Siamo ormai giunti alla prima delle due conclusioni per House of X e Powers of X. Con il capitolo di questa settimana si chiude infatti la prima delle due miniserie con cui Jonathan Hickman, accompagnato da Pepe Larraz e R. B. Silvia, ha dato il via alla sua era mutante. Si apre un periodo d’oro per gli X-Men, tornati al centro della scena dell’universo fumettistico Marvel
House of X #6 chiude non solo la miniserie, ma un vero e proprio cerchio, riprendendo alcuni dei temi visti in House of X #1, e donando a tutto il racconto che abbiamo seguito in questi due mesi un sapore diverso, come se fosse tutta una incredibile digressione per portarci da un punto all’altro, dandoci più informazioni possibili su quanto sta succedendo.
Se House of X #1 si apriva con il desiderio di riconoscimento della nazione mutante di Krakoa, mostrandoci determinate ambiguità nel comportamento di Xavier, House of X #6 fa esplodere tutto ciò, mostrandoci uno spirito ben diverso da quello che conosciamo. Se Xavier ha, per anni, lottato per l’integrazione, oggi ha abbandonato quel sogno, in virtù della necessità di sopravvivenza della propria razza: non più integrazione, non più accettazione, quanto piuttosto separazione. Ecco lo scopo della nascita della nazione mutante di Krakoa, un posto per soli mutanti, e proprio i medicinali visti in HoX #1 diventano l’arma di scambio per ottenere tutto ciò.
Nasce qui la grande differenza tra quanto leggiamo oggi e quanto abbiamo letto per decenni: un tempo gli X-Men avrebbero offerto all’umanità determinati doni senza volere nulla in cambio. Ma oggi diventano una vera e propria moneta, una proposta che non può essere rifiutata, un atto che mostra i muscoli del popolo di Krakoa. Uno scambio che ha il sapore quasi di un ricatto.
HoX si congeda anche regalandoci uno spaccato non solo dei rapporti internazionali, ma anche dei rapporti interni, mostrando il concilio di cui abbiamo parlato negli scorsi capitoli, e la nascita delle prime leggi dedicate al popolo di Krakoa. Emblematico come, nel concilio, non siedano né Wolverine né Ciclope: entrambi, negli ultimi anni, hanno guidato il mondo degli X-Men, eppure il ritorno del professor X li ha scalzati da posizioni di potere. Possibile che, nel tempo, vedremo i due ex leader affrontare apertamente le posizioni estremiste del rinato Xavier?
Interessante come Hickman riproponga un parallelismo tra Israele e Krakoa. In HoX #1 abbiamo visto l’habitat di Gerusalemme, una citazione di per sé piuttosto importante, considerando la posizione politica. Con quest’ultimo capitolo Xavier ottiene dal mondo una concessione molto particolare: ogni mutante dovrà essere considerato cittadino di Krakoa. Il parallelismo con la Legge del Ritorno, con cui ogni persona di discendenza ebraica può diventare cittadino d’Israele se ha intenzione di vivere nello Stato, è piuttosto chiaro. Viene da chiedersi quanto, nel proseguire della storia, vedremo realizzarsi questa metafora politica, o se rimarranno solo piccole citazioni da situazioni reali.
Altra domanda a cui risponderanno le nuove serie mutanti, in arrivo in Italia da Febbraio, è su come il mondo reagirà a tutto ciò, e come si porranno nei loro confronti non solo gli esseri umani, ma anche i vari eroi della Terra, un incipit già presentato nelle pagine in cui assistiamo ai vari eroi, da Capitan America al Dottor Strange, passando per i Fantastici Quattro, ascoltano basiti il comunicato telepatico di Xavier.
L’ultimo numero di Powers of X si preannuncia scoppiettante, pronto a rivelarci gli ultimi retroscena dei piani di Xavier, Magneto e Moira. Nel frattempo l’universo fumettistico Marvel deve prepararsi alla nuova era mutante: eroi o minaccia?
House of X e Powers of X sono due miniserie di sei capitoli l’una intimamente legata l’una con l’altra, in Italia proposte nell’ordine originale statunitense e a cadenza settimanale. Il prossimo numero, in uscita settimana prossima, è Powers of X #6!