Il 2017 si conferma ogni giorno che passa, un anno molto interessante per la cultura nerd. Il rilascio della terza serie di Twin Peaks, Mazinga al cinema e, indubbiamente, l’attesissimo ritorno dei DuckTales.
Dopo il lancio della puntata (doppia) inaugurale di agosto, abbiamo preferito che la serie finisse un minimo di rodaggio per condividere con voi il nostro pensiero. Il rischio di farsi trascinare dall’entusiasmo e non essere obiettivi – ma quando mai lo siamo – era troppo alto. Siamo in pausa. La prossima puntata sarà visibile per il pubblico americano a dicembre e, a gran voce, come abbiamo condiviso con voi qui, è stato annunciato l’approdo su Disney Channel Italia a partire dal prossimo 26 novembre per il febbricitante pubblico italiano.
Il 28 ottobre è andata in onda negli Stati Uniti la puntata numero 8: The Living Mummies of Toth Ra! Possiamo ora affermare con certezza di essere entrati nel vivo delle avventure dei paperi. Siamo quindi pronti a sbilanciarci sul reboot di DuckTales e anticipiamo sin d’ora che sì, merita la vostra attenzione e il vostro affetto.
Per noi italiani, il discorso sui paperi è certamente articolato. Il contributo dei nostri autori al loro universo è stato non solo determinante, ma innovativo sotto molti aspetti. DuckTales è il microcosmo nato per onorare lo spirito avventuriero di Zio Paperone, mentre noi abbiamo seguito anche altre strade sviluppando filoni fortunati di cui non possiamo che andare orgogliosi.
L’assunto essenziale da cui partire rimane che DuckTales originariamente diede vita animata alle storie di Barks. Questo adattamento venne fatto tenendo conto del pubblico giovanissimo (precisazione d’obbligo) e la satira molto pungente di Barks venne edulcorata e resa fruibile sullo schermo. Inoltre, si decise di mettere da parte Paperino e di rafforzare il legame tra Zio Paperone e i nipotini, facendo nascere intorno a loro personaggi nuovi e ben caratterizzati così da poter sempre contare sulle giuste spalle nei vari momenti delle storie. La strada battuta con il reboot è la stessa, Paperino a parte, ma i tempi sono cambiati. Ragazzi d’altronde già sul finire degli anni ottanta la sigla ci aveva avvertito: might solve a mistery, or rewrite history, giusto?
Due cose si possono affermare con certezza. Il reboot riesce a catturare i fedeli alla serie originale e il nuovo pubblico. Intelligentemente, vengono ripresi molti aspetti della serie storica, così da non farci sentire inadatti e smarriti durante la visione; nonostante questo, il pubblico attuale viene catturato grazie alla nuova caratterizzazione dei personaggi, soprattutto Qui, Quo e Qua, che incarnano perfettamente i ragazzi di oggi. L’altro aspetto piacevole, è la partecipazione di Paperino, su questo non ci sono dubbi.
Attenzione. Da qui in poi saranno presenti spoiler qua e là. Prometto in ogni caso che non saranno così terribili da compromettere il piacere di guardare DuckTales.
Le prime puntate si concentrano soprattutto sulla presentazione dei main character. La narrazione ne risente in alcune parti, ma era un aspetto imprescindibile da affrontare. Ricordiamoci che, nonostante l’enorme fetta di pubblico fedele alle avventure dei paperi, Disney deve coinvolgere le nuove generazioni alla visione. È stato raggiunto a nostro parere un ottimo equilibrio che non annoia, anche perché viene dato un profilo ben definito per ciascuno dei nipotini, assente nella prima produzione, quindi totalmente da scoprire anche per gli affezionati. Qui, apparentemente l’unica Giovane Marmotta, è quel ricordo di coscienza e razionalità tipico dei nipotini. Qua è la peste degli anni 2000, il tipico ragazzino svogliato e lucidamente infimo tutto il tempo. Quo è il più insicuro, ma si dimostra il nipotino decisivo quando l’azione entra nel vivo.
Stesso dicasi per Gaia, totalmente rinnovata nel carattere e, soprattutto, il vero spirito avventuriero di DuckTales, accanto a Zio Paperone. La piccola papera incarna gli spettatori cresciuti guardando le avventure dei paperi. Per lei il Vecchio Cilindro è un mito assoluto; conosce tutte le sue avventure passate e vive in una costante eccitazione di essere finalmente in compagnia di paperi coetanei nella villa De’ Paperoni con i quali combinare guai.
Per quanto lo spazio sia risicato, si parte immediatamente all’avventura. Fanno la loro comparsa il mitico e insostituibile Jet McQuack e l’acerrimo nemico di Paperone, Cuordipietra Famedoro, macchietta di se stesso e così esilarante da sentirsi male.
Nello spirito del nuovo impianto DuckTales, non manca il cliffhanger finale. Viene lasciato intendere che la mamma dei paperotti, la sorella di Paperino dunque, Della Duck, faceva parte del team avventuriero originale. Questo interessante elemento, ogni tanto fa capolino. Nella terza puntata ad esempio, l’avventura si svolge interamente nel Deposito. Mentre Paperone porta con sé Qua al lavoro, e quest’ultimo spenderà ai distributori automatici nientemeno che la Numero 1, Gaia e Quo ne approfitteranno per esplorare l’immenso deposito alla ricerca d’indizi su Della Quack. Non posso tralasciare di aggiungere che in quest’occasione Zio Paperone regalerà autentici momenti di divertimento. Alle prese con i suoi contabili, darà sfoggiodel meglio di sé. Fedelissimo alla creatura originaria di Barks, la tirchieria lascia volentieri spazio alla voglia di avventura e i dialoghi sono splendidi.
La costruzione segue abilmente questo allestimento narrativo, almeno per ora. Ogni puntata strizza l’occhio alla serie classica senza rinunciare alla spinta del nuovo mood. Vengono introdotti i bassotti al gran completo sempre sotto la guida di Ma’ Bass, ancora più simile alla perfida Mamma Fratelli in Goonies. La nostra attenzione è tutta per la piccola Gaia che c’intenerisce non poco. S’intuisce la sua solitudine nella grande Villa De’ Paperoni e la difficoltà di inserirsi tra i fratelli Qui, Quo e Qua come compagna di giochi. Proprio questo la farà avvicinare con entusiasmo a Lena.
Personaggio totalmente nuovo e davvero interessante, è protagonista di una prima apparizione brillante che non interrompe l’equilibrio classico, anzi. Paperetta che fa i conti con la propria famiglia d’origine (e qui freno la lingua a fatica), riesce a tenere banco e a garantire quella giusta dose di freschezza all’impianto classico.
Incarnando perfettamente lo spirito dei tempi, i paperi attempati preferiscono l’azione alle tranquille passeggiate al parco. Capofila Paperone, Mrs Beakley, degna sostituta di Tata, e Miss Quackfaster (Miss Paperett) hanno un’energia inesauribile, al contrario delle nuove leve che preferiscono i videogiochi e il divano.
Davvero ben riuscito è l’inserimento di Archimede e di Edi. Distante anni luce da come lo conosciamo, Archimede, alle dipendenze di Paperone, è astioso e sociopatico. È divertente, sprezzante e, ovviamente, totalmente incapace di controllare le sue invenzioni. Dimenticatevi il piccolo e dolce Edi, questo è il degno figlio di suo padre: spassosamente pericoloso.
Non convince invece la comparsa di Gastone. Vero è che non siamo proprio inclini a volergli bene visto come tratta Paperino; in questo caso inoltre sembra non regalare nulla di nuovo. Si rivela certamente una spalla perfetta per far spiccare Paperino. È interessante vederli insieme, visto che nella serie originale, Gastone compare diverse volte ma non ha mai interagito con suo cugino.
Non vi anticipo nulla sulla puntata numero sette. Mi limito a dirvi che conoscerete Mark Beaks, esilarante e pungente parodia della Valley Culture mentre nel club dei miliardari Paperone e Cuoridipietra avranno il loro ben da fare.
E finalmente arriva la prima vera avventura. Partiremo alla volta delle piramidi e le sorprese non tarderanno ad arrivare. La brillante tradizione dei DuckTales è dunque ripartita a tutti gli effetti. Paperone non delude, anche se, a dispetto di ciò a cui siamo abituati, la sua presenza è meno ingombrante e le nuove leve dirigono la puntata.
Siamo curiosi di sapere cosa ci riserva il futuro. Per ora il giudizio è positivo e ogni puntata è molto godibile, fresca e divertente. Gli elementi nuovi trovano il loro spazio nella tradizione DuckTales e riescono a rivolgersi in modo intelligente alle nuove generazioni che non hanno avuto la fortuna di crescere con le avventure animate di Zio Paperone. La speranza certo è quella di vedere lo Zione spiccare di più e una partecipazione di Paperino più costante; ciononostante l’aspetto comico della serie, su cui si è deciso di puntare nelle prime puntate, convince appieno. Arrivati alla fine non possiamo continuare a nasconderlo. Aspettiamo più di ogni altra cosa l’arrivo di Darckwing Duck, e allora sì che non potremmo trattenerci dal gridare woo-oo!