Fullmetal Alchemist – Dallo storico manga al film live action

Vite che si intrecciano in maniera impetuosa, anime scomparse che lasciano una presenza ancora tangibile. Edward e Alphonse Elric sono i fratelli alchimisti in grado di cambiare il  destino con le loro stesse mani. La loro alchimia e i loro sentimenti coinvolgeranno la vita di chiunque si troverà sulla loro strada. Questa è la storia di un paese segretamente corrotto e di anime peccatrici, arrivata a toccarci nel profondo grazie al manga e a lasciarci molto delusi con la trasposizione in live action.

Sono davvero poche le opere che riescono a lasciarci senza parole, incollati ad uno schermo (o anche ad un manga in questo caso), con la sensazione di aver attraversato uno spazio vuoto e cupo, per poi ritrovarci con le lacrime agli occhi. È una specie di cammino interiore che passa per le più comuni paure: siamo uomini e per natura compiamo peccati, ci copriamo gli occhi davanti a quello che pensiamo di non poter affrontare e, quando inaspettatamente vediamo rievocare i sentimenti che soffochiamo, ci sentiamo toccati nell’anima. Fullmetal Alchemist include molte sfaccettature dell’animo umano, tanto che ognuno di noi potrebbe avere una visione tutta sua della serie e delle problematiche che tratta. Tutte le vicende ruotano attorno al concetto di alchimia, se lo terrete in mente dall’inizio alla fine, capirete come anche il più giusto e saggio tra gli uomini possa andare contro le regole della natura.

L’alchimia è la scienza che studia la trasformazione della materia e solitamente si serve di tre fasi: la comprensione della struttura della materia, la sua scomposizione e infine la ricomposizione. Questo processo viene detto “trasmutazione” ed è consentito solo seguendo il principio dello “scambio equivalente”: per ottenere una sostanza di un certo valore bisogna sacrificarne un’altra che ne valga lo stesso.

Lo scambio avviene tramite i cerchi alchemici e la regola decade solo in presenza della pietra filosofale, un oggetto di valore inestimabile che permette di trascendere le leggi sugli scambi. Il principio della scambio equivalente nega dunque la resurrezione, in quanto per riportare in vita un defunto bisognerebbe sacrificare, oltre alle sostanze chimiche che compongono il corpo umano, anche qualcosa che abbia lo stesso valore di un’anima.

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Alphonse e Edward Elric sono due fratelli che restano orfani quando sono poco più che bambini e, non sopportando il dolore per la perdita della loro mamma, decidono di studiare l’alchimia e tentare una trasmutazione alchemica vietata per cercare di resuscitarla. Il tentativo però fallisce e i due bambini si ritrovano a pagare un debito salatissimo: Al ci rimette l’intero corpo, Ed un arto, per poi doverne perdere anche un altro per permettere all’anima del fratello di restare legata ad un’armatura. Nonostante il peso della disgrazia, i due si fanno forza grazie a Winry (loro amica d’infanzia), Ed sostituisce i sui arti con della automail – delle protesi meccaniche – da qui il soprannome di “Alchimista d’acciaio”, mentre Al vive attraverso una corazza completamente vuota. Cominciano così un lungo viaggio alla ricerca della pietra filosofale, con l’intento di rimediare ai loro errori e di recuperare il resto del proprio corpo.

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Il primo sentimento straziante che viene affrontato è proprio quello della perdita di una persona cara: una mamma che “scompare” lascia nei figli un vuoto eterno, come non potremmo giustificare il loro tentativo di riportare in vita il corpo? Tutti saremmo pronti a sacrificare qualsiasi cosa pur di riabbracciare i nostri cari.

Fullmetal Alchemist non è solo un viaggio verso la pietra filosofale, è qualcosa di più grande e decisamente più complesso. Frequentando l’ordine degli alchimisti di stato, i due fratelli si trovano ingoiati in un apparente  lotta tra il bene e il male che ha origini in un passato remoto, la “potenza” che sfrutta la “debolezza” ha creato una strage di innocenti che viene insabbiata in tutti i modi. Gli uomini sembrano fatti tutti della stessa materia e sono potenzialmente inclini agli stessi vizi, la loro avidità nel corso della storia è stata tanta da creare diverse pietre filosofali tramite dei sacrifici umani. In un triste parallelo con la storia reale, ad essere sacrificati sono coloro che appartengono a “razze” considerate inferiori e uomini fedeli a religioni diverse.

I sette peccati capitali sono incarnati in creature potenti e malvagie, che girano tra gli uomini sotto forma di “homunculus” e innescano i sacrifici più crudi che un uomo possa compiere, mostrandoci il massimo potenziale del male che c’è in ognuno di noi.

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Temi come la lotta e l’alchimia non riguardano solo i singoli individui, ma diventano le basi per una guerra in favore di un paese libero da dittature, soprusi e ingiustizie. I protagonisti sono tutte persone che nella vita hanno perso qualcosa: un figlio mai nato, un marito, un padre, un cane, un amico, un compagno, un’intera generazione.

L’opera nell’insieme risulta davvero ben bilanciata, ogni puntata/volume ha la giusta dose di comicità, lotta fisica e crescita psicologica dei protagonisti, che si sovrappone ad uno scenario ricco di misteri fortemente drammatico.

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Questo capolavoro di Hiromu Arakawa è composto da 27 volumi, editi dalla Planet Manga e ristampati anche in edizione Gold Deluxe. Ha avuto due trasposizioni televisive: la prima, “Fullmetal Alchemist”, è composta da 51 episodi e segue la trama del manga solo per  i primi volumi. La seconda invece, “Fullmetal Alchemist: Brotherhood”, segue fedelmente la storia originale ed è composta da 64 puntate che DOVETE assolutamente vedere!

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Arakawa, per creare ed arricchire il suo capolavoro, ha caratterizzato i suoi personaggi studiando a fondo il mondo reale, guardando programmi di attualità, intervistando profughi, veterani di guerra ed ex membri della yakuza.  I nomi dei personaggi principali sono ispirati al protagonista di Edward mani di forbice e al conte Alphonse de Toulouse-Lautrec, mentre i cognomi sono un omaggio al Il ciclo di Elric. Per quanto riguarda l’ambientazione invece, colpita dallo stile inglese post-rivoluzione industriale – lo steampunk- ha aggiunto il suo tocco di fantasia ed è riuscita a creare un mondo sul quale non si può di certo aprir bocca!

Il tutto ha riscosso un successo di massa, a partire dal fumetto e dalla serie tv vennero realizzati due film, Fullmetal Alchemist- The movie: il conquistatore di Shamballa e Fullmetal Alchemist- La sacra stella di Milos. In patria esistono ben sei light novel ispirate alla storia e dopo 11 videogiochi è arrivato a fine 2017 anche il live action.

Purtroppo, seppur non partendo con grosse aspettative, quest’ultimo risultato è stato piuttosto deludente. Anche superando l’impatto con i protagonisti, tutti di origine asiatica – compresi i fratelli Elric che originariamente hanno tratti quasi nordeuropei – e convincendosi che tutti quei personaggi “posticci” non siano dei cosplayer, del film si salvano davvero poche cose. Tutta quell’atmosfera e quei dialoghi che con il manga e l’anime ci toccano dritti nel profondo, qui sono del tutto snaturati e minimizzati. L’angoscia e la frustrazione che Edward porta con sé non trapela affatto, niente nodo alla gola per tutte le volte che guarda quell’armatura animata, niente brividi sulla pelle per tutte le creature nate dagli scambi alchemici, niente odio per la personificazione dei sette peccati capitali. Due ore di film non bastano a ripercorrere l’intera storia struggente, ma dovrebbero essere abbastanza per ricreare l’empatia giusta che è alla base dei contenuti filosofici e morali in grado di sensibilizzare anche i cuori più duri.

Molti personaggi non sono stati rappresentati e la storia è stata in parte modificata, ma le figure mancanti potrebbero apparire in un futuro sequel: il film infatti si conclude con un finale oggettivamente aperto. Le uniche cose che si salvano  sono le scene con le inquadrature esattamente come le originali, l’ambientazine nella bellissima città di Volterra insieme alle campagne della Toscana e, per essere buona, gli effetti speciali.

È un capolavoro che va vissuto e rivissuto più volte, una pietra miliare della cultura manga e invidio chi potrebbe trovarsi in procinto di leggerlo per la prima volta. Purtroppo il live action è la dimostrazione che non basta una bella storia per creare un buon film.
Coraggio, sacrificate le vostre lacrime per rendere felice la vostra anima! 

 

Saki

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Cuore giapponese in un corpo italiano, leggo manga dalla più tenera età e sogno ancora di cavalcare Falcor! Curiosa fino allo sfinimento, sono pronta a parlarvi delle mie scoperte!

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