> Rush finale per i nostri appuntamenti con Aspettando Dawn of X, con cui abbiamo percorso, settimana per settimana, i capitoli che compongono House of X e Powers of X, le due miniserie con cui Jonathan Hickman ha iniziato a costruire la sua era mutante. Con House of X #5 entriamo nella fase finale, con solo tre numeri mancanti all’appello
Credevamo di non riuscire più a essere stupiti, pensavamo che le frecce nell’arco dell’autore si fossero, perlomeno per questa fase iniziale, esaurite. Da lettori ci aspettavamo una soluzione banale a quanto successo nelle pagine di House of X #4, alla missione suicida con cui Wolverine, Ciclope e molti altri X-Men hanno perso la vita, in un massacro con pochi precedenti. Era chiaro, dalla lettura di Powers of X #4, che Xavier avesse in mente un modo per farli tornare in vita. Eppure ciò che stupisce nel nuovo numero non è il cosa, ma il come.
Utilizzando un archivio di DNA mutante costruito da Sinistro, come visto in PoX #4, i mutanti di Krakoa sono capaci di riportare alla vita i morti, e per farlo utilizzano un gruppo di cinque mutanti, i cui poteri singolarmente non sarebbero minimamente in grado di realizzare un simile, eretico e dissacrante, obiettivo. Troviamo così una nuova importanza per personaggi come Fabio Medina (noto come Goldballs o Palle D’Oro), Proteus, Elixir, Tempus e Hope, a dir poco fondamentali, ognuno con una sua specifica caratteristica, per consentire il ritorno dalla morte dei mutanti: i cinque danno vita ai corpi, mentre Xavier, tramite Cerebro, dona nuovamente loro la propria mente. Addirittura, nelle pagine di approfondimento, scopriamo come il piano di Xavier sia così ambizioso da voler riportare in vita tutti coloro che hanno perso la vita nel genocidio di Genosha (dalla storica gestione di Grant Morrison, nello story arc E come Extinzione).
Eppure il contenuto di questo capitolo, denso come pochi altri, non si ferma solo qui: da un lato abbiamo il proseguire delle azioni politiche per il riconoscimento di Krakoa, rendendola una vera e propria nazione mutante riconosciuta dal mondo, una terra del sogno in cui non ambire più all’integrazione, obiettivo fin troppe volte lambito prima di una nuova caduta nel dolore della discriminazione; dall’altro, proprio sull’isola di Krakoa, assistiamo a pagine a dir poco inquietanti, colme di un fervore quasi religioso.
Il ritorno dalla morte degli X-Men viene infatti festeggiato in una cerimonia pubblica, con un pubblico inneggiante a quei simboli, come fossero degli dei scesi dall’Olimpo per loro. Un bagno di folla, in pagine che iniziano a mostrare l’altra faccia della radicalizzazione della politica di Xavier. La mancanza di integrazione porta i mutanti a unirsi in un unico grande popolo, di cui gli X-Men diventano il simbolo di una lotta durata fin troppo, in un fanatismo che ha tutta l’aria di un estremismo religioso.
Una unione in grado di attirare su Krakoa anche mutanti come Apocalisse, sancendo la definitiva caduta degli X-Men dal paradiso degli eroi, rendendo Xavier e i suoi uomini dei guerrieri dediti a una sola causa: quella degli homo superior. Cadono le differenze, cadono i muri, in virtù di un obiettivo più grande, fermare la ruota del destino a cui Moira ha assistito per fin troppe vite. Saranno davvero riusciti a fermare la creazione di Nimrod con la distruzione di Mother Mold nella base di Orchis?
House of X #5 è un capitolo decisamente forte, che pone le basi per la prossima fase dell’era di Hickman. Il mondo dei mutanti continua a evolversi, a mutare, mentre il piano di Xavier si svela di pagina in pagina, eppure a tre capitoli dalla fine, le domande restano comunque molte. Con un’unica certezza: le minacce, per il popolo di Krakoa, non sono sicuramente finite.
House of X e Powers of X sono due miniserie di sei capitoli l’una intimamente legata l’una con l’altra, in Italia proposte nell’ordine originale statunitense e a cadenza settimanale. Il prossimo numero, in uscita settimana prossima, è Powers of X #5!
