Sono passati già 30 anni da quando quel disgustoso ghoul, interpretato da Michael Keaton, tentò per la prima volta di spaventare i vivi! Oggi parliamo di Beetlejuice – Spiritello Porcello
Il primo aprile 1988 uscì per la prima volta nelle sale americane Beetlejuice- Spiritello Porcello, dell’ormai celeberrimo Tim Burton. Arrivò in Italia a settembre dello stesso anno e divenne subito un film cult per le generazioni di quegli anni. Con un cast stellare, tra cui Wynona Ryder, Michael Keaton e Alec Baldwin, vinse il premio oscar per miglior trucco nel 1989 e ancora siamo in attesa di un sequel annunciato più volte.
I protagonisti della trama originale sono una coppia di giovani sposi, Barbara e Adam Maitland (Geena Davis e Alec Baldwin) che passati a miglior vita per un incidente, si ritrovano ad essere i fantasmi della loro casa, infestata da nuovi inquilini “viventi”. La coppia tenta in tutti i modi di liberarsi dell’odiosa famiglia Deetz, provando con le più macabre apparizioni seguendo il “Manuale del novello deceduto”, una guida per i nuovi trapassati, ma invano. La loro unica speranza è quel porcello, sboccato e disgustoso di Beetlejuice (Michael Keaton), un fetente mostro che si spaccia per “bio-esorcista”: scaccia i vivi per aiutare i morti.
Tante sono le scelte registiche e le curiosità dietro questo cult:
- Nella sceneggiatura originale Beetlejuice era un vero demone, una sorta di rettile alato che cambiava forma. La pellicola doveva essere un vero horror con molto più sangue e l’obiettivo del bio-esorcista era quello di uccidere i Deetz e violentare la loro figlia, Lydia.
- La Warner Bros aveva avuto qualche perplessità sul titolo del film, letteralmente Beetlejuice sarebbe “Spremuta di scarafaggio”, così suggerirono come titolo alternativo “Ghost House”, ma Tim Burton rispose con “Scared Sheetless”, gioco di parole che sta per “Cagarsi addosso dalla paura”. Vennero scartati entrambi, ma il regista rimase sorpreso quando la sua provocante proposta fu addirittura presa in considerazione.
- Michael Keaton aveva avuto carta bianca per interpretare Beetlejuice, sappiamo che si ispirò al folle Chop Top di Bill Moseley, il fratello di Letherface nel sequel Non aprite quella porta-parte 2.
- La storia fu talmente apprezzata che nel 1989 venne realizzata una serie animata canadese, considerata uno spin-off del film dal titolo “In che mondo sei Beetlejuice?”. Arrivò in Italia solo nel 1998 contando ben 4 stagioni e con la sigla cantata da Cristina D’Avena. La serie ha rivisitato il rapporto tra Lydia e Beetlejuice, che nelle varie puntate la accompagna nell’Altro Mondo per incredibili avventure.
- Il nome del protagonista che leggiamo più volte durante il film, “Betelgeus”, è il nome di una stella situata nella costellazione di Orione, decima per brillantezza nel cielo e visibile a occhio nudo. Questa stella è citata più volte in grandi opere di fantascienza e ha permesso a Beetlejuice di diventare una stella della cultura pop anni ‘80/’90.
- Tim Burton aveva immaginato un altro attore nei panni del protagonista, Sammy Davis Jr. aveva circa 60 anni all’epoca e ai suoi occhi sarebbe stato perfetto. Fu David Geffen, supervisore della Warner Bros, a suggerire insistentemente Michael Keaton.
- Per il ruolo di Lydia Wynona Ryder fu in lizza con Juliette Lewis (protagonista di Natural Born Killers), ma Burton rimase impressionato dall’interpretazione della Ryder che all’epoca aveva appena 17 anni.
- La parte di Delia Deetz era stata affidata ad Angelica Huston che però dovette rinunciarvi per problemi di salute. Quando si dice che il destino ci mette lo zampino, Catherine O’Hara (la definitiva Delia Deetz) incontrò così sul set il suo futuro marito e la Huston, di lì a poco, ci regalò una stupenda Morticia nei live-action di La famiglia Addams e La famiglia Addams 2.
- Per girare la scena più famosa del film, la cena in cui viene cantata “Day-O” (Banana Boat song, di Harry Belafonte), ci vollero ben 5 giorni. Davvero molto tempo dedicato alla realizzazione della coreografia e degli affetti speciali in cui i gamberetti diventano mani demoniache.
- Beetlejuice e Lydia sono vestiti di rosso nel momento in cui dovrebbero essere celebrate le loro nozze, è una chiara scelta registica per rimandare al detto inglese “Married in red, better off dead”: meglio morti che sposati in rosso, in questo caso calza davvero a pennello!
- Probabilmente Tim Burton decise di far apparire per la prima volta il suo Jack Skeleton proprio in questa pellicola, nella scena in cui Beetlejuice viene evocato da Lydia, esce dal plastico di Adam sotto forma di una specie di giostra e proprio sul suo cappello ci sarebbe la testa del nostro Jack.
- Il brano “Day-O” divenuto sinonimo di Beetlejuice, è stato suonato al funerale di Glenn Shaddix, Otho nel film, morto nel settembre 2010.
- Inizialmente il finale del film prevedeva la scena dell’inseguimento di Beetlejuice da parte dei vermi della sabbia nel modellino del quartiere, ma concorderete con me e con l’entusiasmo del pubblico dell’epoca che non sarebbe stata una scelta altrettanto apprezzata. Di qui la scelta di far rivedere l’orrido Keaton in una fila infinita nella sala d’aspetto dell’Altro mondo, sempre a combinarne una delle sue.
- Nel 1990 Tim Burton commissionò a Jonathan Gems il seguito del suo film, “Beetlejuice goes Hawaiian” in cui lo spiritello avrebbe dovuto seguire la famiglia Deetz nelle Hawaii. Purtroppo c’è stato una specie di scarica barile tra registi e ancora non si vede l’ombra di questo progetto che probabilmente è stato col tempo abbandonato. Ultimamente però ci è giunta voce che il famigerato impegno sia passato nelle mani di Mike Vukadinovich, che lo scorso anno si offerto di riscrivere una sceneggiatura di Sam Grahame-Smith. Nonostante Keaton, Burton e la Ryder si siano dimostrati interessati a tornare per Beetlejuice 2, probabilmente passerà ancora molto tempo prima di rivederli negli stessi panni.