio (non vedo l’ora di capire come agirà la dott.ssa Ellis e cosa ne sarà della X-Mansion, ma soprattutto… chi è il primo prigioniero?).
Sull’arte di Marquez c’è poco da dire; ottimi disegni e tavole mozzafiato, siano esse pagine di azione o di mero dialogo. Se traspaiono le emozioni dai vari protagonisti di Uncanny X-Men #1, lo si deve anche al lavoro eccelso dell’artista a livello espressivo su ogni personaggio. Dopo un periodo come quello di Krakoa dove i disegnatori cercavano di mantenere uno stile più uniforme e canonico sui vari albi, la direzione intuita sino a qui dalle testate di From the Ashes è quella di dare maggior libertà di espressione ai vari disegnatori… e il risultato è sicuramente stupefacente e apprezzabile.
Conclusioni
Uncanny X-Men #1 si concentra prima di tutto sui personaggi. Rogue, Gambit e Wolverine cercano di far capire al lettore il loro stato d’animo attuale dopo la fine di Krakoa, ma quando è ora di entrare in azione risultano un team abbastanza affiatato. Rogue non vuole fare la leader, ma ne è capace più di altri X-eroi del passato e dovrà farsene una ragione.
La Simone introduce diversi elementi (forse troppi) in maniera un po’ frammentata e sparpagliata, ma le sottotrame sembrano assolutamente interessanti e siamo sicuri che il team di Rogue si allargherà presto, magari con l’ingresso in pianta stabile di Kurt Wagner/ Nightcrawler e di qualcun altro. Marquez, dal canto suo, si sposa perfettamente con la sceneggiatura della scrittrice statunitense e realizza delle ottime tavole, degne di un albo degli X-Men.
Al momento il sogno di Xavier pare in buone mani…