Venom di Donny Cates: un rinnovo a tinte horror

Facciamo il punto della situazione sul magnifico rilancio di Venom, che con i testi di Donny Cates sembra aver trovato una dimensione sempre più interessante e avvincente

recensione venom cates
Venom è uno dei personaggi più iconici della Marvel, specialmente se si guarda alle creazioni “moderne”, ovvero quelle non nate nella Silver Age.

Eppure, nonostante sia uno dei più famosi e facilmente identificabili, nato come avversario sulle pagine di Amazing Spider-Man #300, dalla fertile mente di David Micheline e dalla matita esplosiva di Todd McFarlane, editorialmente è sempre stato trattato come un semplice best-seller, personaggio da inserire per far alzare le vendite, per aumentare il merchandising e per sfruttare la sua immagine, senza che nessuno si preoccupasse della qualità delle sue storie, addirittura lasciandone la psicologia ad un stadio pressoché narrativamente basico. Questo senza contare che ha avuto anche dei “figli” (Toxin, Carnage, Antivenom), diversi personaggi al suo interno (Venom è sostanzialmente un simbionte), da Eddie Brock a Flash Thompson a McDonald Gargan a Lee Price; e che in ogni crossover Marvel era sempre ben presente.

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Insomma, una sorta di contraddizione vivente, una fonte di successo e guadagno inesauribile, ma anche una specie di personaggio vergine, su cui si poteva dire tutto e il contrario di tutto.

Ci voleva Donny Cates per raccogliere i pezzi. Anche se nessuno lo sapeva.

IL RE

Come emerge chiaramente, la continuity del personaggio era non tanto ingarbugliata quanto confusa e caotica: ma nessuno, dopo 32 anni, avrebbe scommesso un’unghia che un personaggio con la complessità emotiva di un telecomando avrebbe potuto dire qualcosa di nuovo o quantomeno interessante.  È stato davvero un fulmine a ciel sereno allora l’uscita della nuova regular nel 2018 a firma Donny Cates e Ryan Stegman, con un primo numero esplosivo che come pochi altri albi nel recente passato ha completamente rivoluzionato un character con tanti anni sulle spalle ma una manciata di storie valide.

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Rex (ed. italiana Venom #1/6, numerazione originale #18/22) è il titolo del primo arco narrativo, ed è una dichiarazione d’intenti notevole: bilanciando toni e atmosfere, Cates mette in chiaro che il suo Venom sarà un personaggio nuovo ma soprattutto tridimensionale, con una componente psicologica da non sottovalutare ma soprattutto molti particolari da scoprire su un’origine forse ancora avvolta nel mistero. Cates fa tutto questo iniziando a valorizzare la forte e complessa relazione tra il primo detentore del simbionte – Brock – e l’alieno, innestandola su un racconto ricco di complottismo militare ed enigmatici rimandi ad una misteriosa cosmogonia con suggestioni mistiche ed esoteriche. Tutti elementi che permettono allo scrittore texano di costruire un’affascinante mitologia che demolisce lo scatafascio precedente e dona al V-Man un background finalmente solido e convincente.

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Una costruzione letteraria se vogliamo raffinata e sottile, tutto il contrario di quanto può sembrare ad uno sguardo disattento la scrittura dell’autore di Thanos e Thor: dialoghi brutali e scene di violenza estrema rendono la lettura estremamente accattivante e sorprendente, specialmente nel momento in cui si riscopre, anzi si dà per la prima volta una dimensione horror e realmente spaventosa all’universo venomiano (cosa sfiorata probabilmente solo parecchi anni fa da Kelley Jones con una sua veloce reinterpretazione di Carnage, Mind Bonb) senza tralasciare una fondamentale componente action. Insomma, un mix perfetto.

LA RINASCITA DI VENOM

Cates insomma gioca con il personaggio e la sua mitologia, inserendosi nei buchi di continuity e nelle zone d’ombra e creando un affresco potente e innovativo. Oltretutto interrompe la narrazione della regular piazzando qua e là dei turning point che approfondiscono eventi apparentemente collaterali e che si ricollegano al puzzle più ampio. Come ad esempio VE-NAM (ed. italiana, Venom #23), storia ambientata nel 1966 subito dopo il conflitto del Vietnam e che si colloca tra il primo arco narrativo e il secondo (Overtsight, # 7/8, ed. italiana Venom #7/8). VE-NAM è insieme un necessario e illuminante epilogo della sconcertante REX e un prologo per le storie future: la sapienza di Cates si rivela infatti quando, in pienissimo Marvel Style, elabora sottotrame a lunghissima percorrenza che si illuminano di cortocircuiti narrativi con squarci sul futuro.

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E se Oversight riprende l’interessantissimo Creatore (un Reed Richards malvagio di una terra alternativa, ideato nel 2004 Mark Millar e Brian Bendis durante il periodo Ultimate) accelerando verso l’apice narrativo della prima parte del ciclo di Cates, lo slot successivo recupera un personaggio collaterale – il già citato Carnage – in vista del crossover Absolute Carnage (ed. italiana Marvel Miniserie 227/229), anche se prima Cates trova il tempo di sviluppare la trama de L’abisso (ed. italiana Venom # 9/12) presenta un altro colpo bassissimo, introducendo il figlio di Eddie Brock! Ma al di là del colpo di scena, quello che colpisce e che sembra centrale nello studio su Venom è che rende chiaro il noto detto che non esistono cattivi personaggi ma solo cattive storie. Infatti, l’introduzione di Dylan Brock mostra un gusto non banale per l’approfondimento psicologico, che contemporaneamente restituisce profondità al protagonista e dona coesione al suo universo, con una propensione per l’accento drammatico.

Il Venom di Cates è una storia oscura di malattia fra psicosi e inconscio, che rievoca fantasmi del rimosso e del rimorso sotto forma di racconto autobiografico interiore e denso, reso graficamente in maniera aberrante e dura (e qua fa molto gioco Stegman, mentre l’altrove più bravo Mark Bagley sfora nel puro superomismo fuori luogo): fantasy, turbe psichiche, horror, sci-fi, supereroi, melò familiare – insomma una gestione che cavalca generi diversi e poliedrica che non si vuole incardinare in modo cieco su un solo genere e modo di narrare.

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BOMBA DI FOLLIA

Le storie successive (da Non  temete, ragazzi! ed. italiana VENOM # 19/20 – a Oversight Second Round #20, ed. italiana Venom #21, fino a Venom Island #20/25, ed. italiana Venom #22/27) sono talmente collegate tra di loro e con le precedenti che è impossibile accennare alla trama senza fare spoiler sulle svolte incredibili ideate da Cates: intervallate da un crossover evitabile collegato al resto dell’universo Marvel (War Of The Realm, ed. italiana Venom #13/16), trovano il culmine nella citata Venom Island, una specie di chiusura di un ciclo, coincidente con il numero 25 della regular, che Coates ha promesso porterà ad una seconda fase narrativa ancora più sconvolgente, che condurrà Venom ancora più lontano di quanto non abbia fatto finora.

Sullo spillato Panini siamo in attesa della conclusione di Venom Island, forse la run meno convincente di quelle pubblicate finora. Sarà probabilmente l’apporto alle matite di Bagley, legato al passato storico del V-Man ma troppo identificativo di uno stile superomistico poco conforme al nuovo horror postmoderno, ma i sei episodi sembrano una storia esile fin troppo allungata, con la sola curiosità di vedere verso quale orizzonte narrativo deve arrivare.

Ma resta che ad oggi, alla sua ennesima incarnazione, Venom è uno degli esordi più convincenti della perfetta gestione Cebulski, ed è diventato uno dei protagonisti più interessanti del parco testate Marvel: un prodotto di purissimo entertainment, un horror spaventoso dai contorni psicologici ben definiti con personaggi tridimensionali e la giusta dose di furbizia narrativa che piazza colpi di scena per agganciare i lettori, tutti elementi che sfruttano finalmente in maniera organica un personaggio non sempre a fuoco in passato nel corso della sua storia editoriale.

 

 

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Venom

Venom

Autori: Donny Cates, Ryan Stegman
Formato: 17x26; Cartonato
Pagine: 144 a colori
Volumi usciti finora: 2 - serie in corso
Prezzo: € 17,00
Editore: Panini Comics
Voto:

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