Sospesi, interrotti, destinati a non avere un finale. Ecco la top ten dei manga di cui non è stata scritta la parola fine
È il viaggio, non la meta che conta scriveva T.S. Eliot. Verissimo, ma quando si parla di manga a volte la bile ha la meglio sul nostro essere filosofico e ogni tanto pensandoci ci mangiamo il cappello. Questo accade quando l’interruzione giunge brusca, magari dopo anni di attesa appesi al filo della speranza che qualcosa possa cambiare, che un nuovo capitolo possa ancora uscire o banalmente (siamo persone molto semplice dopotutto) perché pensiamo che a Suzue Miuchi ad esempio importi almeno quanto a noi se Maya riuscirà ad interpretare a modino la Dea Scarlatta, no?.
Di manga noti ai lettori italiani finiti nel limbo ce ne sono a bizzeffe, ma alcuni rappresentano un vero tormento. Questa è una top ten tirata giù di getto, un po’ perché parlarne fa bene al cuore ed un po’ perché vorremmo tanto sapere con cosa vi piace tormentarvi.
Tormentarvi, certo. Perché l’assunto secondo noi giusto da cui partire a ragionare è che alcuni manga senza una fine è bello facciano parte delle nostre vite, anche se incompleti, e poi la speranza dicono sia l’ultima a morire. Pensate ad Hunter x Hunter, a Real oppure a Tokyo Style che dopo anni di silenzio, pian piano, hanno rivisto i loro autori chini sulla scrivania a lavorare.
Let’s Jam cari lettori. Questi sono i manga per cui la redazione piange e si dispera.
10. Nessuno può sostituirti – La morte di Daisuke Sato, sceneggiatore di Highschool of the dead
Chi non ricorda il racconto della difficile sopravvivenza degli studenti della Fujimi High School all’invasione zombie di Tokyo? Il manga sceneggiato da Daisuke Sato e disegnato da Shoji Sato forse sarebbe finito nella mischia dei belli che non ballano ma quando Madhouse si occupò della trasposizione anime esplose come la sua stessa apocalittica invasione. Solo 7 tankōbon portati in Italia da Planet Manga (nel giro di poco esauriti e in vendita a prezzi folli) e poi l’interruzione forzata dovuta ai problemi di salute prima ed alla prematura scomparsa poi di Daisuke Sato. A proposito di una ripresa di Highschool of the dead attraverso il suo disegnatore magari affidando la storia ad altri, Shoji Sato ha sempre dichiarato che il solo pensiero di lavorare senza il suo sceneggiatore lo devasta e che nessuno al mondo potrà ereditare e continuare la sua visione della storia. E noi dopotutto siamo d’accordo con lui.
9. You’re under arrest – L’interruzione di Act-Age dopo l’arresto di Tatsuya Matsuki
Da una parte dispiace perché Act–Age era veramente un manga promettente, i primi (e unici) volumi pubblicati in Italia avevano gettato le basi per un storia avvincente, quella di Kei Yonagi, ragazza che aspirava a recitare e dotata di un incredibile talento naturale. Dall’altra la consegna alla giustizia di chi si macchia del reato di molestie certamente non dispiace, anzi. E questo è quello che, in un’amara sintesi di due righe, accadde nel 2020 allo sceneggiatore di Act-Age Tatsuya Matsuki. In Giappone sono stati pubblicati 12 tankōbon, in Italia 3 da J-POP Manga quando giunse la notizia dell’arresto (poi tramutatosi in una condanna con sospensione condizionale della pena) e della conseguente interruzione immediata della serie decisa e comunicata da Weekly Shonen Jump. A rimetterci ovviamente anche la disegnatrice Shiro Usazaki che di colpo si è trovata privata del suo lavoro di maggior successo.
8. Quanto basta per passare ad altro – L’assenza del finale in Mao Dante di Go Nagai
Comunemente Mao Dante è considerato il precursore di Devilman, l’opera del dio che tutto vede e tutto può Go Nagai. Per i puristi del Maestro, precisiamo che ne è il precursore in senso lato, un getto d’arte breve ma intenso sul conflitto tra bene e male intriso di tragica espressione demoniaca che ritroveremo ampliato e definito in Devilman. In Mao Dante vengono create le fondamenta del parterre demoniaco che affollerà Devilman. Mao Dante è la storia drammatica di Ryo Utsugi, ragazzo dal destino nefasto che vorrà per lui la fusione con il potentissimo demone Dante, essenza stessa di Giuda Iscariota pronto a scatenare una guerra totale contro l’umanità. Come finisce non è dato saperlo ma Go Nagai ha sempre dichiarato che se l’avesse concluso avrebbe certamente optato per l’estinzione della razza umana. Nel 2002 il Maestro Nagai diede vita a Shin Mao Dante, remake del manga interrotto che a differenza del primo una fine ce l’ha. Tuttavia la rielaborazione sostanziale dell’opera e un finale frettoloso di soli dieci pagine possono considerarsi la conclusione della prima? Secondo noi la risposta è no.
7. L’opera disgraziata – La sospensione a data da destinarsi di Bastard!! – Heavy Metal, Dark Fantasy
Era il lontano 1988 quando vide la luce Bastard!! – Heavy Metal, Dark Fantasy, uno dei manga dark fantasy più belli e spacconi di sempre. Come si conclude la storia di Dark Schneider è la domanda croce di migliaia di lettori italiani che hanno visto l’opera dissolversi dalle uscite della Planet Manga nel lontano 2010, ultimo anno in cui abbiamo avuto notizie circa il lavoro di Kazushi Hagiwara. Fino al 2013, anno della pubblicazione della complete edition, eravamo convinti che una nuova fantasmagorica edizione volesse dire nuovi capitoli in arrivo. E ovviamente non andò così. Il motivo della sospensione? Non si sa. I primi anni il titolo subì molti cambi rivista ma a parte questo non sappiamo nulla e siamo tristemente rassegnati a non concludere mai la storia dello stregone più spudorato che ha incrociato il nostro percorso.
6. Se ti trovano nell’appartamento sbagliato fai la fine di X delle CLAMP
Tra i lavori del collettivo CLAMP giunti in Italia uno dei più celebri (e belli) è certamente X, manga che ha goduto di diverse edizioni dal 1997 in poi, da ultimo quella targata J-POP Manga. Ricordiamo quando l’ultima edizione venne annunciata, era il 2010 o giù di lì e le informazioni non erano precise e in tempo reale come oggi. Molti di noi credettero che nuova edizione volesse dire leggere finalmente la conclusione della storia di Kamui Shiro. Non sapevamo al contrario che la Kadokawa Shoten avesse deciso di non pubblicare il finale dell’opera perché considerato troppo violento e della tempesta di reclami arrivati alle CLAMP da parte dei lettori per gli eventi catastrofici presenti nel manga e accaduti nella realtà (tsunami, terremoti e via discorrendo). All’inizio se la cavarono con queste spiegazioni. Poi si venne a sapere che tutti i volumi di X vennero trovati a Kobe nell’appartamento del giovanissimo serial killer Sakakibara Seito e la lettura di X fu bollata come traviante per l’eternità.
5. L’opera che non interessa più alla sua autrice – Il grande sogno di Maya
Ci piace pensare che Maya lontano dai riflettori del manga ma illuminata da quelli del palcoscenico abbia vinto la sua sfida contro Ayumi Himekawa guadagnandosi il diritto di interpretare la Dea Scarlatta e così essere consacrata come miglior attrice del Giappone. Il grande sogno di Maya non interessa più alla Maestra Suzue Miuchi, almeno questa è l’impressione che ci siamo fatti. Maya Kitajima, sotto la guida sapiente e crudele della Signora Tsukikage, iniziò il suo arduo addestramento nel 1976. Si dice che la Miuchi sia una perfezionista ossessiva e maniacale, che cambi spesso idea sulla trama. Ce lo ricordiamo, eccome se ce lo ricordiamo, quello che disse nel 2008/2009: accantono tutti gli altri lavori, è arrivato il momento di finire Maya. Il 49esimo tankōbon è uscito in Giappone alla fine del 2012. Noi come i fratelli giapponesi siamo appesi da dodici anni al nulla cosmico. Poteva almeno fare conto pari e arrivare a 50; tenerci fermi al 49esimo volume è cattiveria pura.
4. O uno o l’altro, non posso finire tutto – Vagabond non è il prescelto da Takehiko Inoue
In apertura abbiamo detto che Takehiko Inoue ci insegna che la speranza è l’ultima a morire. A darne dimostrazione concreta è stata la ripresa del bellissimo Real, opera di cui qualche nuovo capitolo è tornato a vedere luce dopo anni di nulla assoluto. E Vagabond? Di Shinmen Takezo aka Miyamoto Musashi che mira a “diventare invincibile sotto il sole” non sappiamo nulla dal 2015, fra qualche mese spegneremo le prime dieci amare candeline. Anche precedentemente al 2015 la pubblicazione di Vagabond è sempre stata sofferta e tribolata ma siamo fermi al capitolo 327 da così tanto tempo da esserci convinti che il viaggio del samurai leggendario si sia davvero arenato per sempre. Anche in questo caso, l’opera è talmente bella che ce ne faremo una ragione continuando ad amare incondizionatamente Vagabond.
3. Oops we did it again – Clover delle CLAMP
Ecco. Se vi piacciono le opere delle CLAMP vi dice proprio male. Dopo X, rivanghiamo anche il destino di Clover, manga che più che una fine da sempre si merita quella compiutezza che non c’è e non sappiamo perché. Questo è uno di quei casi in cui se il lettore non sapesse prima di iniziarlo che è stato interrotto, forse non se ne accorgerebbe. Solo quattro volumi prima dell’arresto ormai risalente al 1999, ma quanto basta per rimanere ammaliati dal futuro fantastico in cui è in atto il Clover Leaf Project. Se siete amanti delle CLAMP sapete di cosa sono capaci, anche senza scrivere la parola fine in fondo all’ultima tavola.
2. Amare significa non dover mai dire mi dispiace – Nana di Ai Yazawa
Con il tempo ci siamo convinti che va bene così. In fondo è talmente bella la storia che ci ha regalato Ai Yazawa che non potremo mai demonizzarla percheè non riesce a concluderla. Il destino di Nana Komatsu e Nana Osaki è appeso a un filo e Ai Yazawa dal 2009 ha sospeso la realizzazione di nuovi capitoli. L’autrice è molto schiva sull’argomento ma nelle rarissime occasioni in cui ha rilasciato delle dichiarazioni ha sempre affermato di non voler desistere e che prima o poi vorrebbe riprendere l’opera. Noi ogni tanto, come un fulmine a ciel sereno, ci ricordiamo del Grande Demone Celeste. Ripensiamo a due ragazze che s’incontrarono per caso su un treno diretto a Tokyo. E allora eccola lì, la maledetta nostalgia canaglia, ma va bene così. È troppo profondo l’affetto che proviamo per Ai Yazawa e la sua Nana.
1. Non ce la facciamo, troppi ricordi – Guyver di Yoshiki Takaya
Se vi ricordate la prima grande ondata di manga giunti alla conquista dell’Italia, vi ricordate di Guyver. Yoshiki Takaya iniziò Guyver nel 1985, noi in Italia lo abbiamo conosciuto nel 1994 grazie a Star Comics. Guyver ha così tanta carne al fuoco dopo i 44 volumi che abbiamo letto che ad occhio e croce ce ne vorrebbero altrettanti per parlare di finale. Guyver è l’epica battaglia contro Cronos combattuta da chi ha fatto della resistenza la propria ragione di vita: Sho Fukamaki. Una dittatura da contrastare, bioarmature pazzesche, scienziati ribelli e minacce terribili che giungono dal fondo dell’Universo. Ecco, capite perché è così frustrante non avere sue notizie da sette anni? È sempre stato difficile stare dietro a un’opera così scostante e discontinua come Guyver ma ormai parliamo di silenzio assordante e di una sospensione che sa di interruzione definitiva.
E così si conclude la nostra top ten dei manga senza finale. Ora aspettiamo di sapere quali sono i titoli che vi tengono appesi e di cui vorreste leggere la conclusione. Fatecelo sapere nei commenti!