Oggi vogliamo ricordare il grande Rocky Johnson, un grande lottatore che ha contribuito all’emancipazione della comunità afroamericana nel wrestling, nonché padre di Dwayne “The Rock” Johnson
Un altro protagonista degli anni Settanta e Ottanta del wrestling se n’è andato. E ogni volta che succede una cosa del genere, noi fan quarantenni ci ricordiamo che, nonostante il nostro spirito, la carta d’identità ci indica inesorabilmente che siamo degli adulti da un pezzo.
Qualche giorno fa, esattamente il 15 gennaio, è morto a 75 anni Rocky Johnson. Nonostante la sua carriera nello sport-spettacolo sia stata di primo piano, gli appassionati più giovani lo conoscono soprattutto per aver dato i natali a un altro ex lottatore, oggi attore di grande successo a Hollywood: un certo Dwayne “The Rock” Johnson. Anche fosse solo per quello, meriterebbe comunque un posto fisso nell’olimpo di coloro che hanno contribuito in qualche modo al successo del business, come lo chiamano gli americani. Ma Rocky Johnson è stato molto di più che solo il padre di The Rock, ovviamente.
Nato in Canada nel 1944, a dire il vero all’inizio si allenava per diventare un pugile, ma il wrestling diviene ben presto la sua vera passione. Il debutto sul ring avviene verso la metà degli anni Sessanta nella National Wrestling Alliance che, ai tempi, era l’organo di governo delle varie federazioni locali. Uno dei suoi allenatori è il leggendario “High Chief” Peter Maivia proveniente da una vera e propria dinastia del wrestling: la famiglia samoana degli Anoa’i (di cui fa parte anche l’odierna stella della WWE Roman Reigns). Johnson ha moglie e due figli ma la frequentazione con casa Anoa’i lo porta a conoscere e ad innamorarsi della figlia di Maivia, Ata. Fra i due comincia una relazione. All’inizio, il lottatore e allenatore samoano non ne è affatto felice, non tanto perché Rocky non fosse un bravo ragazzo, ma perché High Chief avrebbe voluto risparmiare alla figlia l’esperienza di condividere la vita di viaggi e sacrifici di un wrestler, che lui conosceva molto bene. Nonostante tutto, dalla relazione fra i due, nel 1972 sarebbe nato proprio il piccolo Dwayne che, prima ancora di indossare lui stesso gli stivaletti da wrestler, sarebbe stato avvistato nelle arene americane, seduto fra il pubblico durante i match del padre.
Il problema è che, alla nascita del futuro The Rock, Soulman – come veniva chiamato Johnson – è ancora sposato e otterrà il divorzio solo nel 1978, anno in cui sposerà finalmente Ata.
Nel frattempo ha qualche opportunità di lottare per il titolo del mondo, ma le sue caratteristiche sono più quelle del wrestler di coppia. Ed è proprio in questa categoria che Rocky otterrà i riconoscimenti più importanti. Soprattutto nella World Wrestling Federation, con la quale firma un contratto nel 1982, proprio negli anni del boom del wrestling, quando Vince McMahon ha l’intuizione di superare il sistema dei “territori” e di rendere la propria federazione nazionale e, conseguentemente, ottenere anche un’esposizione internazionale.
In WWF, Rocky Johnson forma il team dei Soul Patrol con un altro wrestler di colore, Tony Atlas. Entrambi hanno il fisico da culturista e insieme sembrano inarrestabili, tanto che ben presto arrivano sul gradino più alto della categoria. Il 15 novembre del 1983, sconfiggendo la mitica coppia dei Wild Samoans, i Soul Patrol si laureano campioni e stabiliscono uno storico record: sono i primi atleti afroamericani ad aver mai detenuto quelle cinture. Uno straordinario traguardo per due lottatori che per lunghi anni avevano dovuto combattere anche fuori dal ring contro un avversario molto più subdolo: i pregiudizi razziali del proprio tempo.
Dopo il ritiro, Johnson si sarebbe dedicato ad allenare il figlio che – sembra una battuta ma è vero – avrebbe fatto il suo esordio sul ring con il nome di Rocky Maivia (un mix di padre e nonno). Nonostante la partecipazione on screen di Johnson a supporto del figlio in alcuni show della WWF, il bravo ragazzo Rocky Maivia non sembra però funzionare con il pubblico. Per fortuna di tutti noi (anche di suo padre), quindi, ben presto Dwayne si sarebbe “trasformato” in The Rock, “l’uomo più elettrizzante in tutte le forme di intrattenimento”, wrestling in primis.
Nel 2008, finalmente, Johnson ottiene il suo meritato posto nella WWE Hall of Fame, insieme al suocero “High Chief”. Ed entrambi – ça va sans dire – vengono introdotti da The Rock. Il cerchio che si chiude.
Come dicevamo all’inizio, i giovani fan lo conoscono come il padre di una superstar. I più vecchi lo ricordano con affetto come una delle stelle della Golden Age del wrestling. Tutti, però, gli riconoscono un valore assoluto: quello di aver dato un grande contributo all’emancipazione della comunità afroamericana nella lotta professionistica.