Dopo Il Porto Proibito, tornano Teresa Radice e Stefano Turconi con una serie di racconti sulle Ragazze del Pillar, luogo iconico dove molti cuori sono stati infranti
Siamo rimasti letteralmente inebriati dall’atmosfera creata nel racconto de Il Porto Proibito. Vascelli fiabeschi, amori poetici, storie di vita che non lasciavano affatto indifferenti. Tutto accompagnato da una dose di coraggio e una voglia di vivere che appartengono solo a chi ha conosciuto dolore e sofferenza.
Non era facile abbandonare quel mondo così ben costruito, quei paesaggi, quelle persone, quei sapori. Con Le ragazze del Pillar è come aprire una scatola di vecchie foto, guardare di nuovo gli occhi di quelle persone che ci hanno resi partecipi delle loro vite. Sguardi che ci ricordano anche chi non c’è più e i cambiamenti che ci sono stati nel frattempo. Aprirete il volume con la voglia di “rincasare” in quei luoghi che sono stati sia tangibili che immaginabili.
Non vi posso negare che leggerete tutto con un bel nodo alla gola. Quando si torna in un posto, bisogna fare i conti col bagaglio che ci si porta dietro. Qualcuno non c’è più, dunque è necessario fare i conti con chi è rimasto, sopravvivendo alle assenze. Ma Playmouth è una terra sempre viva, mai ferma ad osservare chi viene e chi va. Una delle frasi insegnate in questo porto è stata “Il più grosso rischio è non rischiare”. Quindi eccoci qui, di nuovo pronti a salpare e a tracciare nuove rotte!
Si riapre la porta del Pillar to Post, una casa per “gentildonne” provenienti da ogni parte del mondo. Donne con un passato difficile, un futuro incerto e un presente in cui lottare.
Nei primi dell’800 l’indipendenza della donna non era proprio contemplabile. La massima aspirazione era sposare un uomo in grado di poter mantenere una famiglia per il resto della propria vita. Cosa accadeva dunque a quelle donne abbandonate e derise dal destino? Cercare lavori a volte umilianti o che a malapena bastavano per sfamarsi. Il Pillar era una casa per queste donne, oltre ad un posto per guadagnare il necessario per la sopravvivenza, rappresentava un luogo in cui essere rispettate e protette.
Se la prostituta è il mestiere più vecchio del mondo, la gentilezza e la delicatezza con cui trattare l’argomento è davvero per pochi. Teresa Radice e Stefano Turconi sono riusciti a creare una serie di racconti su donne dalla personalità forte e dall’animo puro e casto. Non si percepisce un filo di volgarità e i rapporti che sono approfonditi non fanno che insegnare rispetto e speranza.
In questo primo volume si entra nella vita di June e in quelle di Lizzie, due donne molto diverse tra loro. La prima dai tratti orientali e pronta all’avventura, la seconda dai tratti aristocratici e amante della bella vita. Unite dal cammino impervio del loro destino, apriranno il loro cuore alla vita lottando per ottenere ciò che è giusto.
Se leggendo Il Porto Proibito vi è sembrato di sentire il verso dei gabbiani e l’odore di salsedine, con Le ragazze del Pillar, potrete udire il rumore dei passi su quelle strade acciottolate e le chiacchiere dei marinai, sempre cariche di storie di ogni genere. I disegni restano sempre un punto forte di questi autori, i tratti a matita e vagamente disneyani rendono tutto fantastico e sospeso. Questa volta le pagine sono interamente a colori, rendendo tutto più coinvolgente e visibilmente appagante. Come per ogni volume creato da questa coppia di autori, dietro c’è una ricerca meticolosa e ammirabile per i dettagli e i rifacimenti storici. Dagli oggetti usati al più banale ornamento. Luoghi, colori, abiti, stoffe e ricami studiati e riprodotti minuziosamente, tutto riportato nelle ultime pagine in cui potrete entrare nel pieno dell’epoca.
Teresa Radice e Stefano Turconi vivono disegnando e creando storie. Sono stati legati fin da subito dalla passione dei viaggi, dalle letture e dai sogni fatti ad occhi aperti. Dopo essersi scambiati la promessa di amore eterno sono partiti con lo zaino in spalla alla scoperta del mondo. I loro primi lavori sono arrivati sulle pagine di Topolino, tra il 2009 e il 2015. Nel 2011 si stabiliscono nella Casa Senza Nord (nome del loro blog e pagina Instagram) e qui hanno dato modo ai grandi progetti di uscire dal cassetto. Nel 2013 esce Viola Giramondo, pubblicato da Tunué, nel 2015 il già citato Il Porto Proibito per BAO Publishing, editore per il quale nel 2017 pubblicano anche Non stancarti di andare. Il 2018 è stato l’anno della pubblicazione di Tosca dei Boschi e finalmente nel 2019 sono tornati sulle atmosfere de Il Porto Proibito con il primo volume de Le ragazze del Pillar.
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