Per gli amanti dell’horror ecco il nuovo volume del maestro Junji Ito, La Zona Fantasma. MegaNerd l’ha letto (e recensito) per voi!
Junji Ito è il maestro del fumetto horror nipponico e su questo siamo tutti d’accordo. Le sue opere angoscianti e disturbanti per tutti gli amanti del genere sono come calamite che non possono che attirare i lettori bramosi di storie macabre e terrificanti, già solo dalle copertine – spesso inquietanti – che anticipano quella che sarà la spaventosa lettura.
Ed è andata così, anche per chi scrive, con La Zona Fantasma: attirato da questa donna in primo piano dalle due facce, una sofferente e una piangente, e dalle rappresentazioni alle sue spalle di quattro lugubri luoghi (visibili meglio nel retro della sovraccoperta del volume), location spettrali delle 4 storie che compongono il volume pubblicato da Star Comics: La collina delle lacrime, Demonia, Il torrente di spiriti di Aokigahara e Dormiveglia.
Come nasce La Zona Fantasma
Piccolo spoiler prima di proseguire: chi è fan da lunga data di Junji Ito potrà notare ne La Zona Fantasma una percentuale molto bassa di scene splatter e macabre a cui solitamente l’autore ci ha abituato in altre opere ben più famose come Tomie o Uzumaki, veri e propri cult, lasciando più spazio a inquietudine, paure e angosce di carattere psicologico. Da quello che ne emerge nella postfazione del volume, il percorso che ha portato alla realizzazione de La Zona Fantasma non deve essere stato semplice per il mangaka.
L’opera è stata scritta e disegnata quasi per intero durante la prima pandemia Covid-19 nel 2020, periodo del recentissimo passato, oscuro e psicologicamente duro per tutti. Inoltre i quattro racconti sono stati realizzati per una piattaforma online, l’app ‘LINE manga‘, novità assoluta per il mangaka, che si è approcciato a una serializzazione ‘più al passo con i tempi’ dove è stato più libero dai soliti rigidi canoni imposti dalle case editrici delle riviste giapponesi. Che questo abbia portato a un prodotto migliore o peggiore, l’autore lascia che sia il lettore a esprimere giudizi . Anticipiamo sin da subito che non siamo davanti al miglior prodotto del maestro dell’horror nonostante La Zona Fantasma sia un’opera scorrevole, piacevole e ben scritta, ma come dice Ito stesso ‘disegnare manga diventa ogni anno più difficile, non mi vengono più buone idee!‘.
E quindi da dove nascono le 4 storie de La Zona Fantasma? Ito è partito da quattro idee appuntate su un taccuino e da cui ha sviluppato quattro storie, che tra poco andremo ad analizzare brevemente, tra loro molto diverse, ma che sono legate da atmosfere e sensazioni che trasudano ansia, sofferenza, angoscia e sacrificio. Vediamole nel dettaglio.
La collina delle Lacrime
Protagonisti del primo racconto sono Yuzuru e Mako, coppia di fidanzatini in viaggio nel Tohoku, regione a nord dell’isola giapponese di Honshū, che durante il soggiorno vengono attirati da grida di sofferenza femminili che provengono da una casa dove si sta celebrando un funerale. I due, ma in particolare la ragazza, Mako, sono colpiti dalla presenza di una donna in lacrime e distrutta dal dolore. Ai ragazzi viene spiegato da uno dei presenti che quella è una Prefica, una donna pagata per piangere ai funerali e che con canti e lamenti onora il defunto. Dall’incontro con questa donna Mako comincia a piangere senza potersi più fermare, e la situazione peggiora tornando a casa. Yuzuru, per cercare la soluzione al problema tornerà con la sua amata nel Tohoku, e il nuovo viaggio li porterà direttamente al Villaggio delle Prefiche, luogo abitato da donne piangenti che venerano Orui, la prefica leggendaria che ha un legame speciale con Mako. Cosa lega le due donne?
Basato su una tradizione diffusa sin dall’antico Egitto, Ito da origine a una storia cupa e triste, forse tra tutte la più macabra e inquietante, arricchita da ambientazioni angoscianti e da rappresentazioni grafiche delle prefiche molto disturbanti, mostrate più come una setta vera e propria. Tra tutte e quattro le storie La collina delle Lacrime è quella che più traspare sofferenza, sia fisica che psicologica per un amore compromesso da un destino fatto di tante lacrime.
Demonia
Maria Amano, giovane studentessa, comincia a frequentare un istituto femminile cattolico diretto dal preside Yuriko Tenjo e dalla moglie soprannominata Demonia per la rigidità con cui si occupa dell’insegnamento e della disciplina delle ragazze. Il preside è da subito attratto dalla giovane Maria, sia per il nome che rievoca la vergine madre di Gesù sia per la sua bellezza che non passa inosservata. Demonia si accorge dell’interesse del marito per la ragazza e comincia a essere erosa dalla gelosia, prendendo di mira la povera Maria. La ragazza, inoltre, scopre che nell’istituto viene professato uno strano e ossessivo culto della Madonna, impersonata dalla vice direttrice, e che molte studentesse hanno atteggiamenti molto strani oltre a perdere spesso (inspiegabilmente) sale dalle orecchie. Che segreto nasconde la scuola e che influenza ha Demonia sulle studentesse?
Un strano istituto che sa di setta, una vice-direttrice dall’aspetto demoniaco che però si crede la reincarnazione della Vergine Maria, sono due degli elementi horror che caratterizzano questa storia, decisamente spaventosa e con un vero e proprio villain demoniaco che la rendono la più terrificante de La Zona Fantasma. Come per il primo racconto, le tavole di Ito non fanno che amplificare le spaventose atmosfere e la rappresentazione di Demonia vi rimarrà impressa bene in testa quasi quanto la Suora di The Conjuring.
Il torrente di spiriti di Aokigahara
Anche in questo caso i protagonisti sono una coppia, Norio Taniguchi, malato terminale deciso a suicidarsi nella foresta insieme alla sua fidanzata Mika. Ma è proprio durante la notte che scorgono tra gli alberi un flusso di luce, che scoprono essere anime dei defunti che si muovono come un vero e proprio torrente di spiriti. Scoperta la fonte di questo torrente, il monte Fuji, Norio decide di farsi attraversare da questo torrente che a mano a mano elimina via il male dal corpo dell’uomo. Ma non solo. Il torrente di spiriti leviga via anche parte del corpo del ragazzo rendendolo liscio, ai suoi occhi perfetto e dipendente dal flusso di anime a tal punto da dimenticare quasi la sua Mika, che farà di tutto per tornare tra le grazie dell’amato.
Questa volta Junji Ito pesca direttamente dalle leggende giapponesi che ruotano intorno al monte Fuji e alla sua sacralità per il popolo del Sol Levante. Probabilmente è la storia meno coinvolgente del volume, con personaggi poco interessanti così come la trama, dove però centrale è sempre l’amore così come ne La collina delle Lacrime. A differenza, però, della prima storia, dove l’amore da idilliaco si trasforma in sacrificio e sofferenza, ne Il torrente di spiriti di Aokigahara, viene presa una direzione inversa, con il rapporto tra Norio e Mika che all’inizio sembra prossimo alla fine come le loro vite, ma che dall’incontro con il torrente degli spiriti si trasforma in qualcosa di completamente diverso e surreale. Qualche spunto interessante, ma nulla di più.
Dormiveglia
Takuya Terada, aspirante avvocato, ha incubi molto reali dove impersona un assassino che uccide le sue vittime con un coltello sfigurandole. Purtroppo Takuya scopre al suo risveglio che quelli che crede incubi sono fatti che accadono realmente quando lui dorme. È lui l’assassino?
Dormiveglia presenta una trama ricca di suspence per quello che è a tutti gli effetti un vero e proprio thriller psicologico con un assassino che ricorda molto quello della saga cinematografica di Scream di Wes Craven. Una buona storia che nelle poche pagine riesce a catturare l’attenzione del lettore grazie anche a un paio di colpi di scena niente male.
Conclusioni
La Zona Fantasma, ribadiamo, non è uno dei capolavori di Junji Ito, che realizza un fumetto senza infamia e senza lode, ma si presenta come una lettura interessante, scorrevole e soddisfacente. Le 4 storie mantengono una buona qualità sia come trama che graficamente, nonostante gli alti e bassi tra l’una e l’altra.
Ci permettiamo di dire, comunque, che La Zona Fantasma è sicuramente un volume adatto a chi si vuole approcciare per la prima volta all’autore e comprendere in maniera generale la sua arte, con qualche brivido qua e là lungo la schiena, ma che preparano il campo per nuove terrificanti letture del maestro dell’horror Junji Ito.