Daredevil è entrato ufficialmente nel Fresh Start della Marvel con una nuova, interessantissima serie scritta da Chip Zdarsky e disegnata dallo straordinario Marco Checchetto. In questa recensione approfondiremo “Conosci la Paura“, il primo arco narrativo pubblicato nei numeri 1-5 della serie regolare
Daredevil non è una serie semplice da gestire per un nuovo team creativo. Se non bastasse il confronto con il passato, che ha consegnato alla storia cicli memorabili, scritti da alcuni dei migliori autori della storia dei comics, da Frank Miller ad Ann Nocenti, da Brian Micheal Bendis ad Ed Brubaker, fino ad arrivare al recente ciclo di Mark Waid, solo per citarne alcuni, dall’inizio degli anni 2000 si è instaurata una curiosa consuetudine al momento del passaggio di consegne tra una gestione e l’altra: lo status quo del personaggio viene sempre pesantemente modificato dallo scrittore in carica con un cliffhanger, in modo da rendere “difficile” la vita del sostituto. Se Bendis aveva lasciato Matt Murdock in prigione con l’accusa di essere Daredevil, Brubaker lo aveva abbandonato a capo della Mano; se con Mark Waid il nostro protagonista era rimasto a San Francisco senza un lavoro, con Charles Soule (autore di un ciclo di storie mai davvero entrato nel cuore di fan e critica) il Diavolo Rosso si è ritrovato addirittura in un letto di ospedale, alle prese con i postumi di un incidente stradale quasi mortale, al termine della saga intitolata in modo profetico e quasi minaccioso The Death of Daredevil.
In questo scenario è chiamato a muoversi il nuovo scrittore della serie, quel Chip Zdarsky che tanto bene ha fatto parlare di sé alla Marvel, grazie a piccoli gioielli come Marvel Two-in-One, Howard the Duck, ma soprattutto Peter Parker the Spectacular Spider-Man, serie premiata anche con un Eisner Award. Per il primo arco di storie della sua gestione, intitolato Conosci la Paura e pubblicato dal numero 1 di febbraio al numero 5 di novembre della serie regolare di Daredevil, edita come sempre da Panini Comics, l’autore canadese mostra un Matt Murdock uscito dalla riabilitazione (narrata da Jad Mckay e Danilo Beyruth nella miniserie Man Without Fear) e ansioso di tornare nei panni di Daredevil, come un animale imprigionato di uscire dalla sua gabbia. Qualcosa però va storto: il suo corpo non è pronto, commette un errore da principiante e ben presto si ritrova ricercato dalle autorità. Ma Matt è un uomo che non si arrende mai e, guidato da una volontà ferrea che sconfina a tratti nell’ossessione, si getta nella mischia per tentare di aggiustare le cose.
Presto si accorge di quanto la situazione sia complicata: la polizia- guidata dalla new entry del cast, il detective tutto d’un pezzo Cole North, arrivato in città da Chicago con l’obiettivo di ripulire New York dai vigilanti- gli dà la caccia e il nostro eroe comincia a perdere lucidità, mentre Kingpin osserva divertito le disavventure del suo arcinemico dalla sua poltrona di Sindaco di New York. Dopo un’ultima azione tanto eroica quanto sconsiderata contro la banda del Gufo e un confronto con alcuni colleghi vigilanti come The Punisher, i Defenders e addirittura Spider-Man, Daredevil prende una sconvolgente decisione che condizionerà la serie nei numeri a venire.
Zdarsky affronta la sfida di scrivere la serie del Diavolo Rosso ben conoscendo la necessità di tenere conto, oltre che dell’illustre passato fumettistico del personaggio, anche delle atmosfere dark della serie tv di Netflix, e crea un intreccio per il suo primo arco narrativo, che risulta un mix sapientemente dosato di stili, con un focus particolare sui metodi violenti dei vigilanti e sulle conseguenze delle loro azioni sulla vita delle persone.
Con scene di azione mozzafiato in ambientazione urbana alla Frank Miller, (davvero pazzesche sono la scazzottata con il Detective Cole nel ring di strada formato dalla polizia e il confronto col Punisher nel suo covo) e con salti nel passato del personaggio, che ricordano l’approccio più intimista alla Mark Waid, teso a mostrare il percorso con cui Matt tenta quotidianamente di conciliare l’uso della violenza con i suoi principi morali, lo scrittore crea una storia emozionante che soddisfa il palato esigente dei fan della serie, dando la sensazione di non aver solo proposto l’ennesima variazione sul canovaccio creato da Frank Miller, ma di aver dato vita a qualcosa di nuovo. Il finale, poi, concentra tutto il phatos su Matt Murdock, sulla sua mente contorta, e spariglia davvero le carte, aprendo le porte a sviluppi tanto imprevedibili quanto affascinanti.
Nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza l’apporto grafico del nostro Marco Checchetto, disegnatore padovano nominato tra gli Young Guns del 2018, un gruppo di artisti di talento su cui la Marvel punta pesantemente per il futuro, affidando loro progetti importanti e copertine speciali.
Il tratto di Checchetto, che già si era cimentato su Daredevil in passato, non è stato mai così maturo: l’autore cura in maniera maniacale ogni dettaglio, dagli sfondi al costume (tornato quello rosso tradizionale ma con dettagli più realistici: i guanti, il pantalone), gioca sapientemente con le ombre per rendere al meglio gli stati d’animo dei personaggi e le ambientazioni notturne e, grazie anche ad un’impostazione lineare della pagina, riesce a trasferire alla sceneggiatura di Zdarsky un realismo che ha dell’incredibile. Provare a dare un’occhiata alle scene d’azione e alla resa quasi fotografica di Hell’s Kitchen per credere.
Non solo: Checchetto decide di allontanarsi dichiaratamente dalla recente tendenza della serie di ritrarre i personaggi con le fattezze degli attori di Netflix, e riscopre alcuni dettagli più tradizionali del character design dei protagonisti. Matt Murdock assomiglia così a Robert Redford, proprio come amava ritrarlo David Mazzuchelli, Kingpin è una montagna umana senza collo ed Elektra (ancora non comparsa nella serie, ma in dirittura d’arrivo, come dimostrato dalle immagini trapelate in rete) ha i capelli ricci, secondo l’insegnamento di John Romita Junior, e le pose di Daredevil nelle scene d’azione ricordano tanto quelle più iconiche ideate da Joe Quesada.
Insomma siamo di fronte ad un piccolo capolavoro artistico; per chi volesse gustarselo fino in fondo, consigliamo vivamente di recuperare l’Artist Edition del numero uno della serie, lanciata da Panini a Lucca Comics & Games 2019. Si tratta davvero di una chicca, poiché permette di apprezzare appieno sia la bravura del disegnatore padovano, (grazie al formato più grande di quello tradizionale e alla scelta di pubblicare le tavole in bianco e nero), sia le sceneggiature dello scrittore canadese, di grande impatto nella loro semplicità.
Daredevil non è una serie semplice da gestire per un nuovo team creativo, ma il duo Zdarsky e Checchetto ha sicuramente iniziato col botto, con un primo ciclo di storie che già si candida a diventare un classico del Diavolo Rosso. Non resta che aspettare i prossimi numeri, per gustarsi gli sviluppi di una delle migliori serie Marvel attualmente sulla piazza.
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