Uno dei momenti più leggendari nella storia del wrestling: Hulk Hogan e Andre The Giant s’incontrano davanti a 78.000 spettatori al Pontiac Silverdome per Wrestlemania III. Il 29 marzo 1987 andava in scena il match più importante di sempre e in questo episodio di Wrestling Vintage vi spieghiamo perché
La pandemia di Coronavirus ha cambiato le nostre vite costringendoci a casa. Dovendo fare buon viso a cattivo gioco, ognuno di noi prova a riempire le giornate come può. Al netto del lavoro in smart working, il resto del tempo è chiaramente dedicato ad attività fattibili indoor. Ed ecco che, provando a mettere ordine nella mia libreria, mi sono imbattuto in una piccola collezione di riviste inglesi (nel senso di editate in UK) sul wrestling che condividono lo spazio con romanzi, saggi di attualità e politica (questo lo scrivo per dare l’impressione di essere uno “impegnato”, ovviamente) oltre che fumetti.
Ed allora ho cominciato a sfogliarle, lasciando le pile di libri da sistemare in giro. In un numero di Powerslam – che, bisogna ammetterlo, è un nome fighissimo per una rivista sulla lotta professionistica – c’è un articolo sulla storica rivalità fra Hulk Hogan e André The Giant. E quale migliore argomento da trattare nella nostra rubrica del match che i due ebbero a Wrestlemania III adesso che siamo prossimi alla celebrazione della trentaseiesima edizione dell’evento più famoso del nostro sport-spettacolo preferito? (Ovviamente il Coronavirus non ha risparmiato neanche il wrestling e l’edizione di quest’anno del pay-per-view è stata spostata dal mega stadio di Tampa, in Florida, dove era prevista, al Performance Center di Orlando, cioè la “palestra” di sviluppo dei nuovi prospetti della WWE. E sì, andrà in onda senza pubblico. Ma il mondo per adesso è questo, amici miei, bisogna avere pazienza).
Per alcuni, la contesa con in palio il titolo del mondo fra Hogan e Andre è l’incontro più famoso nella storia del wrestling per l’eco che ottenne sui media e per l’interesse suscitato in fasce di pubblico che si estendevano ben oltre gli appassionati della disciplina. Secondo la storyline raccontata dalla macchina del marketing della federazione di McMahon per promuovere il match, Hulk e il gigante francese non avevano mai lottato prima e Andre The Giant non aveva mai perso un incontro in carriera. Ovviamente nessuna delle due cose era vera: infatti, i due avevano lottato almeno una dozzina di volte prima del confronto tenutosi al Pontiac Silverdome di Detroit il 29 marzo del 1987. Inoltre, Andre era già stato battuto in più occasioni nel corso degli anni. Fra quelli che avevano avuto la meglio su di lui si annovera anche Antonio Inoki, la leggenda della lotta giapponese, per esempio.
Andre Rousimoff era nato a Grenoble nel 1946. Uno sviluppo in altezza, dimensioni e peso fuori dal comune portò i medici a diagnosticargli a ventitré anni una malattia ghiandolare che causava al corpo un’ipersecrezione dell’ormone della crescita. Partendo dalla sua natia Francia, il gigante decise di sfruttare la sua condizione per entrare nel mondo della lotta professionista e girare il mondo. Europa, Giappone e, a partire dagli anni Settanta, gli Stati Uniti. Qui fece la conoscenza di Vince McMahon Sr., il padre dell’attuale proprietario della WWE, che gli diede il nome di Andre The Giant e ne fece una star.
Mentre Andre si affermava come il più pagato lottatore in circolazione, Terry Bollea iniziava, invece, la sua carriera da wrestler. Alla fine del 1978, il futuro Hulkster si misurò per la prima volta con l’affermato Andre. Anche nel suo caso, il nome con cui generazioni di fan lo avrebbero conosciuto, Hulk Hogan, fu coniato da McMahon Sr. Il primo confronto fra i due nella federazione di quest’ultimo, l’allora World (Wide) Wrestling Federation, avvenne all’inizio del 1980. Ma le cronache del tempo segnalano contese troppo impari fra un lottatore nel pieno della propria carriera e un giovane ancora troppo inesperto per poter offrire uno spettacolo all’altezza. Ragion per cui, come si dice nel mondo del wrestling, i primi match fra Andre e Hogan non “vendevano”. E la colpa sembrava essere principalmente di quest’ultimo.
Nel 1981 Hulk lasciò la federazione per farvi ritorno solo a dicembre del 1983 con un bagaglio d’esperienza e un livello decisamente superiori rispetto a quando se n’era andato. Di fatto, da più di un anno il biondo lottatore era diventato uno dei nomi più famosi della disciplina e – dettaglio molto importante – era passato dall’essere un “cattivo” non troppo convincente a diventare un babyface che aveva moltissima presa sul pubblico.
Tre anni dopo, nel 1986, la condizione fisica di Andre era molto peggiorata, anche e soprattutto a causa degli effetti sul suo corpo di anni e anni di incontri. A settembre di quell’anno, pertanto, il wrestler francese si prese una pausa, prima per girare il film La storia fantastica – in cui interpreta il ruolo di Fezzik – e poi, finite le riprese, per sottoporsi a un intervento di chirurgia spinale a Londra. Nonostante l’operazione, però, la condizione di Andre rimase, a dir poco, critica: il lottatore provava talmente tanto dolore da non riuscire a rimanere del tutto dritto mentre stava in piedi. Per non parlare dei movimenti sul quadrato, dove ovviamente non riusciva a fare granché di atletico. Il quadro generale era aggravato anche dal peso che era notevolmente aumentato rispetto agli anni Settanta.
Dato che la condizione del gigante era irreversibile, la WWF cominciò a usarlo solo quando strettamente necessario, centellinando al massimo le sue apparizioni sul ring. Purtroppo, come sappiamo, in casa McMahon il business ha spesso prevalso sul buonsenso: il Pontiac Silverdome era stato prenotato per Wrestlemania III e l’unico match in grado di riempirlo era proprio Hogan contro Andre, nonostante quest’ultimo fosse ormai ridotto molto male. Ma agli occhi dello spettatore dell’epoca, in un’era della disciplina dominata da veri e propri colossi, l’azione poco tecnica e molto più “teatrale” risultava del tutto abituale, per cui quasi nessuno si rendeva conto delle difficoltà di Andre sul ring. E quindi si tirò avanti con il piano originale: il francese, che era stato un “buono” per quattordici anni consecutivi, si rivoltò contro l’amico di lunga data Hogan in una scioccante puntata del Piper’s Pit, il talk show di wrestling condotto da Roddy Piper. Il dado era tratto: a Wrestlemania i due lottatori più importanti del momento si sarebbero battuti per la cintura di campione.
La sera del 29 marzo, quando i due si ritrovarono faccia a faccia, i 78.000 spettatori del Pontiac Silverdome ebbero una reazione pazzesca: uno dei momenti più leggendari della storia del wrestling. Nel bellissimo film documentario del 2018 di HBO dedicato al wrestler francese, Hogan ne fa un racconto da pelle d’oca. La folla che accompagna in maniera clamorosa ogni reazione di Hulk ai colpi del gigante fino ad arrivare al celeberrimo bodyslam, quando il campione solleva l’enorme avversario e lo sbatte a terra per eseguire la sua mossa finale e lo schienamento vincente.
È vero che, secondo gli standard moderni, probabilmente il pubblico di oggi non tollererebbe un incontro sostanzialmente privo di evoluzioni atletiche degne di tale nome, ma è anche grazie a momenti topici come il match fra Hulk Hogan e Andre The Giant del 1987 che il wrestling americano e mondiale ha potuto evolversi diventando il fenomeno di massa che è oggi. E noi di Wrestling Vintage gliene saremo per sempre grati.