Skulldigger + Skeleton Boy è il nuovo fumetto BAO Publishing di Lemire e Zonjic dedicato al mondo di Black Hammer. MegaNerd l’ha letto per voi!
Uno sparo in un vicolo. Un bambino impietrito davanti ai cadaveri dei propri genitori. Il senso di colpa e la sete di vendetta.
L’inizio di Skulldigger + Skeleton Boy condivide molto con le origini del famigerato eroe DC Comics dalle orecchie a punta, personaggio scritto in più occasioni da Jeff Lemire, autore di questo volume, che nel corso degli anni ha conquistato critica e lettori nel panorama internazionale di comics. Una delle qualità di Lemire è sicuramente la versatilità a cui ci ha abituato con opere di vario genere; dal drammatico con Essex County alla fantascienza di Descender, fino all’horror disturbante di Gideon Falls, senza dimenticare il fantasy Sweet Tooth, tutti fumetti tra l’altro di cui consigliamo caldamente la lettura.
Ma è evidente l’attaccamento dello scrittore al mondo dei supereroi, genere che ha approfondito soprattutto con la serie Dark Horse Comics, Black Hammer, personale interpretazione e viaggio nel mondo supereroistico, che ne esplora diversi aspetti partendo dai protagonisti della serie principale, un gruppo di eroi classici tipici della Golden Age imprigionati nella Fattoria, e analizzando con il passare dei volumi altre epoche ed espandendo l’Universo narrativo approfondendo storie di eroi e villain nei diversi spinoff, tutti portati in Italia da Bao Publishing.
Skulldigger + Skeleton Boy fa parte di queste serie ‘derivate’ dalla storia principale di Black Hammer, anche se, come molti degli spinoff fino ad ora usciti, il legame con la serie madre è solo trasversale, ma arricchisce con un’ulteriore tassello il gigantesco puzzle che è B.H.
Il volume presenta l’intera miniserie nuda e cruda, con protagonista una coppia di eroi che rafforzano nel corso della storia un rapporto molto saldo come quello tra Batman e Robin, ma molto diverso: morboso e tossico. È più una storia dove una specie di Frank Castle insegna a un ragazzino come diventare un vero e proprio Punisher-boy.
La storia è violenza allo stato puro e ha come protagonista Skulldigger ‘omone’ disturbato, dal complicato passato famigliare che l’ha portato ad affrontare il crimine nel solo modo che conosce: picchiando a morte il nemico usando come arma un teschio legato a una catena. È proprio lui che, in una notte come le altre a Spiral City, salva da morte certa il piccolo Matthew, testimone dell’omicidio del padre e della madre, prima, e della violenza di Skulldigger, dopo, con quest’ultimo che massacra davanti al ragazzo l’assassino dei genitori. Traumatizzato, il bambino viene preso in custodia dalla polizia, per avere qualche informazione sull’omicidio e soprattutto sul violento giustiziere. I metodi non convenzionali di Skulldigger sono malvisti dalla polizia locale, in particolare dalla Detective Reyes, che cerca in tutti i modi di catturarlo anche contraddicendo gli ordini del suo superiore, ma con scarsi risultati. Matthew, intanto, rimasto senza nessuno ad occuparsi di lui viene portato in orfanotrofio, ed in quel momento di totale sconforto riceve una visita: quella del suo salvatore. Skulldigger ha visto qualcosa negli occhi del ragazzo, un possibile partner e propone a Matthew di diventare il suo sidekick.
Il ragazzo accetta, e d’ora in poi non sarà più solo. Ma gli allenamenti a cui viene sottoposto sono durissimi e violenti e solo quando sarà considerato pronto e degno dal suo rigidissimo mentore potrà indossare il costume di Skeleton Boy. La lotta contro il criminale Grimjim e i suoi sgherri sarà l’occasione giusta per il giovane Matthew per dimostrare il suo valore, anche se si tratterà di un arduo banco di prova.
Quella che confeziona Lemire è una ottima origin story supereroistica dalle atmosfere urbane e dai dialoghi efficaci e pungenti; protagonisti sono i vicoli e i bassifondi di Spiral City, con personaggi dalle storie tormentate che si ritrovano per fianco a fianco a causa di tragici eventi che li accomunano e li hanno portati a un punto (per alcuni) di non ritorno.
Se nella serie principale gli eroi erano i classici ‘senza macchia e senza paura’ guidati da Black Hammer, in Skulldigger + Skeleton Boy è tutta un’altra storia. Black Hammer non difende più le strade di Spiral City da tempo e la nuova generazione di eroi è più cupa, oscura e tormentata. Gli anni ’90 hanno visto gli ‘eroi puliti’ lasciare il passo a eroi meno preoccupati di sporcarsi le mani e di utilizzare un gergo da strada che ne hanno caratterizzato il successo editoriale (vedi Spawn), dove spesso venivano rappresentate situazioni di degrado e personaggi tutt’altro che positivi. Ed è in questo contesto che si muovono Skulldigger e Skeleton Boy.
I due protagonisti hanno caratteristiche intrinseche e caratteriali già viste in molteplici fumetti di supereroi dai toni più maturi; Lemire si ispira palesemente al Cavaliere Oscuro degli anni ’80, al Ragazzo Meraviglia sotto la cui maschera c’era un indisciplinato Jason Todd e al Punisher scritto da Garth Ennis, fonte di ispirazione sicuramente anche per l’outfit della coppia.
Ma il feeling che c’è tra Skulldigger e Skeleton Boy è più simile a quello padre/figlio visto tra Big Daddy e Hit-Girl nel truculento Kick Ass di Mark Millar e John Romita Jr. anche se l’influenza negativa che ha il primo sul secondo viene percepita anche da un bambino come Michael che però, a causa della sua fragilità emotiva del momento, è allo stesso tempo attirato dalla vita violenta che gli sta presentando il suo mentore.
Il resto del cast è ben caratterizzato e la Detective Reyes da un lato e il villain Grimjim, un mix tra il Joker e Deadpool, dall’altro riescono in maniera perfetta a mettere continuamente i ‘bastoni tra le ruote’ a Skulldigger e Skeleton Boy.
A livello grafico Lemire trova un ottimo partner in Tonci Zonjic, artista croato molto talentuoso. Ancora una volta l’autore fa la scelta vincente sul disegnatore che meglio può realizzare visivamente quello che lui vuole raccontare; Zonjic riesce a portare su carta in maniera egregia tutta la violenza partorita dalla mente dello sceneggiatore.
Quello che, però, dobbiamo dire prima di chiudere la recensione è che non tutto funziona in Skulldigger + Skeleton Boy. Nonostante i primi quattro capitoli tengano un livello decisamente elevato di qualità, negli ultimi due si registra un calo con una chiusura di volume drastica con diversi punti lasciati in sospeso. L’idea che si percepisce è che Lemire abbia perso un po’ la bussola nel corso del racconto e abbia chiuso in modo netto senza progettare un finale più articolato per tutti i personaggi coinvolti, che avrebbe sicuramente valorizzato di più l’opera.
Peccato, perché Skulldigger + Skeleton Boy è forse uno dei migliori spinoff di Black Hammer usciti al momento, ma non si avvicina al livello della serie primaria. Il progetto in generale rimane sempre interessante, ma un po’ come tutti i volumi che sono venuti dopo B.H., sembra che Lemire si stia smarrendo nelle sue idee, evidentemente concentrandosi di più su altri suoi molteplici lavori in cui è coinvolto.
In definitiva Skulldigger + Skeleton Boy rimane comunque una buona lettura, consigliata a tutti i fan di Lemire e di Black Hammer, ma anche a chi ama le storie sulle origini dei supereroi e i fumetti dalle atmosfere metropolitane.