Arriva nelle sale il nuovo film tratto dai fumetti DC Comics: stavolta la scena è tutta di Margot Robbie, protagonista assoluta di Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn, un film divertente, folle e ricco d’azione
Warner continua con la sua opera di “revisione” dell’Universo DC cinematografico, iniziata di fatto con Wonder Woman e proseguita poi con Aquaman e Shazam!. Non un vero e proprio reboot, ma un cambio di rotta piuttosto evidente, reso necessario dopo lo scarso successo al botteghino di Justice League. Via i toni cupi tanto cari a Zack Snyder e dentro una visione più colorata e leggera dei personaggi provenienti dai fumetti (ovviamente Joker non va considerato, essendo un film totalmente scollegato da qualsiasi progetto narrativo condiviso).
In quest’ottica s’inserisce Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn, un film che vuole riabilitare e rilanciare definitivamente l’iconico personaggio interpretato dalla sempre più brava Margot Robbie. Cancellato con un colpo di spugna Suicide Squad del 2016, siamo pronti a gettarci in una nuova era, che vedrà la nostra folle (anti)eroina provare a rifarsi una vita dopo la traumatica rottura con il Joker (che verrà nominato più volte, ma non vedremo mai nel corso del film, almeno questo ve lo posso anticipare).
Harley si rende conto di essere dannatamente sola: non avendo più il rispetto e la protezione che comportava la sua relazione con il pagliaccio re del crimine, nessuno è più disposto a perdonare i suoi colpi di testa. Mezza Gotham la vuole morta, non ha più soldi, né amici. Harley è sola, costantemente in pericolo. Non può e non vuole fidarsi di nessuno.
Se nel titolo italiano c’è la parola Rinascita, quello americano (Birds of Prey and the Fantabulous Emancipation of one Harley Quinn) parla di Emancipazione, perché è esattamente di questo che tratta il film, scritto e diretto da due donne (ovvero Cathy Yan e Christina Hodson): emancipazione della protagonista nei confronti del suo ingombrante ex fidanzato; emancipazione di questo stesso film dagli stilemi a cui siamo abituati per i film di Batman (in fondo siamo pur sempre nella sua città, non dimentichiamocelo mai); emancipazione dai classici film di supereroi. Insomma, Harley e il suo film sono liberi di fare quello che vogliono, come vogliono.
Il linguaggio è sboccato, l’azione e il divertimento (della stessa Margot Robbie) sono portati all’accesso: le due registe voglio uscire da ogni tipo di schema preimpostato, prendendo probabilmente spunto da pellicole come lo stesso Suicide Squad e magari anche Deadpool, mixandole insieme e dando loro quel tocco di follia in più indispensabile per un film come questo.
Harley si ritroverà a combattere fianco a fianco a personaggi di cui non ha mai sentito parlare, si ritroverà in situazioni al limite dell’assurdo con un solo, grande sogno da realizzare: mangiare il panino dei suoi sogni.
Proprio così. Perché per lei il mondo è un immenso luna park (e guardando questo film vi renderete conto che tutto sommato Martin Scorsese non sbagliava definendo i cinecomics dei parchi di divertimento), dunque perché non giocare con tutto?
Molto buono il resto del cast, anche se un maggior background dei personaggi l’avrei apprezzato maggiormente. Chi sono dunque le Birds of Prey citate nel titolo? Certamente non un gruppo di supereroine, né propriamente delle criminali. Certamente sono delle fuorilegge: in modo assolutamente fortuito e decisamente non voluto da nessuna di loro, si ritrovano insieme la sexy e letale Black Canary (interpretata dall’incantevole Jurnee Smollett-Bell), la killer in cerca di vendetta Helena Bertinelli, la Cacciatrice (Mary Elizabeth Winstead), la poliziotta ribelle Renee Montoya di Rosie Perez e la giovanissima Cassandra Cain di Ella Jay Basco. Tutti ottimi personaggi, che purtroppo sono però solo accennati, funzionali a far emergere ancor di più Harley Quinn, vera protagonista di un film non proprio corale.
Il “nemico” designato è Maschera Nera, interpretato dal sempre bravo Ewan McGregor, anche se qui non offre l’interpretazione della sua vita. Probabilmente non è stato aiutato dalla scrittura del personaggio, che lo fa apparire (almeno nei modi) fin troppo simile al Joker e questo è un peccato. Ero seriamente convinto che con un attore di questo calibro ci saremmo finalmente trovati di fronte a un grande avversario, invece purtroppo così non è: non esagero dicendo che dimenticherete questo Maschera Nera venti minuti dopo essere usciti dal cinema. Peccato. Un po’ meglio è andato Chris Messina nei panni dello spietato Victor Zasaz, un villain convincente, che sfrutta bene tutte le sue apparizioni all’interno del film.
La trama non brilla certo per originalità, ma diverte e tiene incollati allo schermo: fondamentalmente è tutto quello che sarebbe dovuto essere Suicide Squad, ma che non è stato. L’ironia e la voglia matta di Margot Robbie d’interpretare Harley sono palpabili ed è bello vedere un’attrice divertirsi così, senza freni, né limiti: Birds of Prey non vuole essere un film di supereroi, ma un gigantesco e irriverente cartoon, con esagerazioni, follie e azione a tutto spiano. La cosa che mi ha maggiormente colpito è quanta libertà riesce a prendersi questo film: se ne frega di tutto e tutti, racconta la sua folle storia e poi sparisce nel sorriso della sua protagonista.
Che non è più la fidanzata del Joker, ma ora è Harley Quinn.
Una persona orribile, fidatevi.