Il 2024 è un anno che difficilmente Agnese Innocente potrà dimenticare: il grande successo di Heartbreak Hotel, il manifesto della prima edizione di Gen • Dalla parte del Fumetto e la nomination come Miglior Artista ai Premi Boscarato del Treviso Comic Book Festival. Noi abbiamo fatto quattro chiacchiere con lei, per conoscere meglio la next big thing del fumetto italiano
In molti la definiscono la next big thing del fumetto italiano: in pochi anni, Agnese Innocente si è imposta all’attenzione del pubblico internazionale sia come Autrice completa che come illustratrice, riuscendo a conquistare sempre lettori e critica specializzata.
Reduce dal successo di Heartbreak Hotel, graphic novel realizzato insieme a Micol Beltramini (qui potete trovare la nostra recensione), è stata scelta per illustrare il primo, storico manifesto di Gen • Dalla parte del Fumetto (13, 14 e 15 settembre a Genova, nei Giardini Luzzati – Spazio Comune), una nuova kermesse dedicata alla Nona Arte ideata e diretta dagli amici di ARF! Il Festival del Fumetto di Roma.
Agnese sarà anche protagonista di una sua personale mostra che la direzione di Gen le ha voluto dedicare: Chapeau!, in cui sarà possibile ammirare – una volta di più – la bellezza delle sue tavole, oltre a schizzi e layout, inclusi gli inediti dalla graphic novel Audrey Hepburn: Un ange aux yeux de faon (Glénat, 2024) attualmente inedito in Italia.
La nostra marcia di avvicinamento a Gen • Dalla parte del Fumetto non poteva che continuare con lei: è con grande piacere che diamo il benvenuto sulle nostre pagine ad Agnese Innocente, l’Artista che ci ha rubato il cuore.
Intervista ad Agnese Innocente
Ciao Agnese, benvenuta su MegaNerd! Partiamo subito con il manifesto ufficiale di Gen: cosa si prova a realizzare un’illustrazione per la prima edizione di un nuovo – ambizioso – Festival del Fumetto?
Ciao, grazie intanto per questa intervistina! Poi: cosa si prova oltre all’ansia da prestazione, intendi? Ahah, scherzo ovviamente. È vero in effetti che un po’ di timore per la realizzazione di un manifesto importante c’è, ma l’emozione e la gioia di essere stata scelta dallo staff di ARF – che frequento da prima che il fumetto diventasse il mio lavoro – è immensa.
La tua carriera è partita col botto: il tuo primo lavoro per l’Italia, Dieter è morto (Shockdom, 2018) ti è valso subito la candidatura come Autrice Rivelazione dell’Anno al Premio Boscarato. Che ricordi hai di quel periodo?
Era un periodo meraviglioso. Gli anni della Comics e quelli immediatamente successivi e hanno rappresentato per me un terreno di enorme crescita lavorativa e personale. Mi sono divertita tanto e non facevo altro che sperimentare. In merito a Dieter è morto nello specifico, provo sentimenti contrastanti. Non mi fraintendete: sono grata che Shockdom, Federico e Maurizio abbiano riposto in me la loro fiducia per questa storia.
Però, a posteriori, forse proprio perché ero uscita da poco dalla scuola ed ero ancora molto acerba nella costruzione di un’intera graphic novel, sono convinta che con un po’ più di esperienza avrei potuto fare decisamente di meglio. Ma, insomma, so che un po’ tutti gli autori hanno questa sorta di amore-odio nei confronti dei loro primissimi “figli”.
Il tuo primo lavoro, però, è stato per gli Stati Uniti: subito dopo aver concluso il tuo percorso alla Scuola Internazionale di Comics sei stata contattata per A casa dei Loud, fumetto tratto dalla serie animata di Nickelodeon. Com’è esordire direttamente per uno dei mercati più importanti e su una serie così amata dai più piccoli?
Ecco: qui, al contrario, ti posso affermare tranquillamente che è stata una figata pazzesca e che lo rifarei mille altre volte! Sarà che ho sempre amato lo stile cartoon alla Nickelodeon/Cartoon Network, sarà perché adoravo i Loud, ma disegnare le loro storie – seppur brevi – è stato bellissimo e mi è venuto anche piuttosto naturale. Certo, anche qui l’ansia da prestazione non si è fatta attendere, ma vedere le mie prime storie pubblicate sugli spillati americani è stata una delle emozioni più grandi che abbia provato.
Prima abbiamo accennato al Premio Boscarato: se nel 2018 l’hai sfiorato, pochi anni dopo, nel 2022, sei riuscita a vincerlo con Anna dai capelli verdi, primo romanzo grafico per ragazzi realizzato insieme a Micol Beltramini. Con lei hai realizzato anche il bellissimo Heartbreak Hotel, che sta avendo un successo incredibile: quanto è importante l’affiatamento con il partner lavorativo, in un processo creativo?
Per me -per noi, in realtà- è fondamentale. Non mi sono mai trovata così bene in coppia con qualcuno come con la mia Micol. Certo ho avuto anche altre altre esperienze lavorative in collaborazione con sceneggiatori che sono state meravigliose e piacevolissime (ad esempio Audrey con Jean-Luc Cornette o Girotondo con Sergio Rossi); è solo che con Micol c’è un pizzico di magia in più. Siamo praticamente sempre sulla stessa lunghezza d’onda, il lavoro non è mai faticoso e si trasforma in divertimento, coinvolgimento emotivo e stimoli continui. Tutto questo per me si nota tantissimo nel prodotto finale.
Heartbreak Hotel è stato sicuramente uno dei libri più importanti dell’anno: quando lavoravi sui testi di Micol avevi la sensazione di avere tra le mani un potenziale successo?
Se lo dici tu mi fido, eheh!
Sinceramente, comunque, non pensavamo a questo durante la lavorazione. Ci siamo divertite e abbiamo sognato. Nient’altro. Abbiamo realizzato una storia che in primis piaceva a noi, una storia che avremmo voluto leggere sia da adolescenti sia adesso, da adulte amanti dei romanzi di King e di manga, film e serie anni ottanta/novanta. Sapere che così tante persone si siano affezionate all’Heartbreak Hotel e ci abbiano scritto per farci avere la loro opinione e per raccontarci le loro esperienze personali legate alla storia stessa per noi è semplicemente incredibile.
Parlando Heartbreak… c’è mai stato un fumetto che ti ha spezzato il cuore?
Certo, che c’è! E non uno solo: Nana, Blankets, Rughe, Non stancarti di andare, Video Girl Ai…
Da dove nasce il tuo stile? È frutto di un tuo personale percorso o hai degli artisti di riferimento a cui ti ispiri?
Direi entrambe le cose: credo che il punto di partenza sia sempre qualcuno che ci piace e da cui vogliamo imparare. Per esempio alcuni dei miei cosiddetti “maestri” sono Hayao Miyazaki, Gipi, Quentin Blake e Tim Burton. Poi, mano a mano che il tempo passava e che disegnavo tutti i giorni sperimentando generi e target differenti, lo stile è venuto fuori da solo. Tutt’ora sono convinta che esso sia in evoluzione e che, pur mantenendo magari alcuni tratti caratteristici, nel tempo cambierà ancora.
Nella tua – giovane – carriera sei stata sia Autrice unica che illustratrice, alla costante ricerca di un’evoluzione artistica. Continuerai ad alternare le due esperienze?
Per adesso sto lavorando praticamente solo come disegnatrice, e principalmente per esigenze di tempo e di lavoro. Non nego che uno dei miei sogni più grandi sia quello di raccontare e disegnare una storia mia, totalmente, e mi piacerebbe realizzarla tutta a pennino. Spero di riuscirci, un giorno.
Quali sono i punti di forza di entrambi i ruoli, dal tuo punto di vista?
Sicuramente il punto di forza più grande dell’essere autori completi è la libertà assoluta di gestire il tutto come vuoi tu, ovviamente tenendo conto del ruolo dell’eventuale editor/casa editrice. Essere “solo” disegnatori è sicuramente un vantaggio per le tempistiche e per le possibilità di lavoro, però mi rendo conto che spesso per alcuni possa essere un po’ limitante. Per me onestamente non lo è.
Parliamo di Intelligenza Artificiale: un mostro da demonizzare o una (possibile) risorsa da regolamentare?
Sinceramente tutto quello che ho visto finora sull’AI in campo artistico è davvero orribile e scoraggiante.
Quali sono i criteri con cui scegli il progetto a cui dedicarti?
Arrivata a questo punto della mia vita mi vedo costretta a dare priorità a progetti sicuri al 100% e ben pagati. Ovviamente devono essere progetti in linea con il mio gusto e il mio stile, ma devo dire che per adesso quasi tutti i lavori che mi sono stati proposti mi sono piaciuti fin dal primo momento!
Stai già lavorando al tuo prossimo libro?
Il prossimo libro l’ho già finito! Sarà una nuova biografia a fumetti scritta da Jean-Luc Cornette ambientata nel Novecento fra il ghetto americano e i teatri parigini. Non posso dire nient’altro, ma uscirà ad Aprile 2025 con Glénat e non vedo l’ora!
In questi giorni, inoltre, inizierò a disegnare un nuovo libro, sempre per il mercato francese.
Agnese, noi ti ringraziamo davvero per aver dedicato un po’ di tempo ai nostri lettori. Non vediamo l’ora di vedere la tua mostra a Genova il 13, 14 e 15 settembre nei locali del Gen e ti auguriamo davvero il meglio per la tua carriera