Edizioni BD ha pubblicato in Italia Goldrake, il fumetto francese di Xavier Dorison e Denis Bajram. Questa è la nostra recensione, ovviamente senza spoiler
Si fa un gran parlare di Goldrake ultimamente. Grazie al reboot dell’anime che presto arriverà anche in Italia in prima serata sulla Rai, abbiamo già preso confidenza con l’idea che l’opera del Maestro Nagai potesse essere riproposta in una veste più contemporanea e rispondente a nuovi canoni certamente più inclini ad incontrare il favore del pubblico nuovo che potrebbe dare una possibilità a quella leggenda che risponde al nome di Goldrake, in originale Grendizer.
Per chi fa parte di una generazione diversa, quella cresciuta con l’originale, non c’è di certo bisogno di tutto ciò perché Goldrake o lo amavi o lo odiavi già ai tempi, e io l’amavo così tanto da chiamare la mia Barbie preferita Venusia.
Quando Edizioni BD ha reso nota l’intenzione di pubblicare il Goldrake di Xavier Dorison e Denis Bajram per me, come probabilmente per la maggior parte dei fan del lavoro di Gō Nagai (un ambiente a tratti tossico) è stato facile cadere nella banalità del sentenziare senza sapere nulla: come hanno osato, ovviamente sarà orribile. Goldrake non si tocca.
Ora. Premesso che non è che un giorno un autore si sveglia e decide di prendere il lavoro di qualcun altro e farci quello che vuole; premesso che effettivamente di interrogativi senza risposta ne erano rimasti tanti concluso l’anime, io il seguito di Goldrake (per gli amici francesi Goldorake), lo dovevo leggere il prima possibile e questa è la mia opinione conclusa la lettura del volume.
Il fumetto si presenta come un volume unico cartonato di ottima fattura, totalmente a colori e di ben 168 pagine. Molte di quest’ultime a corredo finale dell’opera, spiegano minuziosamente il lavoro degli Autori aiutando ad andare ben oltre la lettura. Gli approfondimenti sono molto interessanti ed è affascinante scoprire come il progetto ha preso vita. In Francia Goldrake ha venduto oltre 200.000 copie e la stragrande maggioranza dei lettori ha giudicato positivamente l’operazione. Insomma, le premesse sono delle migliori.
Per chi non avesse confidenza con il Goldrake originale e volesse oggi iniziare a conoscerlo, giusto un paio di informazioni.
Goldrake, in originale Grendizer, è un manga in appena due volumi firmato dal Maestro Gō Nagai e pubblicato nel biennio 1975-1976 sulla rivista Boken Oh. L’anime, realizzato in seno alla Toei Animation ed alla Dynamic Planning e basato sull’omonimo manga, è andato in onda dal 1975 al 1977 e si compone di 74 episodi. UFO Robot Grendizer (in Italia UFO Robot Goldrake) rappresenta in Giappone il terzo capitolo della saga di Mazinger, dopo Mazinga Z e Il Grande Mazinga.
Pensate che in patria Grendizer è il robot che ha avuto meno successo a causa di una storia che, secondo le considerazioni di Gō Nagai, avrebbe dovuto svilupparsi con maggiore profondità. Destino completamente inverso invece per quanto riguarda l’Italia dove UFO Robot Goldrake è stato il primo robot della serie ad apparire sui nostri schermi, diventando dalle nostre parti una vera e propria icona dell’animazione giapponese.
Tutto nasce da qui – La storia di Goldrake
In un pianeta lontano dalla Terra chiamato Fleed è in atto un tragico assedio ad opera del Re del pianeta Vega, un suo ex alleato. Il principe Duke Fleed riesce a fuggire con il robot Goldrake dopo un massiccio attacco di Vega che ha ridotto Fleed a una terra senza vita. Duke riesce a giungere sulla Terra ma privo di memoria e ferito gravemente. Qui viene soccorso dal direttore del centro di ricerche spaziali Dottor Procton che lo adotta come figlio dandogli il nome di Actarus. Goldrake invece, viene nascosto da Procton in un hangar del centro. Duke è tormentato dai vaghi ricordi che ha e trascorre le sue giornate sulla Terra lavorando per un ranch appartenente a Rigel. Qui conoscerà i figli di quest’ultimo, Mizar e Venusia. Actarus non è l’unico sopravvissuto del pianeta Fleed, anche sua sorella Maria è viva.
La calma è solo apparente perché Re Vega ha ora preso di mira la Terra ed è pronto a invadere il Pianeta partendo dal Giappone. Con l’aiuto di Koji Kabuto (Alcor), l’eroe e pilota di Mazinga Z, Venusia, il dottor Procton, dopo una guerra estenuante e lunghissima in cui si susseguono generali, scontri all’ultimo robot, amori pieni di rimpianti, Actarus sferra un ultimo micidiale colpo con l’alabarda spaziale, il Goldrake riesce a squarciare la sezione di comando della nave di Re Vega che muore delirando fino all’ultimo respiro. Dopo un commovente addio agli amici sulla Terra, Actarus e Maria ripartono alla volta di Fleed per ricostruire la loro patria natìa.
C’è di nuovo sul radar la flotta di Vega. Il prosieguo di Goldrake made in France
Goldrake si propone di continuare la storia raccontando gli eventi accaduti dopo la sconfitta di Vega. Abbiamo davanti a noi un racconto inedito autorizzato e analiticamente vagliato da Nagai in persona.
Sono passati dieci anni dalla conclusione dell’epico scontro che ha visto gli invasori di Vega soccombere, la Terra libera dalla minaccia dell’annientamento extraterrestre e Duke e Maria tornare su Fleed per cercare di ricostruire dalle macerie una nuova civiltà sul loro pianeta d’origine.
Tuttavia, la pace per la Terra è una breve parentesi di effimera felicità. Negli anni trascorsi i nostri eroi hanno archiviato nel cassetto dei ricordi (traumatici) sulla guerra che li ha visti combattere uno di fianco all’altro. Venusia è una dottoressa specializzanda in chirurgia, Alcor un ricco e annoiato magnate; Procton si è ritirato a vita privata in un tempio shintoista. Improvvisamente, Tokyo è di nuovo sotto attacco, il Fuji fa tremare la terra ed eccolo lì davanti a noi: un Cerbero alieno pronto a distruggere tutto ciò che incontra.
Mentre imperversa il terrore, arriva il messaggio che non avremmo mai voluto sentire: terrestri, sono Yros di Archen, l’ultimo generale delle guardie scelte di Vega… e vengo a offrirvi la pace. Yros di Archen ricorda ai terrestri che egli si trovava ai confini della nebulosa di Ezekior, quando il Giappone riusciva a respingere lui e i suoi fratelli di esodo, poi massacrati da Duke Fleed e da Goldrake. Yros chiede della terra per gli ultimi sopravvissuti di Vega, gli basta il Giappone, e invita i suoi abitanti a sparpagliarsi per il mondo e trovare rifugio presso i loro fratelli umani. Se questo non avverrà nei prossimi sette giorni, le forze di Vega senza pietà di prenderanno ciò che vogliono.
È così che dieci anni di pace scompaiono in un baleno e la paura torna a dominare l’animo umano. I vertici dell’esercito nazionale si rivolgono a Procton, l’unico in grado di poter fronteggiare e magari evitare quella che si preannuncia come una strage di innocenti. Come può Procton fare questo? Convincendo Actarus a riprendere il comando di Goldrake. Giustamente qualcuno obietterà dicendo, ma Actarus insieme alla sorella Maria non erano tornati su Fleed? Sì, ma le cose non sono andate come immaginavamo.
I tempi sono cambiati, l’essere umano è cambiato e così, come una reazione a catena, lo è Goldrake . Nella triade chiusa da Grendizer Go Nagai, che ricordiamo essere un indagatore attento dell’essere umano, proponeva una netta distinzione tra bene e male, buoni e cattivi, giusto e sbagliato. Era una scelta intelligente, funzionale al prodotto e soprattutto perfettamente rispondente al periodo d’oro degli anime mecha. Della tecnologia Nagai ce ne parlava in tutta la sua ambivalenza: la tecnologia è nefasta poiché usata dagli aggressori per devastare le città e tentare di conquistare la Terra; ma è anche provvidenziale se votata a un principio etico di difesa, e se incarnata nel robot protagonista.
Oggi Goldrake è una macchina che ha smesso di funzionare perché il suo pilota è caduto nel peggiore dei baratri. Con anni di guerra alle spalle, le ferite sono troppo profonde e il nemico da sconfiggere non è più il cattivo proveniente da lontano ma il peggiore dei demoni capace di divorarti e inebetirti: l’orrore che hai vissuto. La vera missione è riuscire a disinnescare la spirale dell’odio al cui interno sono finiti tutti, pure il nostro eroe. Come ci dirà il vecchio e caro Rigel che ritroveremo nel Goldrake francese, non dobbiamo vincere la guerra, questa volta dobbiamo farla cessare per sempre.
Goldrake ieri come oggi ci invita a una profonda riflessione che tocca un nervo scoperto, visto che di guerra e devastazione questo mondo si nutre avidamente da sempre. La storia che ci raccontava ormai cinquant’anni fa cercava di stupire gli spettatori (e ci è riuscita) mostrandoci combattimenti epici tra i mostri meccanici inviati da Vega e respinti magistralmente dal team Goldrake sempre pronto a tutto per proteggere gli abitanti della Terra e preservare quest’ultima dalla distruzione di cui Maria e Actarus stessi sono state vittime. Oggi prevale un sentimento di disillusione nei nostri eroi, quella triste abitudine all’orrore come il nostro quando osserviamo passivamente i genocidi in atto nel mondo, ci scordiamo di guerre ventennali combattute in terre lontane, smettiamo di preoccuparci del prossimo che non ha più una casa dove abitare.
Non si tratta di respingere invasioni ma di contrastare quell’indifferenza crescente che ci portiamo dentro che ci ha trasformato in gusci vuoti. E non è solo questo. Ciò che ho particolarmente apprezzato del Goldrake francesce è lo sforzo di comprendere le ragioni dell’altro. Dietro ogni scontro, dietro i generali di ogni fazione, ci sono persone distrutte. Lo sono Actarus e Maria che provengono da Fleed. Lo sono Venusia, Procton, Rigel che abitano la Terra, e così anche i sopravvissuti di Vega.
Il continuo di Goldrake porta la firma di Xavier Dorison e Denis Bajram per quanto concerne la storia e di Brice Cossu, Alexis Sentenac e nuovamente di Denis Bajram per quanto riguarda i disegni. Infine i colori sono di Yoann Guillo.
Nel 2016 Xavier Dorison inviò a Gō Nagai una dichiarazione di intenti che fungeva da introduzione a un dossier corposo, che include la storia, numerosi schizzi e due tavole di prova. Avuto il nulla osta dal Maestro Nagai che immagino essere stato raggiunto dopo una lunga e difficile trattativa, Xavier Dorison disse a Denis Bajram che avrebbero prodotto insieme un progetto su Goldrake. L’entusiasmo fu davvero molto e Bajram propose a Brice Cossu e Alexis Sentenac di unirsi in questa folle e stimolante avventura. Gli Autori sono tutti veri appassionati dell’opera originale ma questo ovviamente non sarebbe bastato. Cosa avrebbero potuto offrire al capolavoro di Gō Nagai? Per cominciare direi lavoro duro e serietà, aspetti questi che caratterizzano questo fumetto.
Il disegno in Goldrake fa la differenza, riesce a colpire nel segno prima della storia perché ogni tavola è davvero eccezionale. I tre disegnatori puntano quasi all’impossibile perché non si sono divisi il lavoro ma hanno deciso di collaborare tutti sulle tavole contemporaneamente. Come spiegato a fine volume il lavoro è stato suddiviso in tre grandi passaggi: per iniziare, hanno realizzato lo storyboard completo del volume, rilavorandolo fino a ottenere un risultato che potesse servire da “schizzo” per la fase successiva, l’inchiostrazione. È stato sottoposto ad almeno due revisioni, prima che Yoann Guillo potesse infine occuparsi del colore. E che colore. Tanto del coinvolgimento che il lettore prova è proprio dovuto all’uso sapiente di quest’ultimo che funge da vera fotografia di questo nuovo capitolo.
Io ho superato immediatamente lo shock iniziale di veder rivivere i personaggi così diversi dagli originali. Lo stile grafico utilizzato non li snatura, sono fedeli nello spirito a quelli di Nagai e avrei trovato disturbante l’operazione contraria, quella di non modificare nulla rispetto al passato. E Goldrake? Goldrake è una macchina maestosa, una sogno che riprende vita. Il comparto mecha del Goldrake francese è da dieci e lode.
A questo ambizioso progetto va certamente data una possibilità. Il mio parere è che non si è di fronte a un’operazione nostalgica commerciale acchiappa consensi, c’è davvero una storia che andava ancora raccontata. Le pagine finali dell’opera sono potenti, riescono a emozionare sinceramente e mi sono ritrovata a farle leggere a diverse persone che hanno amato Goldrake captando nei loro occhi la fierezza di conoscerlo, quasi a voler dire, sì, ancora una volta sono orgoglioso di lui.
La gratitudine tuttavia va ancora una volta al Maestro Gō Nagai, perché questa è una sua creatura e senza il suo genio anche quello che oggi vi consiglio di leggere non sarebbe mai esistito. Vi garantisco che il nostro Goldrake è tornato con tutti gli onori ed il primo a crederci è stato proprio suo padre.
Goldrake
Soggetto Originale: Gō Nagai
Storia: Xavier Dorison, Denis Bajram Disegni: Brice Cossu, Alexis Sentenac, Denis Bajram Colori: Yoann Guillo