A poco più di un anno dalla messa in onda originale, si è conclusa anche da noi la prima stagione di Stargirl, la serie tv che vede protagonista la giovanissima supereroina DC Comics creata da Geoff Johns. Ecco cosa ne pensiamo
L’adolescenza è piena di cambiamenti e, cambiare, all’inizio, non è mai facile. Anzi, è ancora più difficile se ci si ritrova catapultati in una nuova (piccola) città, senza gli amici d’infanzia a riempire le giornate ed essere punti di riferimento imprescindibili. Ne sa qualcosa Courtney Whitmore, giovane ginnasta provetta che si trasferisce con la famiglia – sua madre Barbara, il suo compagno Pat e suo figlio Mike – nella piccola ma accogliente Blue Valley. Sembra già visto ma, qui Court, disorientata dal trasferimento, troverà il proprio destino. Un destino che aveva cominciato a delinearsi la notte di Natale di dieci anni prima: mentre la piccola Court aspettava invano il ritorno a casa del padre per consegnargli il proprio regalo, la Justice Society of America (JSA) veniva brutalmente sconfitta dagli acerrimi nemici della Injustice Society of America (ISA). Pat Dugan, compagno di Barbara e patrigno di Court, era il sidekick di Starman, leader della JSA, che in punto di morte gli affida la propria arma, lo Scettro Cosmico, in attesa che un nuovo Starman possa brandirlo e dare il via ad una nuova generazione di Eroi.
Al termine di un pessimo primo giorno nella nuova scuola, in cui condivide il tavolo dei losers (gli sfigati), Court s’imbatte nello Scettro Cosmico custodito in una cassa: il bastone sembra fin da subito interagire con la ragazza, la conduce verso il cinema drive-in della città dove combinano qualche pasticcio di troppo per non essere notati. Tornata a casa si confronta con Pat che gli rivela il proprio passato come Stripesy e le vicende legate alla sconfitta della JSA. Le tempistiche degli eventi, una foto sbiadita e il legame con lo Scettro spingono Court a credere di essere la figlia di Starman: la ragazza decide, inevitabilmente, di onorare la morte dell’eroe, proseguendo la battaglia della JSA contro il male come Stargirl. Nel frattempo, il giovane Henry King Jr, presente al drive-in, riporta l’accaduto a suo padre Henry King Sr. alias Brainwave, uno dei membri più potenti della ISA. Il ritorno sulla scena di quello che pare essere proprio un nuovo Starman mette in allarme gli storici rivali, impegnati a portare avanti il loro piano per una nuova America, e dà il via alle vicende della serie: mentre Court cerca di ambientarsi nella nuova città, scoprire la storia della JSA e reclutare nuovi membri che siano motivati a portarne avanti il retaggio, la ISA guidata da Icicle non vuole essere intralciata e, di episodio in episodio, mette in difficoltà la squadra di Court e Pat.
Così come i membri della ISA vivono a Blue Valley mimetizzandosi tra i normali cittadini, anche i diretti discendenti o successori inizialmente inconsapevoli dell’originale JSA si trovano nella ridente cittadina: forte dell’aiuto di Pat e animata da un entusiasmo incontenibile, Court riesce a mettere insieme una nuova formazione di eroi, così come si augurava Starman. Motivati da ragioni diverse (vendetta, giustizia, riabilitazione, convinzione), i componenti della JSA 2.0 – o, come anticipato nel titolo, una JSA della generazione Z, data la loro giovane età – assumono i ruoli di Wildcat (Yolanda Montez), Hourman (Rick Tyler, figlio del primo Hourman, Rex Tyler) e Dottor Mid-Nite (Beth Chapel), mentre Pat prende il controllo di S.T.R.I.P.E., un’armatura progettata anni prima. I ragazzi dovranno imparare a lavorare di squadra, ad impiegare nella maniera più efficace le proprie energie e capiranno ben presto di avere di fronte nemici spietati e pronti a tutto pur di portare a termine il Progetto: New America. La ISA si propone di combattere il riscaldamento globale in favore di energia pulita ed eliminare qualsiasi forma di discriminazione: il costo? Grazie all’amplificatore sinaptico di Dragon King e i poteri telecinetici di Brainwave, le menti di tutti gli adulti verranno inibite e condotte in uno stato di trance e 25 milioni di esse completamente stroncate. Se le motivazioni risultano essere perversamente nobili, è – come di consueto – il metodo ad essere sbagliato e, di fatto, a distinguere i buoni (seppur giovani ed inesperti) dai cattivi.
C’è da chiedersi in ultima analisi, allora, cosa porti di nuovo Stargirl nel panorama supereroistico e perché valga la pena recuperare questa prima stagione (andata in onda in prima visione assoluta su Rai4). Diverse sono le caratteristiche che hanno colpito chi vi scrive e che vi consiglia caldamente di prenderne visione: innanzitutto una scrittura fresca e ben centrata (non a caso, molti episodi sono stati scritti proprio da Geoff Johns). La serie affianca al genere super gli stilemi teen, affronta le consuete tematiche legate alla crescita – sia nella vita privata che in quella da supereroi – e alla ribellione adolescenziale accompagnandole con altre più mature ma dalla necessaria rappresentazione volte a sensibilizzare anche il pubblico più adulto (Yolanda è vittima di revenge porn, Rick vive con un imperante senso di vendetta per la morte dei genitori, Beth cerca di togliersi di dosso l’etichetta di nerd, dalla connotazione –ahinoi- dispregiativa). La trama riesce a svilupparsi a piccoli passi ma decisi e non rimane impantanata su se stessa: pur con una struttura abbastanza semplice (nuovo nemico da affrontare e nuovo eroe che si aggiunge in quasi tutti gli episodi), questa prima stagione è, di fatto, un world-building, una vera e propria storia d’origine su una nuova generazione di eroi e villain in cui la minaccia della “vecchia” ISA è la fiamma che accende la macchina guidata da Court, una protagonista carismatica, entusiasta ed energica.
La prova attoriale del cast è altrettanto convincente, a partire dall’attrice principale: Brec Bassinger è particolarmente calata nella parte, aiutata in primis dal Pat di Luke Wilson, al quale è affidato il ruolo di padre adottivo (e, alla fine, “effettivo”) premuroso ed altruista, con un gran senso dell’umorismo. Gli altri ragazzi della JSA riescono ad esorcizzare i propri demoni interiori grazie ai nuovi ruoli, all’amicizia di Court e all’aiuto di Pat: fare la cosa giusta è il miglior rimedio. Non mancano momenti più drammatici e, questo, è un gran pregio: il pericolo costituito da Icicle e soci permea ogni episodio e le vittime sono inevitabili, con morti fuori campo – ma inequivocabili – o mostrate senza timore che conferiscono profondità agli avvenimenti. La prima stagione di Stargirl è stata, quindi, una piacevole scoperta, una ventata di aria fresca all’interno di un parco televisivo DC che, almeno per quanto riguarda le produzioni Warner/CW, quindi l’Arrowverse, da qualche stagione sembrava aver esaurito le idee. Stargirl fa dell’entusiasmo, del senso di responsabilità e del retaggio i propri punti di forza senza mai cadere nel banale ma affrontando le situazioni in maniera concreta permettendo ai personaggi di crescere e cambiare (non senza difficoltà, ovviamente) di episodio in episodio.
Stargirl è un personaggio DC Comics creato nel 1996 da Geoff Johns. L’autore ha caratterizzato il personaggio di Courtney Whitmore ispirandosi a sua sorella Courtney, scomparsa in un tragico incidente aereo nello stesso anno (nella serie è presente un toccante omaggio al riguardo). Stargirl e la JSA gen Z erano comparsi in un first look alla fine dell’evento Crisi sulle Terre Infinite, crossover dell’Arrowverse andato in onda tra dicembre 2019 e gennaio 2020, collocandoli sulla rinata Terra-2. La prima stagione di Stargirl è andata in onda negli USA sul servizio streaming DC Universe a partire dal 18 maggio 2020 e dal giorno successivo sulla rete The CW. Il 10 agosto scorso ha debuttato la seconda stagione direttamente sull’emittente già casa di Arrow, The Flash, Supergirl.