Napoli-New York – Il racconto perduto di Fellini

Prima che Gabriele Salvatores ne ricavasse un film, Napoli-New York – nata da un trattamento perduto di Federico Fellini e Tullio Pinelli – è stata una graphic novel, pubblicata per l’Italia da Star Comics nel 2024, sceneggiata da Jean-David Morvan e disegnata da Ste Tirasso. Mettetevi comodi e seguiteci, da Napoli a New York, alla scoperta di questo volume.

recensione napoli new york

1948. Federico Fellini e Tullio Pinelli scrivono il trattamento per una pellicola: s’intitola Napoli-New York, ma non è destinata a vedere la luce. La guerra è finita da poco, e mentre Pinelli sta muovendo i suoi primi passi come sceneggiatore, Fellini non è ancora passato dietro la macchina da presa, ma anzi lavora al fianco dell’amico come soggettista; intanto, collabora alle sceneggiature di alcuni tra i più importanti film neorealisti.

2006. Da un baule polveroso e dimenticato emerge una vecchia sceneggiatura intitolata Napoli-New York, che porta la firma di Tullio Pinelli – sceneggiatore premiato con cinque Nastri d’Argento, due David di Donatello e quattro candidature agli Oscar – e Federico Fellini – regista visionario, fumettista, sceneggiatore e scrittore, che di candidature agli Oscar ne aveva collezionate dodici.

Per qualche tempo non si sa bene cosa farci, con quel testo dei primordi, finché nel 2013 Marsilio non decide di ricavarne un libro, curato da Ernesto Sainati, descritto così:

«Il volume propone per la prima volta questo soggetto dal sapore neo-realista, scritto nella seconda metà degli anni quaranta da un Fellini non ancora regista, ma già fertile inventore di molti soggetti con l’inseparabile amico e collaboratore Tullio Pinelli.

Attraverso le tristi e difficili vicende di due scugnizzi napoletani costretti dalla vita a tentare l’avventura americana, Napoli-New York presenta una Napoli ancora distrutta dalla guerra e una New York totalmente fantastica, frutto dell’invenzione felliniana.

Documento fresco dell’Italia postbellica e racconto rocambolesco si intrecciano in una storia dal finale sorprendente. Il volume propone anche una lettura critica della genesi del soggetto, ricostruendo il clima da “bottega artigiana” nel quale nascevano le storie che per molto tempo hanno fatto grande il cinema italiano.»

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Passa qualche altro anno e, nel 2023, la media company Arancia Studio decide di farne una graphic novel per omaggiare il regista nel trentesimo anniversario della sua scomparsa, affidando il compito allo sceneggiatore Jean-David Morvan e al disegnatore Ste Tirasso.

L’edizione italiana arriverà solo nel 2024, grazie a Star Comics, quasi in contemporanea con l’uscita nelle sale della versione cinematografica di Napoli-New York, per la regia di Gabriele Salvatores.

Il viaggio di Carmine e Celestina può finalmente compiersi, con quasi ottant’anni di ritardo, raccontando lungo il cammino un’Italia e un’America che non esistono più. O che forse non sono mai esistite.

Napoli - New York, una storia di Fellini che diventa graphic novel

Napoli-New York: neorealismo, sogno e speranza nell’Italia del secondo dopoguerra

È facilmente intuibile: Napoli-New York racconta di un viaggio, il classico viaggio dell’eroe, in cui la giovane Celestina, orfana e senza casa, nel 1946 fugge da una Napoli distrutta dai bombardamenti alla volta dell’America, per raggiungere sua sorella Agnese, che ha sposato un soldato.

Le fa compagnia Carmine, uno “scugnizzo” poco più grande di lei che si è stancato della vita da strada e vuole fare parte di quel grande sogno americano. Carmine e Celestina sono la voce di tanti ragazzini che sotto le bombe hanno perso tutto, perfino la dignità; ma scelgono di salvare almeno quella e fuggono via, da clandestini, pur di non piegarsi a una vita da briganti e prostitute.

È una favola ben progettata, quella di Fellini e Pinelli, che partono da eventi storici reali e da una storia verosimile per poi ammantarla di speranza un po’ magica, la stessa che fece intravedere a tanti migranti la Terra Promessa in quella Nuova York che ti accoglieva con la Statua della Libertà. Anche se poi la realtà non era esattamente questa.

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A Nuova York, i migranti venivano ispezionati, controllati, analizzati, ammassati come bestie senza nome, prima di poter entrare in America. Ammessero che fosse loro concesso. E sempre ammesso di non morire di malattia lungo la traversata.

Allora come oggi, al di là del mare c’era un muro contro cui i sogni di una vita migliore si andavano a frantumare come navi sugli scogli. A New York, quel muro era rappresentato da Ellis Island, che poteva diventare la tua porta verso il nuovo mondo o il tuo cammino verso l’inferno.

L’adattamento grafico perde purtroppo gran parte di tutto questo, sia a causa di testi troppo didascalici – mi riferisco in particolare alla narrazione della storia di Ellis Island, in grado di appesantire una pagina intera di baloon inutilmente dettagliati – sia perché sembra sfiorare appena la superficie, senza mai affondare le mani nel fango.

Non c’è magia, non c’è favola, non c’è Fellini: non si riesce ad afferrare il lettore per i capelli e tirarlo dentro, di peso e di forza, in una delle pagine più tristi della nostra storia, né a fargli vedere la luce in fondo al tunnel; si riesce solo a farlo arrivare fino alla soglia, da cui guarderà distaccato quello che succede dentro, lieto fine incluso.

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Lo stile grafico e di scrittura

Ho una colpa da ammettere, anzi due: la prima è che a Napoli io ci sono nata, la vivo da una vita, la respiro da sempre, e scorre in me più potente del sangue; e quella che ho visto ne è solo un riflesso pallidissimo e con poco rumore, soprattutto per una città che si è liberata da sé.

Del resto, come lo sceneggiatore stesso ha ammesso:

«Il racconto prende vita tra due città: New York, che conosco molto bene, e Napoli, che ancora devo scoprire ma che ho in programma di visitare per immergermi completamente nel suo spirito, in modo dare da riuscire a trasmettere tutte le sensazioni apprese nel tessuto della mia sceneggiatura.»

La seconda colpa è un po’ mia e un po’ de Le Ragazze del Pillar: il terzo volume creato da Stefano Turconi e Teresa Radice passa per Napoli (qui potete leggere la nostra recensione) e, come succede per tutto quello a cui Stefano e Teresa mettono mano, il risultato è una delle cose più belle che io abbia mai visto sulla mia città.

La realtà di quella Napoli, sebbene sempre romanzata, non la ritrovo in questa Napoli che, nel suo bene e nel suo male, resta sempre abbozzata, pulita, poco vera.

Lo stile di disegno, che attinge un po’ a Daniel Cuello e un po’ proprio da Turconi, sembra non trovare una propria collocazione definita, e finisce inevitabilmente per restare sospeso a mezz’aria, simile a qualcosa di già visto e non abbastanza potente da decollare su gambe proprie.

Napoli New York Recensione Graphic Novel - GameSource

E che sia il disegno a trascinare il testo, o il testo a trainare il disegno, la storia intera alla fine risulta frettolosa e approssimativa; un collage di immagini sciolte a cui manca quel pizzico di polvere di fata per diventare “altro”. A nulla valgono le inquadrature furbe (una tra tutte, quella che strizza l’occhio a C’era una volta in America); nel viaggio, noi non ci siamo.

Guardiamo Celestina e Carmine da lontano, non empatizziamo con la loro sofferenza né con la loro gioia, non sentiamo la rabbia di una donna tradita, né il dolore di un vecchio intrappolato a Ellis Island e in sé stesso, non percepiamo gli odori, i suoni, la vita vera.

Napoli – New York: La Recensione del graphic novel

Poteva essere un’ottima occasione per farci sentire sulla pelle il bruciore della disperazione e le lacrime di chi emigra; invece resta una favola stinta, da sfogliare quando vogliamo rincuorarci un po’, sapendo che non ci troveremo dentro la magia di Fellini, né il nostro passato e la nostra storia. L’incantesimo ha mancato il bersaglio.

Napoli-New York

Napoli-New York

Graphic novel tratto da un manoscritto di Federico Fellini e Tullio Pinelli
Adattamento a fumetti: Jean-David Morvan, Ste Tirasso
Formato: 16.7x24; Brossurato con alette; 128 pagine a colori
Dove trovarlo: Fumetteria, libreria, store online
Editore: Astra, divisione editoriale di Star Comics
Prezzo: € 16,90
Voto:

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Claire Bender

Vive con un dodo immaginario e un Jack Russell reale, che di recente si è scoperto essere Sith. Grifondoro suo malgrado, non è mai guarita dagli anni '80. Accumula libri che non riesce a leggere, compra ancora i dvd e non guarda horror perché c'ha paura. MacGyver e Nonna Papera sono i suoi maestri di vita.

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