In questo speciale vogliamo parlare di uno dei cinecomics più sottovalutati di sempre, vale a dire Sin City: Una donna per cui uccidere. Miller e Rodriguez ce la mettono tutta per ricreare le atmosfere del capolavoro a fumetti e a quattro anni dall’uscita nelle sale, crediamo sia giusto rivalutare questa pellicola
Nove anni sono tanti, troppi.
È dura restare esilitato per così tanto tempo da Sin City, ma quei due criminali di Frank Miller e Robert Rodriguez ci avevano chiesto di aspettare. Ci avrebbero fatto tornare loro, tra le strade della città più corrotta e marcia del pianeta, ma solo quando sarebbe stato il momento adatto.
In molti volevano avvolgersi nuovamente nell’oscurità, nel peccato: per guardarlo negli occhi, per capire che forma abbia, per flirtarci. Perché spesso l’oscurità seduce, si sa… ed è dura starle lontani.
Si fa presto a ritrovarsi abbracciati al male… perché infame com’è, può prendere molte forme.
Lo sai, ci sei già passato.
Se poi le forme sono quelle conturbanti di una donna, allora il gioco è fatto.
Perché per quella donna sai bene che potresti ritrovarti a fare follie, nonostante ti abbia tradito. Nonostante ti abbia gettato via come uno straccio sporco e abbia dimostrato di amare il denaro molto più di te…
Saresti disposto a tutto pur di sentire ancora il suo corpo contro il tuo. Anche a uccidere per lei.
Ne sa qualcosa Dwight McCarthy, che pensava d’essere finalmente uscito dall’ombra di una dea. Una dea che l’ha ossessionato fino a oggi, giorno in cui finalmente riesce a guardarla nuovamente negli occhi, dopo tutto quel che c’è stato.
Quei dannati occhi lo convincono ancora una volta che sì, si può anche uccidere per lei. Per Ava, la quint’essenza della femme fatale, il male fatto donna. Metterà in gioco la sua stessa anima, il povero Dwight…
…un po’ come ha fatto Johnny. È un tipo nuovo, qui a Sin City, nessuno l’aveva mai visto prima d’ora. Un tipo strafottente, arrogante, bravo al gioco tanto quanto con le donne. «Io non perdo mai», amava ripetere a chi lo incontrava a sulla sua strada. T’illudeva, circuiva, prendeva in giro… e poi t’aveva ripulito con una maestria fuori dal comune. Ma il suo obiettivo non sei tu, né io, né nessun’altro in questa dannata città che non rispondesse al nome di Roark. Proprio lui, l’uomo più pericoloso che potresti mai incontrare da queste parti. Un tizio con cui è meglio non giocare, ma a cui Johnny vuole disperatamente dare una lezione che difficilmente potrà dimenticare.
È mosso dalla vendetta e non c’è stimolo più grande.
Probabilmente la pensa così anche Nancy, la star del Kadiès Bar. Un locale di spogliarelli e di anime perse pronto ad offrire qualche ora di sollievo anche all’ultimo uomo sulla faccia della Terra. Basta abituarsi alla puzza di vomito mista a disperazione, chiaro.
Nancy. Un angelo caduto nei bassifondi dell’inferno a cui hanno ucciso l’anima, oltre che il suo grande amore. Vive per uccidere e non potrà sentirsi meglio finché non avrà ottenuto ciò che vuole.
Ad aiutarla, un tizio che l’anima l’ha barattata anni fa per una bottiglia di scotch: il buon vecchio Marv, custode dei peccati del mondo. O forse, solo dei suoi. Ma da queste parti, che differenza vuoi che faccia…
Ok, forse è il caso di tornare a essere più istituzionali.
Sin City: Una donna per cui uccidere è probabilmente uno dei cinecomics più sottovalutati di sempre, ed è un vero peccato. In primis perché è stato realizzato con l’apporto fondamentale di Frank Miller, l’autore della serie a fumetti da cui è stato tratto il film, che ha co-diretto la pellicola insieme a Robert Rodriguez. Questi due signori sono riusciti a creare il vero anello di congiunzione tra cinema e fumetto, con una tecnica strana, incredibilmente adatta ed efficace.
Ora, parliamoci chiaro: il film non ha la stessa intensità del fumetto, c’è poco da fare. Però è bene dargli una possibilità.
Perché questi sono personaggi che entrano nel cuore, picchiano la tua anima prima ancora di salvarla.
Sono intrisi di peccato, ma vogliono solo un po’ di pace… e magari farsi una goccetto.
Fidatevi di uno che a Sin City ci è stato spesso. Lasciate perdere tutto e guardatevi questo film, magari anche il primo, perché no,
Non li dimenticherete facilmente, perché quando un’opera è fatta con il cuore, più che con le leggi del marketing, lo senti.
Coraggio, fate un salto a Sin City, non abbiate paura.
In fondo, nella città vecchia, in cui tutto può accadere.
Persino che un genio come Frank Miller si faccia un goccetto insieme a un visionario come Robert Rodriguez.
Magari al Kadiès Bar…