Essere Montagna è l’ultimo lavoro di Jacopo Starace, uscito a inizio febbraio per Bao Publishing che ci proietta nel mondo degli uomini formica piagato da una terribile epidemia. Riusciranno i nostri eroi a trovare una cura?
I funghi mi piacciono tantissimo, il loro odore di sottobosco stuzzica sempre l’appetito, poi è così rilassante andarli a cercare per i boschi; scovare le loro testoline in mezzo al verde, vedere di quanti tipi possano essere. A parlarne così, in questo stile cottage core, i funghi non possono che essere romantici, ma ultimamente non se la passano troppo bene nelle produzioni di fiction.
La nuova frontiera della distopia: i funghi
È un caso, ma prima di leggere Essere Montagna ho visto il quinto episodio di The Last of Us e il primo film di Miyazaki: Nausicaä della Valle del vento e cos’hanno in comune queste tre produzioni? I funghi!
«I villaggi fiorivano anno dopo anno e la mamma
ci raccontava di quanto era buono l’odore del vento.
Sapeva di fiori, ci diceva sempre, ti ricordi?
Un soffio caldo e profumato…
che un giorno portò con sé un’acre brezza.»
Questo racconta Myco, il protagonista di Essere Montagna alla sorellina, ricordando quando sua madre gli raccontava dell’inizio della fine. In Nausicaä il vento era l’elemento fondamentale per la Valle in cui abitava la principessa. Era ciò che faceva muovere quel po’ di economia che bastava a sopravvivere e che nel momento fatale cessa di soffiare. Sono tanti i punti di contatto tra l’opera di Miyazaki e il fumetto di Starace: per entrambi, la scintilla che ha portato alla distruzione del mondo com’era è stato lo sfruttamento enorme delle risorse naturali, la sempiterna brama degli uomini di volere di più, guerre, lotte, che non hanno portato a nulla di buono. Mentre in Miyazaki sono gli insetti a crescere e diventare giganteschi, nel mondo immaginato da Starace sono gli uomini a farsi piccoli, come formiche e vivono in un mondo brulicante di sporcizia.
Starace ci porta in una foresta verde, intricata, piena di oggetti ricoperti da muschi e vegetazione. Oggetti che per noi sono comunissimi: bici, carrelli della spesa, ruote, ma per dei minuscoli esseri formica sono degli impedimenti non da poco, che però ormai fanno parte del paesaggio. Loro devono stare sempre all’erta, piccoli come sono, ma sanno che il peggio è passato. Li vediamo dopo che gli Esseri Montagna, dei giganti divini hanno portato al villaggio un antidoto per un’epidemia mortale. Quasi tutti sono così riusciti a guarire e anche se memori di quel travagliato pericolo non hanno più paura della malattia, ma al peggio non c’è mai fine.
L’epidemia ritorna e inizia a coprire gli esseri formica di piccole macchie giallognole, che giorno dopo giorno diventano sempre più grandi. Sono arrivati i veri protagonisti del nostro racconto, i funghi! Il collegamento all’opera di Miyazaki e a The Last of Us è venuto da sé: spore fungine contaminano tutto e da minuscole diventano in grado di distruggere ogni cosa. Se per Miyazaki i funghi diventano il Nulla da cui tutto viene divorato, in The Last of Us ed Essere Montagna i funghi s’impossessano del corpo umano, cambiando completamente i connotati, controllando le funzioni vitali come si vede nella serie e immobilizzando fino a creare nuovi monumenti naturali in Starace. Impossibile non notare anche la somiglianza tra le persone infette disegnate da Starace i Clicker di The Last of Us, anche se molto più pacifiche.
La storia di Myco
Essere Montagna si concentra però più che sull’epidemia in sé e sui problemi ambientali sulla storia e sulla crescita di Myco, orfano che vuole a tutti i costi far parte di coloro che si avventurano per la montagna, che sono utili al resto del villaggio. Ciò che contraddistingue il protagonista è una profonda sensazione di insoddisfazione. Tutti al villaggio sono legati agli Esseri Montagna, devotissimi, credono ciecamente che la loro salvezza sia dovuta a queste misteriose figure e che se ce ne sarà bisogno troveranno di nuovo la via per aiutare il villaggio. Myco non è così sicuro di questo, lo percorre un amaro scetticismo, se questi Esseri Montagna sono stati così magnanimi, perché non hanno salvato anche i suoi genitori? C’è sicuramente di più dietro questa storiella che il priore del villaggio racconta da anni e Myco ha il dovere di scoprirla. Parte allora clandestinamente per questo viaggio che lo porterà a capire tante cose, si mette in discussione di continuo e caparbiamente arriva al nocciolo della questione scoprendo la verità.
I paesaggi costruiti da Starace, cambiano durante il viaggio di Myco. Se all’inizio è un verde brillante a far da padrone, quando la speranza è alta e non sembra esserci alcuna minaccia, man mano che Myco si allontana dal villaggio e l’epidemia inizia a dilagare le tinte si fanno più opache. Le macchie che contraddistinguono la malattia sono giallognole e così anche i colori della palette si fanno marci, fino a che non ritornerà il sereno.
Essere Montagna si inserisce nel filone distopico – ambientalista, che sta spopolando, soffermandosi sul rapporto tra uomo e natura e mostrandoci uno dei possibili scenari del futuro, interseca anche temi che sono stati ampiamente dibattuti nella nostra attualità, come la funzione della scienza o il fanatismo religioso. Nella lotta contro i temibili funghi anche gli uomini formica di Starace riescono a trovare una momentanea soluzione: per scoprire quali sono i segreti che scopre Myco e come si ricostruisce l’ordine al Villaggio delle Bacche, non vi resta che leggere Essere Montagna.