Quando un’opera grandiosa come La Divina Commedia incontra l’arte di Gabriele Dell’Otto, non può che nascere un qualcosa di unico
Alla fine del 2018 sugli scaffali e librerie Mondadori (e da lì a poco, fortunatamente, anche su quelli di casa mia) si poteva notare una nuova edizione della Divina Commedia di Dante, opera indescrivibile per magnificenza che tutti, tra i banchi di scuola, abbiamo avuto modo di conoscere e studiare e, inevitabilmente, amare.
“L’ennesima ristampa” mi direte voi. E non potrei che rispondervi sì… ma no.
Perché? Perché basta avvicinarsi un pochino e leggere i nomi degli autori di questa nuova edizione: commentato da Franco Nembrini, illustrato da Gabriele Dell’Otto, Prefazione di Alessandro D’Avenia, per avere subito una scintilla negli occhi. Scintilla che diventa una vera e propria fiamma (e non solo perché siamo all’Inferno, eheh) quando si ammira la copertina, realizzata dall’inconfondibile stile del Maestro Dell’Otto, ormai super star nel mondo del fumetto e orgoglio italiano di tutti gli appassionati del genere.
E allora non si può che iniziare a sfogliare il volume e rimanere catturati dalle splendide illustrazioni che fanno da vere e proprie cover – ambito in cui Dell’Otto non è secondo a nessuno – ad ogni Canto.
Lo stile drammatico, grandioso, epico, si sposa alla perfezione con l’Opera Dantesca, riuscendo ad esaltare le caratteristiche delle anime dei vari gironi, i vizi, i peccati e le pene a cui sono legati per l’eternità, trasmettendo all’osservatore e al lettore le stesse paure e tensioni del protagonista.
Le copertine hanno quasi una doppia funzione:
- ci presentano il tema del canto che stiamo per leggere (a mo’ di “trailer”, se vogliamo);
- diventano una cartolina, una ‘foto-ricordo’, dopo la lettura.
Dell’Otto riesce davvero a farci immaginare ciò che Dante ci esprime attraverso i versi: come a voler mantenere lo stesso pathos e climax del rispettivo Canto, tra le tavole più intense e sensazionali spiccano quelle con Caronte (III), Paolo e Francesca (V) con Dante particolarmente coinvolto, Cerbero (IV), indovini e maghi nella quarta bolgia dell’ottavo cerchio (XX), seminatori di discordie nella nona bolgia (XXVIII) fino all’affascinante quanto efficace rappresentazione di Lucifero (XXXIV) .
A questo punto non resta che richiudere il volume, dirigersi in cassa e gustarsi un’opera completamente nuova, che lega la perfezione della poesia dantesca all’immenso talento di Dell’Otto, un connubio destinato ad andare avanti con Purgatorio e Paradiso.
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