Arrivati a un certo punto della vita bisogna ammettere le proprie debolezze e, ahimé, imparare a conviverci.
Questo è quello che ho realizzato durante l’ultima edizione del Lucca Comics and Games, mentre orbitavo intorno allo stand della Bao Publishing. Passeggiando tra gli stand e fingendo di non voler accarezzare tutte quelle grandi copertine cartonate, di non voler sfogliare tutte quelle megapagine colorate e di non voler scappare via con 200 libroni illustrati tra le braccia, ho capito che non si sfugge ai desideri. E se d’altronde lottare non è servito di fronte al gigante Il Mondo del ghiaccio e del fuoco, se la sconfitta è stata netta anche contro l’ipnotico Fight Club 2, perché lottare di fronte a Gli Equinozi e alla sua meravigliosa copertina?
Ed è così infatti che mi sono ritrovata durante il viaggio di ritorno a fare spazio ad una graphic novel composta da oltre 330 pagine e una copertina rigida 24×32.
E per fortuna, perché Gli Equinozi, l’ultimo libro di Cyril Pedrosa, più che un romanzo vorrei definirlo un viaggio. Un viaggio guidato da piccoli dettagli: sguardi, movimenti e immagini, colti solo grazie ad un’osservazione più profonda, che come piccoli tasti schiudono ogni volta un nuovo mondo interiore.
È diviso in quattro grandi capitoli che corrispondono alle quattro stagioni, nel corso dei quali s’intrecciano le storie di tanti individui, tutti in un certo senso smarriti nel passare del tempo e nelle loro riflessioni sul senso della vita.
Ad aprire ogni capitolo troviamo le esperienze di un ragazzino in un’epoca ipoteticamente primordiale, dove l’uomo vive in comunione con la natura e nulla incide sulla sua vita se non la sopravvivenza attraverso le quattro stagioni. Continuando a leggere incontriamo un uomo anziano che negli ultimi mesi della sua esistenza riflette sul suo passato, sugli ideali per i quali si è battuto, sulle esperienze amaramente concluse e su quello che invece potrà continuare anche in sua assenza. Incontriamo un padre ormai separato dalla famiglia e amato ma incompreso dalla figlia, che vive in balia del suo nichilismo e che confrontandosi con il credo del fratello si chiede se sia davvero possibile vivere costruendo qualcosa.
C’imbattiamo poi nella vita di una ragazza che seguendo le sue passioni si ritrova a piegarsi di fronte alle difficoltà della realtà, soffocata da un lavoro deleterio e da compagnie forzate. Con la sua passione per la fotografia, la sua storia è ciò che pone l’accento sui dettagli di cui parlavo prima, ad intervallare le storie principali infatti ci sono i suoi scatti, rubati per le strade della città, che immortalano lo sguardo di sconosciuti: ad ogni scatto veniamo trascinati in profondità nei loro occhi fino a vedere uno stralcio della loro vita, accompagnato da una descrizione a parole nelle pagine seguenti.
Già la splendida copertina è una promessa per ciò che troveremo all’interno, a mio parere infatti la vera bellezza di questo romanzo è l’equilibrio tra i diversi modi narrativi. I dialoghi e le descrizioni, i colori e i tratti, sono scelti per collaborare e trasmettere insieme o in contrasto sensazioni diverse: l’autunno è fatto di acquerelli indefiniti e dai colori tenui, l’inverno è un insieme di matite e colori freddi o scuri, in primavera poi riemergono il viola, il verde e il rosa tramite i pastelli, e infine l’estate è fatta di colori netti, accesi e tratti definiti, senza ombre né sfumature. Allo stesso modo i colori cambiano in base all’intimità e al calore della situazione: nella confidenza tra fratelli si tinge tutto di rosa e le figure sono accennate, nel dialogo tra i due anziani invece al riemergere dei ricordi felici lo sfondo diventa un insieme di colori accesi che ricorda un prato fiorito.
A spezzare nettamente il gioco di colori abbiamo i momenti d’immersione nelle fotografie, dove tutto è totalmente in bianco e nero quasi a voler rappresentare il distacco tra mondo esterno e interno, come se fossimo troppo in profondità per percepire la luce. In questi momenti ci si allontana infatti anche dai dialoghi, che diventano pura narrazione e quasi trasformano l’opera in un semplice romanzo.
Tra stralci di testo, colori e dialoghi, gli equinozi di cui ci parla Pedrosa sono momenti di passaggio in cui il passato ha lo stesso peso del futuro, come negli equinozi naturali la notte ha la stessa lunghezza del giorno. Stanno a rappresentare gli equinozi della vita, tutti quei momenti in cui ci ritroviamo sospesi nel perfetto equilibrio creato da qualcosa che finisce e qualcosa che inizia. Sono una serie di istanti che nell’equilibrio tra memorie e speranze definiscono le nostre scelte e il corso della nostra esistenza.
Abbiamo parlato di:
Gli Equinozi
Autore: Cyril Pedrosa |
Formato: 24 x 32; 336 pagine a colori; Cartonato |
Prezzo: € 33,00 |
Editore: Bao Publishing |
Voto: 7 |