Una famiglia al limite raccontata oltre i tabù. Eccessiva, esplicita e letteralmente senza vergogna
Basata sull’omonima serie inglese creata da Paul Abbott, Shameless debutta in America nel 2011 sul canale Showtime, in un reboot sviluppato da John Wells.
Le vicende ruotano intorno ai Gallagher, una famiglia estremamente povera del South Side di Chicago, e al loro modo di sopravvivere in una casa fatiscente di un quartiere semi-abbandonato. Sebbene ognuno dei sei figli che compone il nucleo familiare sia da considerarsi un vero e proprio protagonista, è Frank, il padre, a rappresentare il fulcro di ogni situazione e l’origine di ogni problema. È un alcolizzato e un tossicodipendente, abbandonato anni orsono da una moglie affetta da bipolarismo, che non ha esitato a scaricare la responsabilità della famiglia su Fiona, la figlia maggiore, fin dalla tenera età.
Di pari passo con la crescita dei fratelli, i ruoli in famiglia vanno a complicarsi e a mescolarsi con le debolezze e le difficoltà inevitabilmente causate da una vita come la loro. Lip, Ian, Carl, Debbie e Ian, con i loro progetti e le loro tragedie personali, ricoprono a turno gli stessi ruoli, conquistano la stessa importanza e hanno lo stesso potere nell’intreccio dei rapporti familiari.
L’assenza del padre, in ogni caso, sembrerebbe un bene un po’ per tutti; nei brevi intervalli di tempo in cui fa ritorno a casa, di certo non emerge nessuna parte nobile ma nascosta, nessun ammirevole intento e neanche un briciolo di amore verso i figli. Il suo ritorno è sempre motivato da necessità strettamente personali: soldi, fame e sopravvivenza. L’idea del personaggio cattivo del quale a poco a poco viene rivelato il buon cuore senza dubbio non si adatta a Frank, perché in lui egoismo e menefreghismo non hanno davvero confini.
Frank è, a mio parere, uno dei migliori personaggi degli ultimi dieci anni. È perfettamente caratterizzato ed interpretato in modo impeccabile da William H. Macy, per otto stagioni riesce a farti immedesimare nella serie, a farti divertire, illudere e a farsi odiare profondamente. Finisci per sentirti parte delle dinamiche familiari e a provare di volta in volta quello che chiunque abbia avuto a che fare con lui ha provato.
Frank Gallagher è una perla nel mare delle serie tv, quello che d’altronde è anche Shameless nel suo complesso.
Su uno sfondo grigio e drammatico, realismo e ironia vanno di pari passo nel mostrarci la vita di ognuno dei personaggi, senza mai nasconderne i difetti. Non si risparmia nessuno e non sono ammessi né santi né eroi.
Omosessualità, bullismo, amore, odio, risentimento e sogni, è tutto racchiuso in una serie eccessiva, volgare ed estremamente esplicita, indubbiamente sottovalutata, che pur essendo etichettata come “comedy” non ha niente da temere di fronte ad altri generi normalmente più acclamati.
Perciò, che siate reduci da drammi, tragedie, thriller e splatter, non vi abbandonate al pregiudizio, Shameless vi viene incontro a testa alta, per dimostrarvi che non importa quanto siate emotivamente e moralmente allenati, un Gallagher riuscirà sempre a traumatizzarvi.
La serie conta attualmente otto stagioni, trasmesse in Italia dal 2011 su Mediaset Premium, ed è stata rinnovata per una nona.
Nonostante nel nostro Paese sia molto sottovalutata, se non l’avete vista vi consiglio di recuperarla al più presto, perché, come è opinione di molti, andrebbe annoverata nella lista dei cult al pari di mostri sacri come Breaking Bad e Mad Men.
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