Dal Japanium all’energia Getter. Dall’eroe solitario alla prima triade che, unendo le forze di tre piloti, sconfigge l’invasore. Benvenuti nel mondo di Getter Robot
Getter Robot (in Italia Space Robot) è una creatura nagaiana affascinante. A dire il vero, quando si tratta del padre dei super robot, ogni creatura, nessuna esclusa, lo è. Tuttavia Getter Robot, sin dalla sua prima apparizione, riusciva a conquistarsi un posto d’onore tra i giganti robotici; compito non facile visto che, correva l’anno 1974, la programmazione di Mazinger Z era in corso. Nell’immediato divenire, con un Go Nagai come un fiume in piena, il Getter lascerà il posto ad altri per venire ripreso più tardi, quando la sete di conoscenza e la smania poetica del Maestro fu in parte calmata dalla creazione di Great Mazinger e Kotetsu Jeeg. Go Nagai infatti rimarrà dietro le quinte, lasciando completare e condurre il progetto Getter all’allievo e collega Ken Ishikawa fino a farla divenire una creatura di esclusivo appannaggio di quest’ultimo.
Getter Robot si configura come un punto di passaggio fondamentale e soprattutto, il consolidarsi delle scelte creative prese con Mazinger Z. Come quest’ultimo, il Getter ha un aspetto demoniaco, occhi vuoti che ne connotano l’estraneità all’uomo. L’assenza di pupille nel robot è simbolicamente l’abbandono dell’ultimo tratto magico. I super robot sono creature di cui aver timore, a differenza dei proto – super robot che avevano caratterizzato i primi anni settanta. Il Getter è una macchina, anzi tre macchine assemblabili, inerte e controllabile, costruita dalla scienza umana.
Ma Nagai, se da una parte consolida il reparto tecnico delle sue storie, costruisce basi scientifiche, un quartier generale, e conferma l’attitudine paterna dello scienziato verso gli eroi, dall’altra si spinge oltre introducendo nuove inquietudini. Tra tutte, la morte di un eroe.
Getter Robot nasce come mezzo meccanico per esplorare lo spazio. Il dottor Saotome ha scoperto i raggi getter, un’energia pulita che l’Istituto Saotome appunto, studia come convogliare e utilizzare. Il Getter inizialmente è solo un prototipo e prende vita con l’aggancio di tre navette, le Getter Machine: Eagle, Jaguar e Bear. A seconda di quale navetta prende il comando avremo tre tipi di Getter in grado di combattere rispettivamente in aria, sotto terra e in mare. I nostri eroi, ognuno alla guida di una navetta, sono Ryoma, Hayato Jin e il judoka Musashi Tomoe. La figlia di Saotome, Michiru, è invece alla guida della Command Machine, una navicella con funzioni di perlustrazione e supporto.
Questa volta il temibile nemico che vuole conquistare la Terra, si annida nel sottosuolo. L’impero dei dinosauri, con a capo il terrificante Gol, deve annientare i raggi getter letali per la razza prima di potere nuovamente dominare sul nostro mondo.
È davvero affascinante quanto accade in questa serie. Come in tutte le trasposizioni animate delle opere di Nagai, molta della tracotante violenza e tragicità, lascia spazio ad esigenze di narrazione differenti, ma lo schianto di Musashi alla guida della Command Machine è doloroso in qualsiasi forma lo si voglia affrontare.
Musashi ha in sé la declinazione tragica del Kamikaze, non a caso tra gli oggetti che porta sempre con sé figura una katana, anche se il finale di Getter è davvero ambiguo. Non è dato sapere se lo schianto di Musashi sia voluto o più semplicemente una tragica fatalità; quello che è certo è che il nostro pilota è pronto all’estremo sacrificio pur di salvare una situazione disperata. Si prospettano nuovi orizzonti, si azzardano scelte narrative che si riveleranno riuscite e vincenti. Go Nagai, ancora una volta, colpisce senza indugiare e fa centro.
E mentre il nostro passato rigurgita dalle viscere della Terra, smanioso e pronto a riappropriarsi dei suoi privilegi, e un coprotagonista goffo si immola per la salvezza di tutti, Go Nagai sferra il colpo che ha garantito a Getter Robot di conquistarsi un posto speciale tra gli appassionati delle sue opere. Se i dinosauri hanno potuto conservarsi fino ai giorni nostri, è stato merito di un demone: Yura. Mentre gli eroi piangono la morte di Musashi, l’impero dei Cento Demoni è pronto a farsi avanti. Soltanto un anno prima il Maestro Nagai ci aveva condotto in un viaggio senza ritorno con la parabola di Devilman.
Il mondo di Nagai è un ricco tesoro di riflessioni sull’umana miseria; gli indizi vanno soltanto collegati. Quella di Getter Robot è una saga complessa fatta di sette storiche produzioni tra anime e manga, più due spin-off godibilissimi: Great Mazinger contro Getta Robot e Great Mazinger contro Getta Robot G. Tuttavia la prima serie svela un marchio di fabbrica inconfondibile. Le successive, con un fantastico Ishikawa alla guida, consegneranno le vicende del Getter al filone apocalittico rendendolo, se possibile, ancora più grande.
La strabiliante strada del Getter è fatta di andate e ritorni, di intuizioni gloriose e certezze quasi algebriche. Se è vero che tra le creature leggendarie si annidano i tasselli per la comprensione di un pensiero unico e logico, nelle opere minori (se così si può definire Getter Robot in relazione a Go Nagai) si celano gli snodi senza i quali, la bellezza e grandiosità della filosofia nagaiana sarebbe compromessa. E forse non c’è peccato più grande.
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