Il 1° gennaio 2025 arriva nelle sale cinematografiche “Nosferatu“, l’attesissimo horror diretto da Robert Eggers e interpretato da un cast stellare. Per celebrare l’evento, noi di MegaNerd.it vi accompagneremo con una serie di approfondimenti dedicati alla storia di questo iconico personaggio. In questo primo episodio, esploriamo la prima incarnazione cinematografica di Nosferatu, realizzata nel 1922 da Friedrich Wilhelm Murnau con “Nosferatu – Il Vampiro”. Questo lungometraggio è considerato non solo un pilastro del cinema horror, ma anche un capolavoro del cinema espressionista tedesco
«Le piace il cinema espressionista tedesco?»
«Le piace il cinema espressionista tedesco ?»
Questa insolita domanda venne rivolta a bruciapelo al ragioner Ugo Fantozzi durante il colloquio di lavoro con il direttore della mega ditta, noto appassionato di cinema d’autore. Aspirando al ruolo di “spugnetta per francobolli”, Fantozzi si presentò ben preparato e riuscì, nonostante qualche comprensibile esitazione, a rispondere correttamente, citando anche alcuni celebri esponenti del movimento, tra cui Friedrich Wilhelm Murnau.
Ma come siamo arrivati a parlare del cinema espressionista tedesco e di Murnau?
Ebbene, la prima versione cinematografica di “Nosferatu – Il Vampiro” fu diretta da Friedrich Wilhelm Murnau e fu proiettata a Berlino nel 1922. La premiere del film venne considerata come un importante avvenimento mondano, e agli ospiti fu imposto un dress code con costumi d’epoca. Insomma, esistevano i cosplay anche all’alba del ventesimo secolo!
Aspetti mondani a parte, questo lungometraggio è oggi considerato un caposaldo del cinema horror e del movimento espressionista tedesco.
L’adattamento (non autorizzato) del Dracula di Bram Stoker
“Nosferatu – Il Vampiro” rappresenta di fatto l’intenzione da parte di Murnau di realizzare l’adattamento cinematografico del Dracula di Bram Stoker, testo scritto nel 1897 e considerato uno dei primi romanzi gotici della storia della letteratura horror.
Il buon Murnau non aveva però acquisito i diritti dell’opera di Stoker e, a sua parziale discolpa, c’è da evidenziare che in quel periodo non esisteva una legislazione che regolamentava in maniera chiara il diritto d’autore. L’opera pertanto può considerarsi una “libera interpretazione” del romanzo di Stoker. Il regista tedesco dovette cambiare il titolo (da “Dracula” a “Nosferatu”), il nome dei protagonisti (da “Conte Dracula” a “Conte Orlok”) e alcune l’ambientazioni (da “Londra” a “Wisborg”, una fantomatica località – in realtà non esiste – che si trova in Germania e si affaccia sul mare).
Questo esercizio di riscrittura non fu sufficiente ad evitare una disputa legale, che venne inevitabilmente intentata dalla vedova di Bram Stoker. La famiglia dello scrittore irlandese vinse la causa per violazione del diritto d’autore e costrinse la “Prana-Film G.m.b.H.“, casa di produzione del film, a sostenere le ingenti spese processuali. Per una piccola compagnia già in difficoltà economiche e la cui unica produzione effettiva fu proprio l’opera al centro della controversia, l’onere economico si rivelò insostenibile, portando la società alla bancarotta.
A Murnau fu ordinato di distruggere tutte le copie di Nosferatu. Tuttavia, il regista tedesco rese un servizio inestimabile alla storia del cinema, salvando segretamente una copia del film, permettendole di giungere fino ai giorni nostri.
La trama
La trama di Nosferatu si apre in una cittadina costiera della Germania. Siamo nel 1938 e un’agenzia immobiliare gestita da Knock (interpretato da Alexander Granach) riceve una richiesta che arriva direttamente dalla Transilvania. Il mittente è il facoltoso Conte Orlok (nell’iconica interpretazione di Max Schreck) il quale manifesta la volontà di acquistare un immobile nel paese.
Affascinato e ossessionato dalla prospettiva di questo affare, Knock incarica il suo fidato assistente, Thomas Hutter (Gustav von Wangenheim), di intraprendere un viaggio verso le remote montagne dei Carpazi per incontrare il misterioso acquirente e finalizzare la compravendita. Hutter, ignaro del pericolo a cui va incontro, saluta sua moglie Ellen (Greta Schröder) e si mette in viaggio.
Lungo il percorso non privo di difficoltà, l’uomo dovrà ascoltare con riluttanza gli avvertimenti inquietanti degli abitanti del luogo, che lo esortano a tornare indietro per evitare di rimanere soggiogato dalle forze oscure che, secondo le superstizioni locali, dimorano nel castello del Conte.
Arrivato a destinazione, Hutter si accorge immediatamente che il Conte Orlok è una figura inquietante, capace di esercitare la sua malvagia influenza non solo su di lui, ma anche sulla moglie Ellen, rimasta in Germania ad attenderlo.
La maledizione di Nosferatu si abbatte sulla cittadina di Wisborg con l’arrivo del Conte nella sua nuova dimora (nella realtà sono i magazzini del sale di Lubecca). La tranquilla località tedesca viene presto travolta da un’epidemia devastante, che sembra inarrestabile. Le immagini della processione di bare delle vittime della peste somigliano in maniera inquietante a quanto abbiamo visto pochi anni fa nei notiziari durante l’infezione da Covid.
Sarà solo attraverso il sacrificio di Ellen che la maledizione verrà spezzata, portando con sé la fine del Conte e la liberazione del paese dalla pestilenza.
“Nosferatu – Il Vampiro” è un film muto di un’ora e mezza. Le immagini sono accompagnate dai classici cartelli con testo che danno evidenza di ogni svolta narrativa (o dialogo significativo) e da una colonna sonora, bellissima e ammaliante, composta da Hans Herdmann. Si tratta di una visione non semplice per chi è abituato ai film horror con effetti speciali in CGI. Però, che fascino !
Un film che racconta un’epoca
Il “Nosferatu” di Murnau è un film che racconta un’epoca. Come ogni forma d’arte, cattura e riflette il sentimento collettivo del contesto storico in cui prende vita. Siamo negli anni ’20, a pochi anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale, e la figura del vampiro diventa una potente metafora dei sentimenti prevalenti del periodo. Nella riscrittura di Murnau del Dracula di Bram Stoker manca del tutto la figura del cacciatore di vampiri Van Henlsing, come a simboleggiare la posizione passiva che assume il popolo tedesco di fronte al dilagare della miseria.
Una “epidemia sociale” – come viene definita da molti studiosi dell’opera più colti di noi e rappresentata esplicitamente dall’infezione mortale portata dal Conte Orlok con la sua venuta a Wisborg – alla quale la popolazione non sembra in grado di opporsi. A rompere questo circolo di inazione è una donna. Ellen accoglie Nosferatu nella sua camera da letto e si concede affinché il vampiro venisse esposto alla luce del sole, provocandogli la morte. Pensate all’audacia di questa scelta narrativa se la rapportate al contesto storico in cui essa si inserisce !
Un film che è manifesto di un movimento artistico
Il “Nosferatu” di Muranu è un film manifesto di un movimento artistico che nasce dalla pittura e si estende al cinema nella Germania degli anni 20 del secolo scorso. Lo stile ricalca fedelmente le caratteristiche dell’espressionismo, dove le ambientazioni sono volutamente irrealistiche, una realtà edulcorata da forme ed elementi surreali. Come quando su Instagram applicate un filtro ai vostri reels (non ci uccidete, è un paragone azzardato per rendere l’idea…).
In questo scenario la realtà si mescola con il fantastico e nulla viene rappresentato nella sua oggettività. Il tutto mostra una tendenza netta verso atmosfere cupe e dark come a riflettere un preciso stato d’animo. Sembrerà a questo punto scontato sottolinearlo, ma ci troviamo nel terreno fertile della produzione di pellicole horror. Anche la recitazione, chiaramente demandata ai momenti del corpo e alle espressioni del viso (ricordiamo che siamo nell’era del cinema muto) appare sopra righe, sostenuta da un trucco pesante, decisamente teatrale.
Guardate l’espressione del volto di Knock, il responsabile dell’agenzia immobiliare, quando riceve la missiva da parte del Conte Orlok. Buttate un’occhio sui simboli esoterici contenuti in quella lettera. E si, in “Nosferatu – Il Vampiro” c’è anche una forte componente di simbolismo occulto. Non vorremmo addentrarci ulteriormente sull’analisi di questa pellicola in quanto non vorremo rischiare di fare il verso a Guidobaldo Maria Riccardelli, il direttore della mega ditta di fantozziana memoria, che riusciva ad eccitasi se qualcuno nominava la “Corazzata Potemkim”.
Dove recuperarlo
In Italia “Nosferatu – Il Vampiro” è arrivato quaranta anni dopo il suo debutto in Germania. Venne trasmesso sul Programma Nazionale (l’attuale RAI 1) in prima serata nel 1962. Oggi, a pochi giorni dall’uscita del terzo remake, vale la pena restituire visibilità a questo caposaldo del cinema horror. Lo potete recuperare gratuitamente su YouTube oppure sull’applicazione Just Watch. Per i feticisti della copia fisica, trovate il DVD su Amazon.it a prezzi ragionevoli.