In casa Planet Manga arriva Slam Dunk: Restyled Edition, versione rivista e corretta di un classico. Un manga che della bellezza dello sport, e del basket in particolare, ne ha fatto messaggio universale per un’intera generazione
Il Giappone si sa, è il Paese innamorato del baseball. I Maestri del fumetto nipponico ci hanno regalato storie bellissime, vite di ragazzi spese a inseguire sogni di gloria, a impegnare la loro preziosa energia vitale nello sport. Ci hanno raccontato una meta chiamata Koshien, chissà quante volte. Chi ha divorato centinaia di manga negli anni, sa perfettamente di cosa parlo.
Indubbiamente, sino all’arrivo di Slam Dunk, il basket era considerato uno sport minore nel Paese del Sol Levante, aspetto che si rifletteva anche nelle pubblicazioni. Solo il temerario Dash Kappei, Gigi Sullivan se preferite, si era cimentato in questa disciplina, tra risate e fanta-sport per poi, lo sappiamo, dedicarsi ad altro con risultati eccellenti (hockey, ping pong). Tuttavia agli inizi degli anni Novanta, qualcosa stava per cambiare. L’amore per la pallacanestro cominciava a diffondersi a macchia d’olio contagiando giovani e non, con una rapidità incredibile.
Sarà stata la fortuna, il destino. Sarà che Takehiko Inoue, da ragazzo, di spokon (manga sportivi) ne aveva letti davvero tanti e con suo grande rammarico, nessuno sul basket, la sua grande passione. Un vuoto enorme che sentiva l’esigenza di riempire. Le Olimpiadi di Barcellona (1992) erano dietro l’angolo, il Dream Team più famoso di sempre stava per fare il suo esordio. Il mondo al di fuori dagli USA era finalmente pronto per riempirsi gli occhi di stupore. Dodici cestisti, dodici fuoriclasse.
Solo un anno prima delle predette Olimpiadi, Inoue Sensei iniziava la serializzazione di Slam Dunk per Shūeisha. Per chi l’opera l’ha già letta, ma anche per coloro che si apprestano a farlo per la prima volta (non facciamo spoiler tranquilli), è cosa nota che i primi nove volumi del manga di basket ne parlano certo, ma non come avverrà con lo sviluppo della storia a partire, idealmente, dal volume dieci in poi ( con l’incontro disputato tra le squadre Shohoku e Shoyo).
Slam Dunk, ci racconta la vita da liceale di Hanamichi Sakuragi, un teppistello che s’iscrive al primo anno della scuola superiore Shohoku. Hanamichi passa le sue giornate tra risse e abbordaggi malriusciti delle ragazze, motivo che lo porta ad essere continuamente deriso dai suoi compagni. Un giorno, una bella ragazza di nome Haruko Akagi, sorella di Takenori, capitano della squadra di basket del liceo Shohoku, noterà Hanamichi, o meglio il suo fisico che, a suo parere, è perfetto per un giocatore di pallacanestro. La nostra matricola non resiste alle moine senza malizia di Haruko e per conquistarla, decide di proporsi alla squadra. Hanamichi non ha mai giocato, non conosce nemmeno i fondamentali e questo lo costringerà ad allenarsi duramente e a non poter prendere parte nemmeno alle partite di allenamento. In cerca di una motivazione che lo spronasse a dare il meglio di sé, e che sembrava non essere nascosta da nessuna parte, il nostro protagonista la troverà inaspettatamente nel nuovo arrivato Kaede Rukawa, stella nascente del basket, idolatrato dalle ragazze (e anche da me, lo adoravo).
Queste sono le premesse della storia di Inoue Sensei. Seguiremo i progressi di Hanamichi e della squadra dello Shohoku sino al campionato nazionale interscolastico e assisteremo commossi alla sua conclusione. Un finale, quello di Slam Dunk che da molti è stato definito deludente. Il Maestro Inoue ha un problema con gli epiloghi, è cosa nota. Basta nominare Real e Vagabond e i suoi fan sentono esplodere la bile. Slam Dunk intanto un finale ce l’ha e a mio modestissimo parere, chiude perfettamente la parabola di Hanamichi e compagni.
A ogni modo, giudizio unanime vuole che Slam Dunk sia davvero, davvero bello. Una serie corposa in cui non manca nulla. Una lettura appassionante e divertente che non stanca mai, perché Inoue ha la straordinaria capacità di trasmettere il suo entusiasmo, di travolgerci e farci sentire parte di una grande famiglia.
Se le premesse, la prima parte ideale di quest’opera, sono intrise di comicità riuscita davvero bene, con l’evolversi degli eventi Slam Dunk si riempie di realismo, passione smisurata per il basket, fatica, sudore e lacrime sincere, senza tuttavia mai far smettere di sorridere il lettore. Un contenitore dove mettere dentro tutto, con maestria, capacità che prende forma oltre che con la scrittura con il disegno. Fisici statuari, sudore vivo e poi improvvisamente esilaranti deformed che hanno contribuito non poco al ricordo sempre vivo di questo titolo.
Arriva e travolge la passione dell’Autore per lo sport, il suo maniacale omaggio alle prodezze dei fuoriclasse che giungono dall’altra parte del mondo e che lui, con la sua caparbietà, ha contribuito a far conoscere in Giappone. Tutto questo non ci ha messo molto a raggiungere anche noi che, nel 1997, leggemmo per la prima volta la serie, pubblicata da Planet Manga e oggi riproposta per il gaudio e giubilo degli affezionati e di tutti coloro che hanno visto l’anime (bellissimo) o di Hanamichi Sakuragi in generale e del suo leggendario rimbalzo. Trovare qualcuno che non conosca questo titolo è difficile quanto scovare un essere umano che non abbia mai sentito parlare di Capitan Tsubasa o di Dragon Ball.
In questo fumetto c’è la storia del basket raccolta in 31 volumi (prima edizione). Tuttavia i nostri protagonisti sono parte di un racconto senza future glorie, mondiali, Olimpiadi. Siamo al liceo, la vita dei ragazzi si concentra tutta a scuola e quello che accadrà in quegli anni se lo ricorderanno per sempre. Un tiro che conduce la propria squadra alla vittoria è un ricordo prezioso, e prima ancora è un istante che un ragazzo è in grado di vivere con un’intensità che non si ripeterà mai più. Tutti dovremmo ricordare quei momenti e farne tesoro. E così lo Shohoku ha le divise che ricordano i Chicago Bulls; la squadra del Kainan quelle dei Lakers. Il liceo Shoyo si veste dei colori del Celtics. Hanamichi Sakuragi è mostruoso nei rimbalzi come Dennis Rodman, Maki del Kainan è Magic Johnson, Hiroshi Morishige è Shaquille O’Neal. Potrei continuare all’infinito. E non è solo la devozione dell’Autore a giocatori leggendari che si riversa su tavola. Sono i sogni dei ragazzi di Slam Dunk che prendono vita. Loro non somigliano a quei campioni; sono quei campioni.
Scevro da inutili parossismi, Hanamichi è uno sbandato che trova la retta via grazie al basket, nel gioco di squadra e nella rivalità sana che soltanto lo sport può insegnare.
Grandi titoli ci hanno commosso e fatto riflettere. Abbiamo avuto la fortuna di fare la conoscenza di eroi che sono arrivati a dare la propria vita combattendo sul ring come Jō Yabuki, sopraffatto dalla sua stessa passione. Ci siamo imbattuti in Naoto Date che per combattere lealmente ha dovuto violentare la sua volontà distorta da spietate macchine da guerra. Qui è tutto diverso. L’impresa eccezionale è togliersi dalla strada, ripudiare il bullismo, darsi un obiettivo. La normalità è l’impresa che i ragazzi devono affrontare; eccome se lo è.
Sì perché Slam Dunk, non è un semplice spokon. È una critica feroce alla società e ai suoi enormi limiti quando si parla di educazione. È un insegnamento prezioso sulle ancore di salvezza nel periodo della formazione, nel delicato passaggio dall’età adolescenziale a quella adulta. In questo caso è il basket a salvarli dalla strada e dall’abbandono scolastico. E non c’è nessun talento mostruoso da scoprire, nessun futuro campione del mondo. Ci sono i ragazzi e c’è lo sport. Inoue racconta un semplice campionato interscolastico ma i suoi protagonisti ce la mettono tutta perché per loro, in quel momento, è la vita stessa. Tutto questo arriva, diretto, in modo talmente appassionato da commuovere. Ecco perché Slam Dunk è un capolavoro senza eguali.
Dietro tutto questo c’è un Autore magnifico, uno sceneggiatore incredibile e un tratto unico, perfetto. Takehiko Inoue, l’allievo nientemeno che di Tsukasa Hojo ha saputo racchiudere nella sua Opera tutto il suo background lavorativo, le sue passioni e l’amore per la sua famiglia. Sarebbe stato il nonno del Sensei uno dei primi estimatori del suo lavoro che sappiamo aver detto al nipote di essere in grado di disegnare le chiome dei suoi personaggi così bene da risultare vere. Come dargli torto.
Non c’è aspetto che non faccia di questo spokon un gioiello, un capolavoro in grado di invecchiare benissimo, tanto da essere tutti ancora qui a volere la nuova edizione per rileggere la storia di Hanamichi Sakuragi e dei suoi compagni. Perché siamo noi la squadra del liceo Shohoku e lo sono i ragazzi di oggi con i loro preziosissimi sogni di gloria.
Cosa sappiamo della nuova edizione?
Slam Dunk Restyled Edition, godrà di nuova traduzione e nuova suddivisione in capitoli. La serie sarà composta da 20 volumi, al prezzo di 7,00 Euro ciascuno. Il primo numero uscirà il 12 settembre 2019, ogni albo avrà la sovraccoperta e circa 300 pagine per 11,5×17,5.
Ecco da Anteprima la copertina del primo volume!