A un anno dalla scomparsa di Matthew Perry, la famiglia si scaglia con parole durissime contro gli accusati della morte dell’attore.
Un anno fa, Matthew Perry ci lasciava spezzandoci il cuore, a causa di un’overdose di sostanze stupefacenti. Era il 28 ottobre 2023, quando l’attore 54enne era stato trovato privo di sensi nella sua casa di Los Angeles.
Perry aveva alle spalle un passato fatto di abuso di droghe e alcool: come lui stesso aveva confermato in varie interviste, aveva trascorso buona parte delle riprese di Friends – la serie che lo ha reso celebre ed è stata trasmessa dal 1994 al 2004 – senza essere lucido, proprio a causa delle sue dipendenze. Finalmente, dopo un lungo percorso di riabilitazione, sembrava essere uscito dal tunnel.
Ecco perché, quando un anno fa la notizia è stata battuta, ha lasciato tutti senza parole.
Dopo un primo periodo di incertezza, era poi arrivato il verdetto del medico legale, ripreso anche dal New York Times, in cui si leggeva che l’attore è morto per:
«Effetti acuti della chetamina, un potente anestetico usato a volte come terapia alternativa per la depressione. Immergendosi nella parte riscaldata della propria piscina, la malattia coronarica e gli effetti di un oppioide, la buprenorfina, hanno contribuito a causare la morte.»
Si può morire di antidolorifici e antidepressivi, dopo aver faticato tanto per essere usciti dal tunnel delle dipendenze?
La famiglia di Perry contro il suo assistente
In relazione alla morte di Perry sono stati accusati due medici, l’allora assistente dell’attore e una presunta spacciatrice della San Fernando Valley, che pare sia conosciuta anche come “The Ketamine Queen”.
È contro di loro che si è scagliata, in una recente intervista, la famiglia di Perry. La madre, Suzanne Morrison, ha dichiarato di essere felice che siano state formulate delle accuse. All’intervista, fatta per commemorare il triste evento, hanno partecipato anche il patrigno, Keith Morrison, e le figlie Caitlin, Emily e Madeline:
«Quello che spero, e credo che lo sperino anche le autorità coinvolte, è che le persone che si sono messe nel business di fornire droga che uccide ora siano state messe in guardia. Non importa quali siano le tue credenziali professionali. Sei fregato, baby.»
La famiglia, di origini canadesi, ha anche creato una fondazione, la Matthew Perry Foundation of Canada, il cui obiettivo è quello di aiutare altre persone che lottano contro la dipendenza. Ecco come lo hanno ricordato:
«Ha fatto della sua vita una missione importante per aiutare altre persone, per incoraggiare gli altri a dire, ‘Ho bisogno di aiuto.’ Ha cercato di far capire che era una cosa coraggiosa da fare. Quando qualcuno andava da lui chiedendo aiuto, lasciava tutto e lo faceva, non importava in quale fase della sua vita si trovasse.»
Potete vedere l’intervista qui sotto: