Quasi del tutto escluso dal circuito cinematografico, in programma solo in pochissime sale e in alcune di queste in tardo orario, il film di Dampyr non ha riscosso in Italia il successo sperato. Perché? Cosa è accaduto? Cerchiamo di scoprirlo insieme.
Il 28 ottobre 2022 doveva essere una data da ricordare per gli appassionati del fumetto italiano, segnava infatti l’uscita di Dampyr al cinema, film dell’esordiente Riccardo Chemello tratto dal fumetto omonimo di Mauro Boselli e Maurizio Colombo, e la nascita del cosiddetto Bonelli Cinematic Universe (BCU), ovvero l’universo cinematografico dedicato ai personaggi di Sergio Bonelli Editore.
Purtroppo, quantomeno in Italia, le cose non sono andate come speravano i produttori, Eagle Pictures, Brandon Box e Bonelli Entertainment.
Costato 15 milioni di euro, una cifra astronomica per il mercato italiano, Dampyr ne ha incassati poco più di 300.000, cominciando a sparire fin troppo presto dai nostri cinema.
Forse nessuno si aspettava facesse i grandi numeri delle produzioni Hollywoodiane, ma neppure che arrivasse a dileguarsi così in fretta.
Quali sono i motivi? A cosa è stato dovuto tutto ciò? Le dinamiche potrebbero essere diverse, quindi cerchiamo di analizzarle per venirne a capo.
Iniziamo proprio dalla qualità pellicola: molti sono stati i commenti poco lusinghieri dell’utenza alla pubblicazione del trailer, e quindi ben prima di rendersi conto del risultato finale. Ma questo film è brutto? No, non lo è.
Al netto di qualche ingenuità si tratta di un lavoro pregevole sul fronte tecnico, molto fedele al fumetto originale con una notevole prima parte e un buon ritmo (nonostante prenda un’insicura accelerata nel secondo tempo). Indubbiamente si possono muovere alcune critiche al make up a volte troppo invasivo di alcuni personaggi, come il Gorka di David Morrissey (la parrucca gli sta veramente male), mentre alcuni costumi risultano forse un po’ troppo puliti e sgargianti per appartenere al contesto di una zona di guerra. E forse gli effetti speciali sono mal integrati in alcune scene (ma lo sono perfettamente nel bellissimo prologo).
Ciò non di meno resta un prodotto molto ben costruito, che lascia trasparire tutta la passione e la dedizione di chi ci ha lavorato. A tal proposito vi invito a leggere la nostra recensione, piuttosto positiva, come lo sono state molte altre in giro per il web che, pur evidenziando i limiti del progetto, non hanno potuto che premiare lo sforzo di tutta la produzione. Probabilmente è vero, Dampyr non è nulla di che e non dice nulla di nuovo, ma non è neppure il disastro che alcuni si aspettavano.
Eppure, mettendo da parte quella che potrebbe essere la qualità soggettiva oppure oggettiva di un film, cosa rimane per il suo mancato successo? Beh, cominciamo col dire che Dampyr non è poi un fumetto così noto al grande pubblico, a differenza di alcuni suoi fratelli maggiori, come Tex, Dylan Dog, Martin Mystère, Nathan Never o Mister No, perché dunque sceglierlo? Beh, sicuramente cimentarsi col western o con un’ambientazione sudamericana poteva risultare problematico a livello scenico, Mystère si presterebbe invece di più ad una serie televisiva, mentre era ancora troppo fresco nella mente del pubblico la cocente delusione della poco gradita pellicola di Kevin Munroe dedicata all’Indagatore dell’Incubo.
Invece, portare sullo schermo la fantascienza di Never (o, se vogliamo, il post apocalittico di Brendon) avrebbe richiesto addirittura uno sforzo economico nettamente maggiore rispetto a quanto fatto con Dampyr.
Quindi, in base a quanto scritto, potremmo presumere che la compagnia abbia deciso di puntare su un tema fantasy, quello dei vampiri, che potesse far presa sugli spettatori. Eppure, la problematica potrebbe stare proprio in questo: programmato per il 2020, il film sarebbe dovuto uscire ben due anni fa per poter interessare, ma la pandemia non lo ha permesso. Purtroppo nel mezzo ci sono stati alcuni progetti a tema vampirico-fantasy (e possiamo evitare di fare citazioni, avete capito), che si sono rivelati non esaltanti e che hanno finito per saturare l’immaginario del pubblico, su un concetto già di suo forse troppo inflazionato.
Allora, per vincere la diffidenza degli spettatori, si sarebbe dovuto fare ricorso ad una massiccia campagna di marketing per accenderne l’interesse… campagna che purtroppo non c’è stata! Nessuna vera promozione che andasse ad alimentare l’evento, anche in virtù del nascente BCU.
Il trailer è uscito un mese prima del rilascio nei cinema italiani. Ma nelle settimane intercorse, al di là di qualche sporadico post che i produttori condividevano sulle proprie pagine, c’è stato un silenzio radio assordante. Non ci sono stati eventi significativi che potessero attirare le masse al cinema. Gli spot non sono mai passati per televisione, non ci sono stati inviti a trasmissioni televisive per gli autori o gli attori (come invece accaduto ad esempio con Diabolik dei Manetti Bros), giornali e riviste mainstream (avete presente TV Sorrisi e Canzoni?) non ne hanno mai parlato, niente interviste, niente manifesti in giro per le città (almeno nella mia non c’erano), nulla di tutto ciò. Certamente non avrebbero potuto fare affidamento solo sul passaparola di lettori e appassionati, non per una produzione come questa.
La campagna pubblicitaria è stata piuttosto blanda, contribuendo di fatto a rendere la pellicola inesistente per i più, facendo sì che fosse tolta dai cinema quasi alla velocità della luce.
Inoltre, per quanto il Festival di Lucca sia un imponente palcoscenico con un grande ritorno mediatico, certo non ha giovato far coincidere la premiere ivi tenuta con il rilascio nelle sale. Che anteprima sarebbe, altrimenti? Perché non distribuire il film direttamente il 31 ottobre? Magari proprio ad Halloween, e farlo passare a questo punto come un horror da guardare per festeggiare la ricorrenza, se proprio nessuno aveva le idee chiare su come promuoverlo.
Inviare il film molto prima ai recensori e organizzare una campagna promozionale mirata e meglio gestita avrebbe certo permesso di mettere in evidenza la pellicola. Poi sarebbe spettato sicuramente al pubblico il giudizio finale, al di là degli sforzi dell’ufficio stampa e dei produttori, ma almeno avrebbe saputo che c’era.
Attualmente stanno venendo rilasciate clip e incontri pubblici, ma è troppo tardi ora che il film è diventato quasi introvabile. Sostenere Dampyr nel nostro paese avrebbe forse realmente incoraggiato molte altre realtà ad approcciarsi a progetti del genere, dall’ampio respiro internazionale.
Sicuramente potranno recuperare qualcos’altro dalle vendite dei supporti DVD e Bluray, ma è all’estero che probabilmente giocheranno il tutto per tutto. Come sappiamo, Dampyr sarà distribuito nel resto del mondo nientemeno che da Sony Pictures Entertainment, sperando faccia un lavoro di promozione migliore di quanto visto finora nel nostro paese.
La distribuzione internazionale dovrebbe quantomeno arrivare a coprire interamente i costi, così da permettere di puntare su altri progetti e attirare investitori interessati. Perché a questo punto ci si chiede, il suo mancato successo potrebbe mettere in pericolo altre produzioni, in primis quella di Dylan Dog di cui si sta occupando James Wan, oppure anche solo similari? O addirittura potrebbe causare la prematura chiusura del BCU?
Purtroppo non abbiamo risposte, né certezze. Solo il futuro potrebbe dirci cosa accadrà. Quantomeno speriamo tutti di poter vedere al cinema o in TV altri progetti ispirati ai personaggi della scuderia Bonelli.
Piuttosto, voi cosa ne pensate? Vorreste vedere altri media legati al BCU? Ma soprattutto, siete riusciti a vedere il film di Dampyr? Fatecelo sapere in un commento, così da poterne parlare tutti insieme.
4 Comments
Francesco Viazzo
(17 Novembre 2022 - 09:16)Ho visto Dampyr al cinema con molta curiosità nonostante non conoscessi il fumetto.
Ne ho anche scritto una mini recensione e sostanzialmente penso che abbia sicuramente un tono “sperimentale” ma per me è un film di buon livello a cui per ora non è stata resa giustizia. Le ambientazioni, le musiche e gli attori sono azzeccatissimi. Un elogio in più per l’ambientazione. Conosco la parte di Romania dove è stato girato il film e guardando il film mi sono risentito lì. Il fatto che si sia scelto di girare sul posto è un valore aggiunto. Spero davvero che l’home video o la Tv/piattaforme streaming diano al film una seconda possibilità perché se la merita.
Gian Luca Baldrati
(2 Dicembre 2022 - 20:07)Io sono riuscito a vederlo, ma anche da me è rimasto poco. Lo reputo un buon film. Pellicole così in Italia in genere non se ne vedono. Sono perplesso per la scarsissima pubblicità, che ha compromesso tutto l’ambizioso progetto. Poche persone sono andate a vederlo, quindi è stato rimosso subito e anche il passa parola non ha potuto funzionare
Livio Lucaroni
(8 Giugno 2024 - 11:13)Visto su Prime Video. Finalmente non il solito film italiano, mi pare impossibile che non abbia avuto successo!
Gianluca Testaverde
(8 Giugno 2024 - 14:09)Ciao, Livio. Per come è stato gestito il tutto, purtroppo era prevedibile. Quantomeno ha recuperato un po’ nell’home video, e pare che sia andato molto bene in America sulle piattaforme Streaming.