Eleonora Carlini, una delle più talentuose artiste italiane in forza alla DC, ci parla in esclusiva di Teen Justice, il nuovo supergruppo del Future State: dalla caratterizzazione dei personaggi, al divertimento nel realizzare una storia del genere. Ma non solo: abbiamo parlato anche di Harley Quinn, dei Power Rangers e di tanto, tanto altro ancora…
Da quando DC Comics ha annunciato l’evento Future State, la curiosità dei lettori di tutto il mondo è arrivata alle stelle: si tratta del futuro ufficiale o di una Terra parallela? Al momento non abbiamo molte informazioni, ma una cosa è certa: tutte le testate dell’editore di Superman e Batman cesseranno le pubblicazioni per due mesi. Al loro posto arriveranno altre collane, nuove di zecca, che presenteranno una versione futuristica (ma forse anche futuribile) dei personaggi a cui siamo affezionati.
Nell’evento sono stati coinvolti autori di grande prestigio e tra questi ci fa davvero piacere leggere il nome di Eleonora Carlini, talentuosa artista italiana che abbiamo già visto all’opera su Green Arrow e Batgirl (oltre che sul Doctor Who della Titan, Backways di Aftershock e Go! Go! Power Rangers dei Boom! Studios), pronta a farci conoscere una nuova squadra di adolescenti terribili: la Teen Justice!
Questo nuovo supergruppo, che ha debuttato lo scorso 8 dicembre sulle pagine dello special one-shot DC’s Very Merry Multiverse (scritto da Ivan Cohen), sta già facendo molto discutere, anche per alcune tematiche che tra poco approfondiremo.
Abbiamo incontrato Eleonora, che – disponibile come sempre – ora ci svelerà qualcosa in più su questo nuovo progetto.
Ciao Eleonora, bentornata su MegaNerd!
Prima domanda d’obbligo, visti i tempi: come stai?
Ciao, e tutto bene grazie, spero altrettanto voi.
Parlaci un po’ della Teen Justice: come sei finita nel futuro di Terra-11?
In modo inaspettato. Un po’ come tutti i lavori. Arriva ad un certo punto un’e-mail dall’editore con la sua proposta. Una gran bella proposta in questo caso.
Quanta libertà hai avuto nella caratterizzazione dei personaggi?
Direi totale, avevo giusto delle indicazioni per le etnie e un riferimento per il costume di Robin perché già ne esisteva una versione precedente: le ho cambiato qualche dettaglio e ho cercato di renderla “più mia”. Per il resto, mi sono concessa la libertà di divertirmi, rimanendo ovviamente focalizzata sul loro opposto di genere.
Guardando i tuoi studi preparatori, ho la sensazione che tu ti sia divertita tantissimo (soprattutto con Supergirl)…
Confermo e come ti dicevo prima mi sono concessa la libertà di divertirmi.
Come per Kid Quick, Supergirl è scivolata fuori dalla penna senza neanche accorgermene, come se fosse sempre stata lì in attesa di essere disegnata.
Parliamo ora di Kid Quick, ovvero del nuovo Flash di questa Terra del futuro. Sappiamo essere un persoanggio gender-fluid e inevitabilmente ha attirato tantissima curiosità: come ti sei approcciata a questo personaggio?
Ho cercato di renderlo credibile prima di tutto. Concentrandomi sullo sguardo e l’atteggiamento.
Per il costume invece ho voluto rappresentare in modo “obliquo” il senso di non-binary con i colori rosso e giallo: ho pensato che se avesse avuto una divisione verticale o orizzontale avrebbe definito troppo un confine tra due opposti. Infine, la cosa più importante, mi piace David Bowie, quindi è anche una sorta di omaggio all’icona per eccellenza che ha abbattuto i confini di genere.
Pensi che ci saranno altre opportunità di rivedere questo team oltre lo special DC’s Very Merry Multiverse?
Lo spero. In DC sono stati tutti molto entusiasti di questo team e anche la risposta dei lettori è stata positiva, molto più di quello che mi sarei aspettata. Dita incrociate.
A questo punto lasciamo il futuro e torniamo nel presente, che per quanto riguarda DC ti vede coinvolta anche su una mini davvero molto interessante: Harley Quinn Black & White + Red. Cosa puoi dirci di questa storia?
Folle ed in puro gusto arlecchino, proprio quello che amo disegnare di questo personaggio e poi per la prima volta sono anche colorista, se così si può definire visto che si tratta di una serie in B/N e campiture rosse. La sceneggiatura di Patrick Schumacker è stata brillante, fresca e divertente.
Ti piace lavorare con il bianco e nero? Da disegnatrice quali differenze ci sono, rispetto a una tavola che sarà colorata successivamente?
Il bianco e nero mi è sempre piaciuto, ma ho difficoltà ad approcciarmi ad esso avendo lavorato per ora esclusivamente su progetti a colori che mi spingono a ragionare, sin dalla fase iniziale, all’aspetto finale di un progetto e che comprenderà dall’atmosfera, agli effetti speciali come luci e ombre ma che saranno poi ultimati dal colorista.
La differenza principale è che su un progetto in bianco e nero quello che non viene fatto con il colore deve essere fatto attraverso espedienti grafici/visivi con le chine o i retini(scala di grigio), sui quali non mi sento ancora esperta ma su cui trovo molto divertente sperimentare.
C’è uno scrittore in particolare con cui vorresti lavorare?
Si, Joe Hill o Neil Gaiman, anche se sono sogni ad occhi aperti.
L’emergenza legata alla pandemia ha in qualche modo influenzato il tuo lavoro?
A livello di iter lavorativo no, mi sveglio sempre alle 7.30/8, colazione, pc, scambi di e-mail con gli editori e scrittori, imprecazioni sui programmi che crashano, alla fine è sempre la stessa routine. L’unica ad essere stata influenzata pesantemente è la mia vita privata.
Torniamo a discorsi più piacevoli, dai. Parliamo quindi dei Power Rangers: da quando Hasbro ne ha acquisito i diritti abbiamo notato un rinnovato entusiasmo sulla squadra più colorata della TV e ovviamente dei fumetti. Tra Go! Go! e Mighty Morphin ormai possiamo dire che sei un membro acquisito del gruppo!
La mia esperienza su Go Go è terminata un anno fa e mi sento più una veterana ormai, anche perché ora la staffetta è passata a Mortarino e Renna che se la stanno cavando in modo eccellente.
Lavorare su GO GO Power Rangers per me è stata un’esperienza formativa sotto molti punti di vista, non solo di crescita stilistica, ma soprattutto un’analisi molto profonda d’identità creativa – Chi sono, cosa voglio e cosa non voglio – sembra banale e scontato ma quando siamo all’inizio tendiamo a voler fare tutto ed essere tutto in senso di versatilità, cosa che va bene quando si è all’inizio ma poi bisogna fare delle scelte.
Al momento mi sto invece dilettando sulle copertine della nuova serie di Mighty Morphin dove ho avuto pochissima esperienza su questo frangente; le illustrazioni hanno una chiave narrativa completamente differente rispetto alle sequenze delle pagine interne, sono il mio spauracchio e mi mettono sempre una certa agitazione quando devo realizzarle.
Eri una fan della serie da piccola?
Sì, se per fan intendi guardare ipnotizzata la TV a gambe incrociate sul divano di casa con la bocca aperta (team Yellow e Green Ranger sin da allora).
Oltre a DC e Boom! Studios, ultimamente nella tua vita è entrata anche l’Aftershock: com’è collaborare con questa realtà? Da lettore ti dico che trasmette molta energia
Backways è un po’ datato per me, parliamo del 2017/2018, però nonostante questo ne sono ancora piuttosto soddisfatta. Ricordo che con Justin Jordan ci trovammo subito in sintonia anche perché fu la prima volta in cui potei lavorare su qualcosa di molto affine ai miei gusti, creando dei miei personaggi da zero. I colori splendidi di Silvia Tidei hanno reso le tavole vibranti e dinamiche. Il match è stato perfetto.
Cosa c’è nel futuro di Eleonora dopo questi progetti?
Ce ne saranno altri, ma è ancora presto per parlarne ?
Eleonora, grazie davvero per essere stata ancora in nostra compagnia. Speriamo di poterci ritrovare nuovamente in qualche fiera il più presto possibile e di vederti sempre di più nel DC Universe (presente, passato e – a questo punto – futuro)!
Grazie, è sempre un piacere fare quattro chiacchiere con voi!