Con il #18 dei Prodigi fra le nuvole di Kleiner Flug, ci ritroviamo nel tredicesimo secolo ad Assisi per conoscere e (ri)scoprire un momento particolare della vita di Giovanni di Pietro Bernardone: Astrid (“Dante Alighieri”), in veste di autrice unica, ci narra la conversione di San Francesco d’Assisi
A ridosso del 1200, la rivalità tra Assisi e Perugia sfocia in una sanguinosa guerra: Giovanni, per tutti Francesco, cavaliere nell’animo e nelle aspirazioni, ha l’occasione di scendere sul campo di battaglia e dimostrare il proprio valore. Lo deve a se stesso e a tutti quei ragazzi che lo hanno deriso poiché minores: ricco, grazie al commercio di stoffe di suo padre Pietro, ma non nobile. La sconfitta di Collestrada, la prigionia e la conseguente malattia scuotono l’anima del giovane che inizia a guardarsi dentro e sempre più a fondo, a riflettere sulla Natura, a trovare conforto nella preghiera. Quando Papa Innocenzo III indice la prima crociata, Francesco ha una nuova possibilità di indossare l’armatura e, allo stesso tempo, combattere per Dio. Ma la sua salute è ancora cagionevole e, sulla strada verso Lecce, a Spoleto, qualcosa cambia: decide di fermarsi per adempiere ad una missione ancora più grande ed importante. È il primo passo verso la conversione definitiva, il punto di svolta che farà di Francesco il Santo patrono d’Italia.
In simbiosi con la natura, umiltà, semplicità e povertà segnano la seconda parte della vita di Francesco che decide di rinunciare ad ogni bene, all’eredità di Pietro, per dedicare tutti i propri sforzi a Dio e, partendo simbolicamente da quella di San Damiano, alla ricostruzione della Chiesa. L’ultimo ponte che lo lega alla vita passata, però, è proprio suo padre che non comprende il suo nuovo stile di vita, così lontano dalle possibilità economiche e lavorative che egli stesso gli può offrire. A segnare definitivamente la rottura tra Pietro e il figlio è la vendita da parte di Francesco delle stoffe e del proprio cavallo e la successiva donazione dell’intero ricavato al sacerdote della chiesetta di San Damiano. Credendolo ancora malato, pronto a punirlo e deciso a ricevere un risarcimento, Pietro chiede un processo in presenza del vescovo: Francesco, rinnegato dal padre, si spoglia di tutte le vesti, rinunciando a tutto ciò che è materiale. Da quel momento dedicherà il resto della sua vita a Dio.
Quello di Astrid è un racconto profondo, intimo e toccante. Un percorso di formazione compiuto dal protagonista che cambia radicalmente il proprio stile di vita passando dalla ricchezza alla povertà, dalle ambizioni di gloria personale in battaglia all’altruismo e al servizio per gli altri. Francesco comprende quale sia il suo posto nel mondo, capisce quale debba essere quella missione che ha sempre voluto compiere.
Così come la vita del protagonista, la stessa opera è divisa cromaticamente in due: fino alla chiamata di Spoleto regnano i colori vividi delle stoffe di Pietro, delle armature dei soldati, dei mantelli dei cavalieri che lasciano poi spazio solo al bianco e nero, al giallo che illumina, al rosso della rabbia. Così come in Dante Alighieri, Astrid, con il suo tratto delicato, conferma di saper rappresentare al meglio il sentimento più nobile di tutti: l’amore, per Beatrice in un caso, per Dio in questo. Ne “La Conversione di San Francesco” riesce ad emozionare allo stesso modo attraverso i dialoghi e i pensieri profondi del protagonista, di primaria importanza per comprendere appieno il cambiamento avvenuto nell’animo di Francesco. Non mancano, ovviamente, versi tratti dal Cantico delle Creature, il testo poetico più antico della letteratura italiana, scritto da un uomo che voleva essere un guerriero ed è diventato un Santo.
BEST QUOTE:
«Io voglio… io voglio vivere come i passeri nel cielo… voglio respirare la libertà e la purezza che loro respirano!»
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