A 500 anni dalla morte, ripercorriamo con l’opera di Alessandro Bacchetta e Kleiner Flug i momenti più significativi della vita di Raffaello, uno degli artisti più importanti del Rinascimento italiano
Chi è il genio? Un individuo con capacità ed abilità sopra la norma, in grado di vedere la realtà con uno sguardo diverso da quello di noi poveri comuni mortali. Nella Storia della nostra Penisola, per fortuna, abbiamo avuto la possibilità di ammirare l’estro di moltissimi prodigi che hanno spaziato dall’arte alla musica alla scienza: Raffaello Sanzio rientra tra questi ed Alessandro Bacchetta, con la sua opera, ci spiega perché.
Per comprendere in pieno il valore di una persona, capirne l’importanza e l’influenza che ha esercitato, spesso ci si affida ai ricordi, agli aneddoti, ai racconti di amici e conoscenti che hanno avuto contatti e condiviso esperienze con il soggetto in questione. E allora, in “Raffaello”, ci sediamo ed ascoltiamo le storie di Sara, di Michelangelo e di Margherita i quali, dopo aver ricevuto la notizia della morte dell’artista, si lasciano andare in un turbinio di ricordi impregnati di amore e tristezza, rivalità e rispetto, magistralmente raffigurati da Bacchetta.
A Roma, il 6 Aprile 1520, Raffaello il Divino muore tra lo sconforto dei presenti: è il Venerdì Santo e la Trasfigurazione, l’ultima opera dell’artista, appesa nella camera ardente, rende ancor più drammatico il momento. Tra le persone da avvisare in caso di dipartita, Raffaello indicò Sara: moglie del pittore Francesco Florido, si conobbero da giovani a Città di Castello ed intrapresero quasi subito una relazione amorosa. I ricordi e i flashback che riaffiorano nella mente della donna, così come per gli altri personaggi, sono l’espediente per ripercorrere la vita di Raffaello: le opere, gli amori, le ispirazioni, il carattere. Dalle parole di Sara, modella per Maria nello Sposalizio della Vergine, conosciamo un ragazzo talentuoso fin dalla più tenera età, gentile ma totalmente immerso nel proprio lavoro, tra la ricerca del bello e le scadenze da rispettare. L’ambizione e la curiosità lo spinsero verso nuovi e più grandi centri artistici come Firenze e Roma. Qui conobbe di persona Michelangelo Buonarroti: venuto anch’egli a conoscenza della morte del Divino, tra un bicchiere di vino e l’altro, ricorda con ardore e tacita ammirazione colui che, nell’ambiente papale estremamente competitivo, divenne ben presto suo rivale in uno scontro artistico fomentato da Bramante. Il Raffaello descritto da Michelangelo è un ragazzo educato, sensibile ed affabile, sincero, forse troppo ingenuo ma affascinato dalle persone. Soprattutto da Margerita, ultima voce di questo racconto: conosciuta sulle rive del Tevere, i due si innamorarono e, con lei, Raffaello trascorse gli ultimi “eccessi amorosi” (così come li descrisse il Vasari) prima di ammalarsi.
Capace di lasciare un segno indelebile nella storia dell’Arte tanto quanto nelle vite delle persone che ha incontrato, Raffaello ci viene raccontato a tutto tondo in questo fumetto biografico di Alessandro Bacchetta, in veste di autore unico, in cui traspare una profonda ammirazione per il pittore urbinate.
Realizzato a mo’ di romanzo storico in cui la vicenda – in questo caso la vita di Raffaello – viene narrata da suoi contemporanei, lo stile adottato da Bacchetta, un acquerello “cartoonesco”, si sposa a meraviglia con i toni e le atmosfere dell’opera: ci troviamo perfettamente immersi nell’Italia del Cinquecento, passeggiamo con Raffaello a Città di Castello o nella corte papale, andiamo in gita sulle sponde del Tevere e ci fermiamo a bere un bicchiere di vino in un’antica taverna. Ci fermiamo, in particolare, ad ascoltare le parole dei personaggi coinvolti, sopraffatti dalle emozioni e dal dolore, come se fossimo stati noi ad aver portato la brutta notizia.
Se il Raffaello artista si può conoscere ed ammirare attraverso le opere che ha realizzato nella sua breve vita (e di cui troviamo dettagli fedelmente riprodotti), è soprattutto il Raffaello uomo ad emergere in questo racconto: oltre i ben già noti accostamenti alla figura di Cristo, per via dell’aspetto fisico con barba e capelli lunghi, viene dato particolare risalto al carattere gentile, educato, curioso e passionale dell’artista, conferendogli una maggiore tridimensionalità. Divino sì ma anche un po’ più umano.
“Raffaello”, come gli altri Prodigi fra le Nuvole, offre un’innovativa e curiosa chiave di lettura sul personaggio protagonista, ampliandone la conoscenza ed esaminando aspetti talvolta lasciati in secondo piano; “Raffaello” è il racconto di un genio diventato immortale.
Best quote:
”L’eleganza e la grazia di Raffaello sono eterne”