Loki – Il Ritorno del Dio dell’Inganno

Loki, fratellastro di Thor e Dio dell’Inganno, sta per tornare con una nuovissima serie tv che lo vedrà protagonista su Disney+ a partire dal 9 giugno. Ripercorriamo le sue tappe all’interno dell’MCU, riflettendo su ciò che potremmo vedere

speciale loki

L’ultima volta che lo avevamo visto sul grande schermo aveva colto la ghiottissima occasione di prendere il Tesseract e fuggire nelle pieghe dello Spazio: Loki, nella maniera più caotica possibile, portava a casa un bottino niente male. Da quella scena di Endgame (ricordiamolo: era la linea temporale del 2012, al termine degli eventi di The Avengers, Tony e Scott cercavano di recuperare la Gemma dello Spazio custodita nel Cubo Cosmico) dovrebbero ripartire gli eventi di Loki, terza serie TV prodotta dai Marvel Studios in arrivo su Disney+ dal 9 giugno. Ci (ri)troveremo di fronte, almeno all’inizio, il Loki villain: la minaccia che permise la realizzazione dell’idea di mettere insieme un gruppo di persone straordinarie per combattere battaglie impossibili; il primo motore che aveva accelerato l’iniziativa Vendicatori, facendo riunire Iron Man, Capitan America, Vedova Nera, Bruce Banner e, successivamente, Thor e Occhio di Falco nello stesso team. Allo stesso modo, circa cinquant’anni prima, la controparte cartacea aveva avuto lo stesso ruolo (Avengers #1, 1963): cercando vendetta nei confronti di Thor, reo di averlo imprigionato, voleva indurre Hulk a scatenarsi – sì, nel film è proprio ciò che lascia intendere dall’interrogatorio con la Vedova Nera nell’Helicarrier SHIELD – così da favorire l’intervento del fratellastro e colpirlo. Si troverà di fronte la prima alleanza dei supereroi più potenti del pianeta: Thor, Iron Man, Ant-Man, Wasp e Hulk. Non poteva che essere lui, allora, il villain in The Avengers!

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Il Dio dell’Inganno, magneticamente interpretato da Tom Hiddleston, era già stato il principale antagonista in Thor (2011): il primo film dedicato al Dio del Tuono, diretto da Kenneth Branagh, assume le caratteristiche della tragedia greca che si poggia sulle vicissitudini della famiglia reale di Asgard per la successione al trono di Odino. Se Thor è l’erede designato, dall’animo impetuoso, istintivo e voglioso di dimostrare la propria forza in battaglia, Loki si dimostra subito più diplomatico, calcolatore: un sussurratore diabolico insofferente di fronte alla condizione di secondogenito non troppo amato dal Padre degli Dèi. La scoperta della propria natura (figlio di Laufey, re dei Giganti di Ghiaccio di Jotunheim) e la minuziosa e diabolica architettura triplogiochista pensata per ascendere al trono mettono in mostra le caratteristiche che ne hanno definito lo status di cattivo per eccellenza: la vendetta nei confronti dei padri – Laufey, per averlo abbandonato; Odino, per averlo cresciuto nella menzogna non ritenendolo degno -, l’opportunismo e il desiderio di regnare su Asgard.

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Complice un’alchimia evidente con Chris Hemsworth, che raggiunge il suo apice nel coloratissimo Thor: Ragnarok (2017), il rapporto tra i siblings di Asgard è tra i meglio riusciti dell’intero franchise: dietro al contrasto fisico (“Un Dio… gracile”) e caratteriale tra i principi si cela un autentico quanto recondito amore fraterno che si lega indissolubilmente a Frigga, madre premurosa e sensibile. Grazie a lei, che a differenza di Odino gli ha sempre dimostrato affetto, crescendolo come un vero principe, Loki ha appreso i segreti della magia asgardiana: manipolazione, proiezione e la capacità di mutare forma. Ed è altrettanto evidente come la morte avvenuta per mano degli Elfi Oscuri in Thor: The Dark World (2013) abbia segnato, seppur in maniera inconscia, il primo passo verso una positivizzazione del personaggio. Nonostante le sconfitte subite prima da Thor e poi dagli Avengers, i tentativi falliti di regnare su Asgard (o sulla Terra), è la dipartita della Madre degli Dèi ad avere le maggiori ripercussioni: per la prima volta, nelle segrete di Asgard, vediamo Loki distrutto, afflitto e meritevole di compassione. La stessa che gli concede Thor e che gli permette di tenere vivo il desiderio di regnare su Asgard (realizzandolo al termine del secondo film, sotto le mentite spoglie di Odino). Questo è Loki: un astuto calcolatore che anche nelle situazioni più disperate non vuole placare la propria sete di potere.

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Subdolo, sì, ma anche estremamente intelligente: quando l’ultimo legame con il passato viene reciso (la morte di Odino nel film diretto da Taika Waititi), Loki deve fare i conti con una realtà cruda e pericolante. Da un lato, la minaccia di Hela e del Ragnarok (non si può essere Re se non c’è più nulla su cui poter regnare); dall’altro, l’affetto sincero di Thor impone di lasciarsi alle spalle qualsivoglia tipo di personalismo: la scelta di allearsi, più o meno sinceramente, con il fratellastro e i Revengers (con siparietti annessi) lo consacra definitivamente come antieroe. Una condizione che viene nobilitata con il sacrificio estremo, non prima di un ultimo disperato trucco, all’inizio di Infinity War: un martirio che mette fine alla vita (“Nessuna resurrezione, stavolta”) del Dio dell’Inganno per mano di chi gli aveva dato l’opportunità di “guadagnarsi” la Terra anni prima.

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Odiato e poi, soprattutto, amato dai fan Loki compie all’interno dell’MCU un percorso di redenzione pur rimanendo fedele a se stesso: mutevole, come i suoi poteri, a seconda delle situazioni; furbo ed astuto, sempre pronto a trarre vantaggi da ciò che affronta. La morte a cui va incontro, a differenza di altri villain della Saga dell’Infinito, non è da considerarsi una semplice “fine”: è il sacrificio che ne nobilita il cambiamento; un atto di puro altruismo che sapevamo potesse compiere e che contribuisce in maniera determinante alla realizzazione della miglior versione cinematografica di Thor (quella vista in Infinity War, appunto). Ecco allora che ritrovarci il Loki-villain come protagonista della prossima serie TV Marvel Studios non può che incuriosirci: non ha affrontato il lutto per la morte di Frigga né la distruzione di Asgard; sarà quindi cinico e spietato? Dai trailer e clip rilasciate, è ragionevole aspettarcelo (almeno in qualche misura): già WandaVision e The Falcon & The Winter Soldier hanno proposto diverse sperimentazioni e l’idea di vedere un cattivo come protagonista è indubbiamente stuzzicante. È altrettanto ragionevole pensare che, per assecondare la propria indole, il Dio dell’Inganno – in possesso della Gemma dello Spazio, ricordiamolo – possa tentare qualche impresa che lo porterà ad avere a che fare con la TVA: la Time Variance Authority (apparsa per la prima volta in Thor #371 del 1986) è un’organizzazione che controlla e corregge il flusso temporale, costretta ad intervenire dopo la fuga di Loki. Se, come dichiarato dall’agente Mobius M. Mobius nel trailer, il Dio si trasformerà in un agente sul campo, scommettiamo che ci sarà da divertirsi. E chissà che non possa, tra le infinite possibilità dello Spazio e del Tempo, ritrovare il suo status di (anti)eroe.

Siamo certi, però, che il sole tornerà a splendere su di lui.

 

 

 

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Pier

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Appassionato di scienza e supereroi, divoratore di comics, serie TV e pizza. Ex power ranger wannabe, matematico nella vita, Batman nello spirito. Mentre cerco qualche significato nascosto nelle mie letture, sono già proiettato verso la prossima recensione... Ed oltre!

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