Molte delle trame imbastite da Tom King fin dall’inizio della Rinascita di Batman erano state pensate per convergere nel tanto atteso #50: un numero spartiacque sia per la storia editoriale di Batman, sia per la gestione stessa dell’autore. Scopriamo com’è stato il tanto atteso Matrimonio
L’iter cerimoniale di Bruce e Selina verso il tanto agognato Matrimonio è quasi giunto al termine: dopo “Regole d’Ingaggio” – con la “benedizione” guadagnata da Selina dal combattimento con Talia al Ghul -, “Superamici” – che vedeva i futuri sposi annunciare l’evento ad amici e colleghi – e “Sposa o Ladra?”, Tom King si concede altri due brevi archi prima di raccontarci l’evento più importante della Rinascita di Batman e, probabilmente, di tutto l’Universo DC.
Il primo di questi, in tre parti, è “Il Dono”: cosa si può regalare, per il suo matrimonio, ad un uomo che ha tutto? L’unica cosa che ha perso, non di certo un tagliere di formaggi. È questo il pensiero che spinge Booster Gold a viaggiare indietro nel tempo, salvare i coniugi Wayne e mostrare a Bruce come sarebbe stata la sua vita senza pipistrelli, cappuccio e mantello. Ma quando si gioca con il tempo, è risaputo, le cose non vanno mai come previsto: la linea temporale creata da Micheal Jon Carter presenta una Gotham anarchica in balìa dei criminali, ben peggiore di quella che conosciamo, mentre i ricchi e i potenti, compresi i Wayne, preferiscono rimanere al sicuro nei loro palazzi di cristallo; Dick Grayson è il Batman violento e senza scrupoli di questa realtà, Jason Todd un ricco imprenditore, Tim Drake un ingegnere, Duke Thomas ridotto a un vegetale dai Joker, mentre Selina è rinchiusa ad Arkham e tutti gli altri eroi sono morti o jokerizzati. Nonostante Bruce Wayne sia felice al fianco dei suoi genitori nel suo piccolo mondo, quello esterno che lo circonda è vicino al collasso.
Booster Gold – come lui stesso ricorda -, da grande fan di Batman e dei supereroi del XX secolo, non poteva esimersi dal rendere omaggio all’unione del Pipistrello e la Gatta ma, seppur con buone intenzioni, ad emergere sono ancora una volta l’egocentrismo, la superficialità e l’impulsività che lo hanno spesso contraddistinto e che nemmeno il robottino Skeets, vera e propria voce della coscienza, riesce a sedare. Il dono/paradosso temporale, che si sbroglia tragicamente, parte da una domanda che tutti ci siamo posti: come sarebbero andate le cose se i Wayne non fossero stati assassinati? Un dubbio non certo troppo originale ma dagli sviluppi comunque potenzialmente interessanti. In questo caso, Tom King ci mostra come lo stesso evento, in condizioni e momenti della vita differenti, possa scatenare risposte diametralmente opposte: la fredda e spietata vendetta (strada intrapresa dal Bruce alternativo) o la dedizione alla giustizia (quello classico). D’altro canto, ci ricorda anche che, in un modo o nell’altro, l’idillio familiare non sembra essere nel destino di Bruce, condannato ad una vita di insita tristezza ma inesorabilmente legato a Batman.
Così come inesorabilmente ad esso legato si sente Joker. L’arcinemesi per eccellenza non ha mai avuto un ruolo di prim’ordine nello scacchiere di King (ad eccezione del ruolo di co-protagonista ne “La Guerra degli Scherzi e degli Enigmi”) ma, di certo, non poteva rimanere nell’ombra in questa importantissima occasione.
L’ennesimo atto di follia omicida a cui assistiamo nel breve ma intenso “Il tuo grande giorno” (pubblicato per la prima volta in occasione del Free Comic Book Day del dicembre 2018, disegnato da Clay Mann) è sintomo dell’ossessione malata sviluppata dal clown principe del crimine nei confronti di Batman che esplode ne “Il Testimone di Nozze”: una tenzone in due atti in cui il Joker, confrontandosi separatamente con i due futuri sposi, tenta di spiegare quanto sia meritevole di ricevere l’invito alle nozze. Il testimone – appunto – della storia di Batman, uguale ed opposto ad esso, che si ritrova ad essere il terzo incomodo di un eterno ménage à trois con la Gatta e il Pipistrello, oggetto del desiderio: chi lo conosce davvero? Il primo dei nemici, il caos che bilancia il suo ordine, lo scopo per cui combattere o l’unica persona che abbia mai amato? È l’ultima risposta da dare prima del matrimonio, quella decisiva per il futuro. È la risposta all’eterno dilemma dell’eroe: fare ciò che si desidera o dedicarsi a ciò che è giusto?
I dubbi insinuati dal Joker alla vigilia del Matrimonio sono parte di un piano più grande, meticolosamente organizzato da un nemico pronto a spezzare il Pipistrello sul piano emotivo e non più su quello fisico, come già successo. E’ un ribaltamento di ruoli in cui il villain, dopo le ripetute sconfitte (“Io sono suicida” e “Io sono Bane”), mostra di aver imparato la lezione e mette a punto una strategia sublime, meticolosa e maledettamente efficace: a Santa Prisca, prima, e Gotham poi, Bane aveva affrontato Batman in maniera diretta, cadendo vittima dei piani orchestrati del Pipistrello (e aiutato da Catwoman in primis); stavolta, è lui a riunire alcuni dei criminali più pericolosi – di fatto, quelli messi in gioco da King negli archi precedenti – e muoverli con il fine di ultimo di fare cadere il loro nemico comune in un momento in cui è distratto dal proprio futuro. L’esito del matrimonio lascia l’amaro in bocca, diciamocelo: per lunghi tratti è stato Bruce il vero protagonista di questi cinquanta numeri di crescita continua e consapevolezze acquisite, finalmente pronto a sciogliere per sé il dilemma di cui sopra, trovare un equilibrio tra l’uomo e l’eroe, tra l’amore e la giustizia. Ma Booster Gold ha mostrato il mondo con un Bruce felice, Joker ha discusso la propria tesi su caos ed ordine; vacillano certezze che sembravano essersi assestate, il sogno di poter vivere altro oltre pipistrelli, cappuccio e mantello si infrange; l’ineluttabile realtà di insita tristezza torna ad essere l’unica possibile e i tetti, testimoni di un amore tormentato, ne diventano tomba. Bruce è ferito, il Pipistrello spezzato: saprà rialzarsi ancora una volta?
Il settimo volume della Rinascita di Batman tira le somme della prima parte della gestione di Tom King: la connessione emotiva con (e tra) Bruce e Selina è al culmine e passa attraverso due ultimi step. Il primo analizza le possibilità: di una vita felice fin dal principio (senza il lutto dei Wayne come primo motore), di un mondo senza il Batman che conosciamo. Alle tavole, Tony Daniel è plastico, elegante e violento: complessivamente efficace per un arco che non voleva nascondersi dal mostrare le atrocità di una Gotham allo sbaraglio. Il secondo è quello del confronto con il nemico di sempre (con riferimenti a “Una Morte in Famiglia” e “The Killing Joke”), tra lui, lei e l’altro. Avviene attraverso dei dialoghi in cui spiccano le personalità dei tre personaggi coinvolti: la lucida follia del Joker contrapposta al mutismo rabbioso di Batman e alla scaltrezza di Catwoman. Il #50, infine, è una lirica celebrativa e carica di amore dell’autore verso i personaggi e tra essi stessi: organizzato in una struttura che vede alternarsi sistematicamente i pensieri di Bruce e quelli di Selina, i preparativi dello sposo e quelli della sposa (che avvengono in luoghi celebrativi: Finger Town, Kane Plaza, stanze Englehart e Conway), ripercorre i momenti cardine della storia di entrambi (a partire dal primo incontro, Batman #1 del ’40 e Anno Uno), quelli che li hanno portati ad innamorarsi ed inseguirsi negli anni guardandosi negli occhi, porte per accedere all’animo dell’altro quando indossano la maschera – un cliché, forse, ma scritto divinamente. I due, nelle pagine epistolari, si lasciano andare, parlano a cuore aperto e confessano le proprie volontà per il futuro. Mikel Janín realizza questi ultimi numeri, mentre a far da sfondo alla corrispondenza de “Il Matrimonio” tra Bruce e Selina troviamo grandissime firme che omaggiano i due (non più) sposi: Fabok, Miller, Bermejo, Adams, Kubert, Sinclair, Gerads, Finch, Lee, Capullo e moltissimi altri.
Il Matrimonio è (stato) sicuramente un evento divisivo: sembrava essere destinato a segnare una svolta definitiva per la storia di Batman e per il futuro della coppia, ma finisce per sferrare un altro duro colpo dalle conseguenze potenzialmente devastanti per Bruce. Ma non è, forse, l’essenza di Batman? Una vita forgiata con abnegazione e dedizione, affrontando e superando perdite personali, rialzandosi ogni volta più forte, più determinato. Eppure, sì, per una volta la felicità sembrava essere stata raggiunta; era lì ad un passo, a due lettere dall’abbracciarla e farla propria.
Sì, ecco perché fa ancora più male.
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