Recentemente sono state annunciate le nomination agli Oscar 2025, uno gli eventi più attesi dell’anno per gli amanti del cinema. Neanche quest’anno sono mancate le polemiche, tra film rientrati tra le grazie dell’Academy e altri scartati, proviamo a fare il punto sulla 97esima edizione degli Academy Awards
La prestigiosa cerimonia, che si terrà come di consueto al Dolby Theatre di Los Angeles, andrà in onda in Italia nella notte tra il 2 e il 3 marzo su RaiPlay. Quest’anno non sono mancate le soddisfazioni, come la candidatura a Coralie Fargeat nella categoria Miglior regia per The Substance e di Demi Moore come Miglior attrice protagonista per lo stesso film. Due traguardi davvero significativi: da un lato, Coralie Fargeat diventa la nona regista donna candidata in questa categoria dagli inizi degli Oscar; dall’altro, Demi Moore conquista la sua prima nomination, nonostante i ruoli iconici che l’hanno resa celebre. È inoltre un grande successo anche per il genere horror, che spesso riceve poco spazio agli Academy Awards.
Grande entusiasmo anche per la candidatura a Miglior Attrice protagonista a Karla Sofía Gascón di Emilia Pérez, che diventa la prima attrice transgender nella storia degli Oscar a ricevere una nomination! Nella stessa categoria troviamo anche Fernanda Torres per I’m Still Here, la seconda attrice brasiliana a ottenere questa prestigiosa candidatura.
Da segnalare anche la nomination come Miglior attore a Timothée Chalamet per A Complete Unknown, biopic su Bob Dylan. Con questa candidatura, Chalamet diventa il secondo attore più giovane ad aver ricevuto due nomination in questa categoria nella storia degli Oscar, dopo James Dean. Per il ruolo, l’attore si è preparato per oltre cinque anni imparando a suonare la chitarra, l’armonica e a modulare la voce per avvicinarsi al timbro dell’iconico cantautore.
Quasi inaspettata anche la candidatura a Sebastian Stan per The Apprentice – alle origini di Trump. Non per la sua innegabile bravura, ma per la scelta abbastanza coraggiosa di premiarlo in un contesto politico così delicato come quello dell’era trumpiana.
Tuttavia, accanto a queste piacevoli conferme, non sono mancate critiche e assenze, che vi andiamo a svelare in quest’articolo.
Le critiche ai film candidati
Quest’anno si prospetta un anno davvero molto interessante. Partiamo con la pellicola che ha ricevuto più candidature, ben 13, ovvero Emilia Pérez di Jacques Audiard con Karla Sofía Gascón, Zoe Saldaña (candidata nella categoria Miglior attrice non protagonista) e Selena Gomez. Un film che mescola generi cinematografici, pulsante e vitale, vincitore anche del Premio della giuria 2024 a Cannes.
Ma questo non lo ha esentato dalle critiche. Emilia Pérez è stato infatti molto discusso, soprattutto dalla comunità messicana, che lo ha accusato di superficialità nella rappresentazione della cultura locale, in particolare sul tema dei desaparecidos. Inoltre, la scarsa inclusione di artisti messicani nel cast (dove figura solo Adriana Paz, interprete di Epifania Flores) ha sollevato ulteriori polemiche. La questione è stata aggravata dalle dichiarazioni della direttrice del casting Carla Hool, messicana di origine, che da anni si batte per una maggiore rappresentazione latina a Hollywood.
Hool ha dichiarato pubblicamente di non essere riuscita a trovare attrici messicane adatte al progetto, provocando reazioni negative da parte del pubblico. Tra le attrici selezionate, in particolare Selena Gomez è stata criticata per il suo spagnolo poco accurato.
Anche la scelta di girare il film quasi interamente in Francia non è stata accolta positivamente. Così come la decisione di Audiard, regista francese, di fare un film in inglese e in parte spagnolo, due lingue che non padroneggia. Questo ha, ovviamente, aggravato la situazione, rafforzando l’idea che il regista non si sia documentato adeguatamente sulla cultura del Messico.
Il film è inoltre stato criticato anche da alcuni membri della comunità transgender. La Gay & Lesbian Alliance Against Defamation (GLAAD) per esempio, una nota associazione che si occupa di rappresentazione di persone LGBTQIA+ nel cinema, ha definito il personaggio di Emilia Pérez “un ritratto profondamente retrogrado di una donna trans”.
Insomma, nonostante le 13 nomination, Emilia Peréz si trova al centro di una spirale di commenti negativi. Viene dunque da chiedersi: Cosa succederà durante la Notte degli Oscar? Queste polemiche influenzeranno la possibilità di vincere le ambite statuette?
Un altro film non esente da critiche è The Brutalist. Con 10 nomination, il film di Brady Corbet con Adrien Brody sembrava tra i preferiti. Tuttavia, le recenti dichiarazioni dell’editor del film, Dávid Jancsó hanno fatto storcere il naso a molti. Jancsó ha infatti rivelato che è stata utilizzata l’AI per alcune immagini e dei dialoghi tra Adrien e Felicity, per migliorare l’accento ungherese dei protagonisti.
Una scelta che ha sollevato polemiche tra chi non vede di buon l’occhio l’uso dell’intelligenza artificiale nel cinema, ritenendola un modo per facilitare il lavoro e che andrebbe a intaccare le performance degli attori, rendendole meno autentiche. Anche in questo caso, ci si domanda se queste critiche possano influenzare l’esito delle premiazioni.
Le mancanze
Tra le mancanze più evidenti, notata da molti, c’è l’assenza della Miglior Colonna sonora a Challengers, penultimo film di Luca Guadagnino con Zendaya, Josh O’Connor e Mike Faist. Tra le più apprezzate degli ultimi mesi, questa decisione ha fatto dispiacere non solo molti fan del regista italiano, ma anche a molti appassionati cinematografici.
Ma quella che risulta davvero sorprendente, ma che fa indubbiamente riflettere, è la totale assenza di Civil War, ultimo film di Alex Garland da ogni categoria. Una pellicola con una regia solida e lucidissima, che segue il punto di vista dei fotografi di guerra in una America distopica (ma forse, non così tanto?) dilaniata da una guerra civile. Un’esclusione che fa pensare a una scelta deliberata, forse per evitare riflettori sulla situazione politica americana e ulteriori spunti di riflessione.
Inaspettata è anche l’unica candidatura ottenuta da Maria, film di Pablo Larraín sulla leggendaria soprano lirica, che ha ottenuto solo la nomination per Miglior fotografia. Come sorprende anche l’esclusione (per la seconda volta) di Denis Villeneuve dalla categoria Miglior regia per Dune: Parte Due. Già nel 2022, infatti, il primo capitolo aveva ricevuto ben 10 nomination, ma non quella per la regia.
Infine, per quanto riguarda l’Italia, molti avevano previsto che a rappresentarci nella categoria Miglior film internazionale ci sarebbe stato Vermiglio di Maura Delpero. Il film però non è stato selezionato.
Ma ormai, alea iacta est, il dado è tratto: non ci resta che vedere cosa accadrà nella notte tra il 2 e il 3 marzo e scoprire chi otterrà le prestigiose statuette.