In una lunga e bellissima intervista rilasciata a Variety, l’attore Benedict Cumberbatch si è lasciato scappare alcune cose sul futuro di Doctor Strange. Scopriamo insieme cosa ci aspetta!
Benedict Cumberbatch non è uno di quegli attori che amano stare sotto i riflettori: la sua “inglesità” gli dona, oltre che grande fascino, un profondo senso di riservatezza, che certo sembra entrarci poco con la fama raggiunta a livello internazionale. Una fama che è diventata globale grazie a Doctor Strange, personaggio che tornerà a interpretare, ma dopo una pausa, come ha ammesso.
Durante una bellissima intervita rilasciata a Variety – che vi consigliamo di recuperare al link in basso -, prima di rendersene conto l’attore si è lasciato scappare che non ci sarà in Avengers: Doomsday del 2026, poiché il personaggio non c’entra con quella parte della storia.
Per la gioia dei fan, tuttavia, sarà molto presente in Avengers: Secret Wars, in arrivo nel 2027. Del resto, come Cumberbatch stesso ha ricordato, Marvel ha dovuto ripensare l’intera storia dopo la condanna – e il successivo licenziamento – di Jonathan Majors.
Benedict Cumberbatch sarà ancora Doctor Strange
Parlando di Avengers: Secret Wars, l’attore ha definito centrale il ruolo di Doctor Strange, facendo poi un sottile riferimento alla possibilità di un terzo film interamente allo stregone. La Marvel sembra infatti molto bendisposta, in questo senso:
«[Alla Marvel] Sono molto aperti alla discussione su cosa fare prossimamente. Chi vuoi che scriva e diriga il prossimo film? Quale parte della tradizione fumettistica vuoi esplorare, così che Strange possa continuare a evolversi? Si tratta di un personaggio molto complesso da interpretare, un umano contraddittorio e tormentato, che ha queste abilità straordinarie… C’è della roba potente con cui giocare.»
Quando non è occupato a salvare il mondo insieme agli Avengers, Cumberbatch si dedica a film più piccoli e rischiosi, ma che lo fanno continuare a crescere come attore. Di alcuni è anche produttore attraverso la SunnyMarch, compagnia che ha lanciato nel 2013 per supportare tutti quei progetti che a Hollywood non piacerebbero.
È il caso del suo ultimo lavoro, The Thing With Feathers, prodotto con un budget di soli 6 milioni di dollari, in netto contrasto con la media dell’MCU e con le sue dinamiche.
La macchina Marvel funziona in modo totalmente diverso da qualsiasi altra cosa, e l’attore ha confessato di aver avuto difficoltà, nei primi tempi: non è facile restare calmi e sciolti nonostante i green screen, le riscritture, i reshoot. Gli è stato molto utile, in questo senso, osservare Robert Downey Jr. e Tom Holland che si scambiavano battute in Spider-Man: Homecoming:
«Ho imparato tanto vedendo quanto fossero a proprio agio e quanto improvvisassero. È complicato, perché intorno a te hai questo impianto enorme, ma è fondamentale.»
Questo è uno dei motivi per cui Cumberbatch è entusiasta del ritorno di Downey Jr. come Doctor Doom, notizia che ha appreso – come noi comuni mortali – seguendo in diretta l’evento Marvel al Comic-Con 2024. Ricorda che, dopo l’annuncio, ha immediatamente afferrato il cellulare per scrivere a Kevin Feige:
«Gli ho scritto “Cazzo!” e poi ho subito aggiunto “Volevo dire in senso buono, ‘Cazzo!’ ma in senso buono.”»
Ma RDJ è una presenza fondamentale anche per la leggerezza che riesce a portare su un set in cui la pressione è sempre altissima (considerando anche la quantità di soldi che ci gira intorno): Cumberbatch ricorda come il collega lo prenda in giro chiamandolo “Mr. Shakespeare” e giochi sulla loro comune esperienza da Sherlock Holmes.
Come si misura la grandezza di un attore
Nonostante la sua carriera tutt’altro che scarna, e piena di teatro shakespeariano – tra le altre cose – Cumberbatch non ha mai ritenuto degradante far parte di un gruppo di supereroi: ha una passione per l’epica e adora trasportare il pubblico in un mondo diverso. Marvel fa esattamente questo, e continua a farlo da 34 film.
Sebbene una certa critica e un certo cinema snob lo apostrofino come “quello dei film Marvel”, Cumberbatch fa un po’ di testa sua, e va dritto per la sua strada: quella di un attore che vuole fare l’attore e regalare emozioni al pubblico.
«[Quella dei supereroi] È la mitologia dei nostri tempi. Certo, è difficile da maneggiare per quanto è estesa, ma Marvel si impegna molto per farlo bene. Alla fine della fiera, anche quando facciamo uno di questi film sugli Avengers e tutto si ingradisce ancora di più, restiamo dei bambini che giocano nel recinto per la sabbia. Ci inventiamo delle cose e ci divertiamo con quelle, tutto qui.»
Sipario.
Fonte: Variety