Chiusa dopo soli 8 numeri, Pantera Nera e gli Agenti del Wakanda non ha resistito allo tsunami del Covid-19, che ha colpito il mondo del fumetto costringendo le case editrici alla cancellazione di molte testate. È stata una serie breve, ma molto ricca di emozioni e ha avuto il merito di riportare sotto i riflettori personaggi minori da tempo dimenticati. Andiamo a scoprire perché vale la pena recuperare questo spin-off degli Avengers di Jason Aaron, creato da ZIm Zub, Lan Medina e Scot Eaton
Nata da una costola degli Avengers di Jason Aaron e Ed McGuinness e chiusa, probabilmente, a causa dei tagli causati dal Covid-19, Pantera Nera e gli Agenti del Wakanda è una meteora del fumetto. Perché quindi avventurarsi alla scoperta di una meteora? Ci sono diversi buoni motivi. Partiamo dall’inizio: i semi di Pantera Nera e gli Agenti del Wakanda vengono gettati nel 2017 in Secret Empire, la miniserie di Nick Spencer, Rod Reis, Steve McNiven, Daniel Acuna e Andrea Sorrentino, che ci ha mostrato la conquista dell’America e la sua trasformazione in una dittatura fascista da parte dell’Hydra, guidata da una versione cattiva di Capitan America creata dal cubo cosmico Kobik. Alla fine della saga, gli eroi riuscivano a riprendere il controllo della situazione, ma ad un prezzo: lo Shield – l’agenzia di spie più famosa del mondo, un tempo guidata da Nick Fury in persona – veniva definitivamente sciolto. Agli occhi del popolo americano, il fatto di non essere riuscito ad impedire all’Hydra di infiltrarsi fra le sue fila e a conquistare l’America, era un’onta troppo grande da cancellare; per questo, una volta ripristinato lo status-quo mondiale, la comunità internazionale non poteva fare altro che scrivere la parola fine all’organizzazione, che era stata uno dei più grandi supporti all’attività della comunità dei supereroi nell’era contemporanea.
Successivamente, nel ciclo di Jason Aaron, gli Avengers si riuniscono in una nuova formazione per sconfiggere la minaccia dell’Ultima Schiera e, dopo la vittoria rocambolesca contro il gruppo di Celestiali e la decisione di spostare la propria base operativa nel cadavere di uno di essi, rimasto sulla Terra al Polo Nord, affidano il comando e la presidenza della loro associazione a Pantera Nera, sia per la sua esperienza, sia per la sua autorevolezza, sia per le sue risorse che arrivano dalla tecnologia del paese africano di cui è sovrano: il Wakanda.
T’challa ricopre il suo ruolo con lungimiranza e ben presto si rende conto che gli Avengers, per quanto numerosi e pieni di buone intenzioni, non possono far fronte a tutte le minacce al nostro pianeta e avrebbero bisogno di un supporto, proprio come quello che garantiva lo Shield ai tempi d’oro. Decide così di formare un nuovo gruppo di personalità con doti fuori dal comune che, sotto la guida di Okoye – la comandante delle Dora Milaje, cioè le guardie del corpo del re del Wakanda – è destinato a diventare il suo personale corpo di spie: gli Agenti del Wakanda, appunto. Di questo gruppo sui generis fanno parte una serie di personaggi con abilità molto particolari, ma con un profilo meno adatto degli Avengers al grande pubblico: l’arma immortale e campione di Kung Fu Fat Cobra, capace di catalizzare il proprio Chi; Janet Van Dyne alias Wasp, membro fondatore degli Avengers e supereroina di grande esperienza; il signore della Terra Selvaggia Ka-Zar; l’ex agente Shield specializzata in reati ambientali Roz Solomon, opportunamente potenziata da un costume Wakandiano; il colonnello dell’ aeronautica John Jameson, possessore di una pietra misteriosa in grado dei trasformarlo nell’Uomo Lupo; l’ex-vendicatrice ed ex moglie di Occhi di Falco, Bobbi Morse, conosciuta come Mimo; il mutante geniale, figlio della Covata di nome Broo; il Dottor Nemesis, mutante super intelligente dal corpo potenziato, con una longevità fuori dal comune; il supereroe nativo americano e superforte Aquila Americana; ed infine, il geniale scienziato con fattezze scimmiesche Gorilla Man, diventato da poco capo della sicurezza del Monte Avengers, quartier generale degli eroi più potenti della Terra.
Gli Agenti del Wakanda sono protagonisti di tre cicli di avventure raccolte in un bel cartonato di Panini Comics: il primo arco narrativo li vede indagare su uno strano picco energetico avvertito in Oklahoma, a seguito del quale si manifestano creature orribili che giocano col passato dei nostri eroi. La risoluzione della crisi li porterà ad affrontare il ritorno in scena di un personaggio potentissimo e da qualche anno scomparso dai radar. Nella seconda avventura, T’challa e soci partiranno alla volta della Luna per indagare su un esperimento segreto condotto sulla Luna. Nel terzo ed ultimo ciclo, i nostri, tornati sulla Terra, dovranno indagare sul “Progetto Livewire” un misterioso piano segreto nato in seno al defunto Shield che ha preso un binario sbagliato. Ospite d’onore: Deadpool! E, trattandosi di Shield, si può star certi che Nick Fury non sarà troppo lontano.
Di carne al fuoco lo scrittore della serie Jim Zub (Thunderbolts, Champions, Avengers: no surrender, Avengers: no road home, Conan the Barbarian) ne mette davvero tanta: imbastisce delle avventure divertenti e allo stesso tempo fa un gran lavoro di ricerca, andando a pescare personaggi e situazioni secondarie dell’universo Marvel portandole sotto i riflettori, rimanendo sempre fedele alla continuity delle serie principali
Il registro dei racconti è la spy-story in stile Mission: Impossible e le ambientazioni in cui essi si sviluppano sono le più originali e disparate: si passa dalla cittadina di provincia invasa da creature esoteriche, alla Luna in un contesto fantascientifico, fino ad arrivare al più classico mistery, grazie anche alla grande quantità di personaggi coinvolti nel progetto, che permettono di spostare l’obiettivo ad ogni avventura. Inoltre, la struttura della serie costituita da tre missioni, ognuna delle quali si svolge nell’arco di due numeri con un cliffangher nel mezzo, permette di mantenere sempre alta l’attenzione e rende adatta la serie sia per i nuovi lettori, sia per i vecchi fan, che possono divertirsi a cercare di cogliere i riferimenti ai background dei vari personaggi secondari, magari accennati in storie passate e mai più sviluppati, fino ad oggi.
Non manca inoltre l’approfondimento psicologico dei protagonisti, garantito dalla loro rotazione nelle varie missioni: ad ogni avventura corrisponde una prova diversa da superare per qualche membro del team ed ognuna di esse lascia delle conseguenze sulla psiche del personaggio. Sullo sfondo, come ogni storia di spie che si rispetti, rimane qualche mistero da svelare in merito alle motivazioni di alcuni membri (Gorilla Man e Ka-Zar ad esempio), i cui segreti promettono di creare nuovi guai all’intero team.
L’ elemento comune di tutta la serie rimane Pantera Nera, i cui sforzi per tenere assieme tutte le sue varie responsabilità (presidente degli Avengers, Re del Wakanda, solo per citarne alcune) passano necessariamente anche dal successo del progetto relativo agli Agenti del Wakanda, da lui fortemente voluto, necessario per fornire il giusto apporto in termini d’intelligence e presidio di minacce di seconda fascia. Diventa anche interessante il suo rapporto con Okoye, destinato ad evolversi a causa del nuovo ruolo di quella che un tempo era la leader della Dora Milaje.
I disegni sono affidati alla coppia di autori Lan Medina (Punisher, Venom, Deathlok) e Scot Eaton (X-Men Legacy, Captain America, Black Panther), che assicurano solidità e spettacolarità con il loro tratto naturalistico ed iperdattagliato. La grande abbondanza di scene d’azione, permette ai disegnatori si scatenarsi in frequenti splash page, anche doppie, tanto spettacolari quanto esagerate; le tavole sono zeppe di personaggi: essi si prendono la scena con le loro pose plastiche, le tecnologie futuristiche e i continui movimenti che lasciano senza fiato, e gli sfondi passano in secondo piano, anche se la colorazione sopperisce a questa mancanza. Insomma, Il dinamismo è il tratto distintivo della serie e il divertimento per i lettori (ma anche, ci scommettiamo, per i disegnatori, che hanno avuto l’occasione di cimentarsi con situazioni e soggetti certamente non consueti) è assicurato.
Completa il volume la consueta gallery di cover, realizzata da un gruppo di artisti eterogeneo, (si va da Lenil Francis Yu, a Humberto Ramos fino ad arrivare al mitico John Buscema) che rende giustizia ai protagonisti, soprattutto a Pantera Nera.
Come dicevamo in apertura, Pantera Nera e gli Agenti del Wakanda è stata cancellata con il suo numero 8 e anche la miniserie in tre parti Empyre: Invasion of Wakanda, collegata al maxievento Marvel del 2020 – Empyre, appunto – non verrà pubblicata a causa della crisi del settore dovuta all’emergenza Covid-19. Alla luce di quanto letto e considerando che gli ultimi due episodi rimangono, ad oggi, inediti in Italia, si può dire che è un peccato aver perso questa meteora del fumetto. Anche se non si tratta certamente di un titolo di punta, può contare su un solido impianto fatto di azione, spionaggio, fantascienza e, in fin dei conti, tanto divertimento. Non sempre gli eroi più interessanti sono quelli più noti: Jim Zub, Lan Medina, e Scot Eaton ci hanno creduto davvero e in Pantera Nera e gli Agenti del Wakanda hanno dimostrato, con professionalità e bravura, che avevano ragione loro.
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