Sullivan’s Sluggers è una graphic novel del 2013 pubblicata da Dark Horse (ma nata da un crowdfunding su Kikstarter) e proposta dallo scorso luglio da saldaPress con il sottotitolo Orrore in Prima Base.
Generalmente non amo i sottotitoli appiccicati dagli editori italiani, spesso e volentieri senza una vera ragione. Ma nel caso di Sullivan’s Sluggers – Orrore in Prima Base ci sta tutto, perché il titolo gioca sul doppio senso, tutto americano, di una parola in slang che ha anche un significato gergale nel Baseball.
Perché la storia si sviluppa attorno a Casey Sullivan, un ex allenatore professionista di Baseball, ora in tournée nel Midwest americano per raggranellare qualche soldo con cui portare avanti la sua squadra di ex stelle della Major League, i Dragons.
La squadra è composta da atleti sul viale del tramonto. Disillusi, alcolisti, fattoni, attaccabrighe e decisamente sconci. Sluggers, appunto. Parola slang che significa fannullone, sfaticato. Ma anche, nel gergo del Baseball, uno che batte forte, che con la mazza (da Baseball!) ci sa fare. Come ci spiega egregiamente il buon Faso, bassista di Elio e Le Storie Tese, grande appassionato e giocatore dilettante di Baseball, che ci presenta il volume italiano con la sua originale prefazione.
Il volume si apre con i Dragons che si apprestano a raggiungere la cittadina di Malice, dove si terrà il loro prossimo incontro. Nonostante gli oscuri presagi che precedono il loro arrivo in città, la sgangherata squadra entra nel diamante e inizia la partita. Ma al settimo inning i giocatori della squadra avversaria (e gli spettatori) si trasformano in mostri assetati di sangue e affamati di carne umana.
Comincia così un’avventura di sopravvivenza come nei più classici film horror splatter. Con i nostri giocatori che via via trovano (non tutti, ovviamente) morte atroce tra le zampe e i denti di orribili mostri demoniaci.
Se fosse tutto qui, il retrogusto di già visto sarebbe forte. Invece, ciò che distingue Sullivan’s Sluggers da una storiella splatter come tante è il retroscena che ci viene svelato più o meno a metà racconto. Scopriremo che alla base della maledizione della città di Malice c’è una triste storia di odio razziale mista a interessi economici e indifferenza. Una storia cha ha nei membri della famiglia afroamericana dei Carver le sue vittime. Dove solo un prete cerca di portare la verità a galla, ma viene messo a tacere. Da lì la maledizione che attanaglia la città.
Un retroscena nient’affatto fantastico e fortemente radicato nella storia americana del post Guerra di Secessione. Molti episodi di linciaggio furono commessi nel profondo Sud durante quel periodo, quando agli schiavi liberati veniva finalmente concesso il diritto di voto e di possedere proprietà. Un crudo background della storia che mette in evidenza i violenti atti di razzismo che gli afroamericani hanno dovuto subire durante lo sviluppo delle loro comunità, dal 1865 in poi.
Sullivan’s Sluggers è sceneggiata dallo scrittore vincitore di Eisner e Harvey Award Mark Andrew Smith. L’autore riesce a regalarci una lettura scorrevole e di puro intrattenimento. Però, ancorandola brutalmente e spietatamente alla storia degli States.
A fare da collante al tutto i magnifici disegni di James Stokoe. Artista trentaseienne canadese con un curriculum di tutto rispetto. Stokoe, che ha lavorato anche con con Image, Marvel, IDW, sembra esseri parecchio divertito nel tratteggiare i mostri e le violente e splatterosissime carneficine di cui si rendono voraci protagonisti, portando all’estremo l’essenza horror del racconto.
Sullivan’s Sluggers è dunque una lettura divertente e leggera, senza pretese e ben disegnata. Ma, nel contempo, capace di far riflettere il lettore su chi siano, alla fine, i veri mostri.
L’edizione italiana dei saldatori reggiani è, come sempre, di qualità. Un bel cartonato di 208 pagine con prefazione di Faso arricchita da Pin-Up, Cover Gallery e da una simpatica raccolta di figurine (che tanto piacciono – quelle vere – agli appassionati d’Oltreoceano) dei nostri Sluggers.