Ispirato ad uno dei più popolari racconti giapponesi, animato dal celebre Isao Takahata e candidato all’Oscar come miglior film d’animazione nel 2014, La storia della Principessa Splendente vi porterà in un mondo etereo e candido che vi resterà addosso come il fumo.
Questa è la storia di Kaguya, una misteriosa e bellissima fanciulla, trovata per caso da un vecchio tagliatore di bambù in una foresta. Avvolta da una luce abbagliante, viene trovata proprio all’interno di una canna: era indubbiamente una bambina, ma grande poco più di un dito indice.
L’uomo, incantato, la porta a casa e tra le braccia della moglie la piccola cresce a vista d’occhio fino a diventare una bambina come tutte le altre. Cresce davvero velocemente e durante la sua breve infanzia, dimostra subito un fascino sconfinato per la natura e gli animali.
Diventa sempre più bella, pelle dal candore lunare e lunghi capelli neri, la sua giovinezza è una gioia e una risata continua: insieme alla coppia di anziani rappresentano un idillio perfetto.
Un giorno però, il tagliatore viene abbagliato da un’altra canna di bambù: tagliandola resta travolto da una quantità incredibile di monete d’oro e ne trae la conclusione che gli dei, oltre ad avergli regalato una figlia, vogliono che la fanciulla sia cresciuta con tutti gli agi possibili. Kaguya così viene tristemente strappata dalla sua semplice vita, portata nella capitale e costretta a vivere in un palazzo lussuoso. Affidata ad un’educatrice, vestita di abiti costosi e trattata come una principessa, si sentirà ripetere ogni giorno che il suo scopo è quello di diventare la moglie del miglior partito possibile.
Non passa molto prima che la sua bellezza eterea diventi leggenda, spasimanti da molto lontano giungono alla porta del palazzo anche solo per ammirarla. La ragazza però è oltremodo riluttante all’idea e solo per non offendere gli anziani genitori, preoccupati per il suo futuro dopo la loro morte, decide di affidare delle prove da superare ai suoi cinque pretendenti più insistenti, come dimostrazione di fedeltà e amore. Queste prove sono davvero impossibili e la speranza di Kaguya è che nessuno riesca a superarle. Dietro la sua candida bellezza e il suo carattere c’è ben altro, il destino le riserva altri orizzonti e tutta la sua storia rappresenta una forte critica alla superficialità del nostro mondo. Tutto il racconto è una venerazione delle piccole cose, le modeste gioie quotidiane della vita, la semplicità e la naturalezza; è una critica verso il progresso che ci strappa dalle nostre origini e c’illude sul luogo in cui potremmo trovare la felicità.
A volte le donne sono creature adorate, ma godono di poco rispetto: Kaguya viene rinchiusa tra mura lussuose, incatenata a vestiti pregiati, sogna e rimpiange la sua casa in campagna, ma soffre in silenzio. È un simbolo di rispetto e gratitudine verso chi l’ha cresciuta pensando solo al suo bene, non accuserà mai il padre di averla resa infelice, non potrà mai sfogare la sua rabbia contro chi ha causato la sua vera miseria.
La storia della Principessa Splendente, Kaguya Hime no Monogotari: Taketori no Monogotari, è uno dei racconti popolari giapponesi più noti e amati fin dal decimo secolo, viene considerato il più antico esempio di narrativa del Sol Levante.
Takahata riesce a riempire la storia di ulteriore dolcezza e malinconia, la figura di Kaguya assumerà vari significati, questo perché il regista è riuscito pienamente nel suo intento: far immergere personalmente i sensi dello spettatore in ogni scena.
L’anime è composto da un susseguirsi di schizzi animati, disegni che sembrano incompleti e non finiti, è una tecnica difficile e davvero ammirevole a livello artistico, lascia libero l’inconscio di completare ogni cosa in base a ciò che suscita. Mancando di dettagli, infatti, sarà proprio la mente di chi guarda a dover “riempire” gli spazi bianchi, una via di mezzo tra il lavoro di fantasia che comincia leggendo un libro e immaginando paesaggi e personaggi, e il lavoro invece di ammirazione che scatta nel seguire un film con scene dettagliate in cui tutto è “ben visibile”.
La visione di questa pellicola è personalmente attiva, lo spettatore è portato ad immedesimarsi maggiormente nella storia, viene come rapito, tanto da sentire il tepore del sole, il profumo della primavera, l’umidità della foresta, il freddo secco dell’inverno innevato. Regala sicuramente un’esperienza personale celata da un’accurata scelta artistica e registica, lontana dalle ultime innovazioni tecnologiche.
Isao Takahata nacque ad Ise nel 1935, dopo la sua scomparsa ad aprile 2018 ha lasciato tutti in balia dei ricordi delle sue opere. Ormai celebre per il suo lavoro nel mondo degli anime e per la sua collaborazione con Hayao Miyazaki e lo Studio Ghibli, ci ha lasciato una forte impronta nel cuore.
Non tutte le sue opere purtroppo sono giunte in Italia, dalla sua prima direzione registica in “La grande avventura del piccolo principe Valiant” riscuote molto successo e comincia ad animare e riprodurre romanzi di letteratura, ha prodotto Heidi, Marco-Dagli Appennini alle Ande (da Cuore), e Anna dai capelli rossi. Nel 1984 produce Nausicaa della valle del vento, nel 1987 Laputa castello nel cielo,nel 1988 Il mio vicino Totoro e nello stesso anno firma la regia dello straziante Una tomba per le lucciole, solo per citarne qualcuno. Dopo vari anni di accurata esperienza il 2005 è quello dell’ispirazione per La storia della Principessa Splendente (Taketori no Monogotari, letteralmente “Il racconto di un taglia bambù”), 8 anni di lavorazione e studio prima della sua uscita nel 2013.
Recentementa la Kappalab ha ristampato il racconto storico originale di Ippei Otsuka, raccolto in un volume contenente anche i racconti Marco-Dagli Appennini alle Ande di Edmondo De Amicis e Goshu il violoncellista di Kenji Miyazawa.
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