Toys! La storia dei giochi più iconici di sempre – Ep. 1: Gli anni 80

Uno sguardo ai giochi più iconici che hanno scritto la storia della nostra infanzia. Iniziamo il nostro viaggio nel tempo dai mitici anni 80!

speciale giochi 1

Chi, come la sottoscritta, ha vissuto l’infanzia negli anni ottanta, non può non ricordare con vivace nostalgia tutti i giocattoli meravigliosi – alcuni arrivati fino ai giorni nostri in nuove versioni rivisitate – prodotti in quell’epoca colorata e stravagante, in parte derivati da serie animate e show di successo, in parte, frutto della fantasia di designer e case produttrici affermate. Negli anni ottanta, quasi tutti i ragazzini si trattenevano a scuola fino al pomeriggio e quando finalmente, varcavano la porta di casa, la prima cosa era correre a capofitto in cucina in cerca di una buona merenda, (della Mulino Bianco, ovviamente!) poi in soggiorno – o in cameretta i più fortunati – per inchiodarsi davanti alla TV e giù di Bim Bum Bam come se non ci fosse un domani – nel frattempo, i privilegiati che uscivano da scuola all’ora di pranzo avevano già avuto la loro dose di Ciao Ciao – in compagnia di cartoni animati che tuttora restano indelebili nei ricordi di quella generazione.
Il passo successivo era mettersi a giocare e quello, senza dubbio, era il momento più atteso della giornata! Chi più, chi meno, ogni ragazzino dell’epoca aveva in suo possesso qualche giocattolo con cui intrattenersi, molti dei quali, con il senno di poi, avrebbero meritato d’esser conservati, per un fattore affettivo, certo, ma anche economico: perché se li avessimo conservati con cura, invece di darli via o perderli, oggi avremmo in mano un piccolo – nemmeno troppo – patrimonio. Io ad esempio, avevo buona parte dei Masters of the Universe, smarriti miseramente al mare, in una nefasta giornata d’agosto di mille anni fa. E anche il Castello di Grayskull! Sopravvissuto a quella poco piacevole giornata, in quanto rimasto a casa, ma regalato anni dopo da mia madre, non ricordo neppure a chi.

Scoprire quanto vale oggi tutta quella perduta meraviglia mi crea una spaccatura interiore, un crollo verticale della mia autostima, oltre che del mio conto in banca. E questo è solo un esempio, in realtà la lista di giochi che avrei dovuto conservare è piuttosto lunga: gli unici sopravvissuti oggi in mio possesso sono un’ Iridella, la bambola originale comprata proprio in quel periodo, un Nintendo Game Boy non più funzionante, ai quali si aggiunge un Orsetto del Cuore – sempre originale – che mi è stato regalato postumo anni fa.
Ciò detto, andiamo a vedere quali sono stati i giocattoli più venduti, più iconici e amati del decennio ottantiano! La lista, meglio dirlo prima, rischiava di essere davvero infinita, pertanto ho cercato di restringere il campo. Questa settimana, parliamo dei primi magnifici sette giocattoli della nostra infanzia, certa del fatto che rivedendoli il vostro cuore si scioglierà come un gelato nel microonde.

Masters of the Universe

1. HE-MAN (MASTERS OF THE UNIVERSE)
Giocattoli action figure creati dall’azienda americana Mattel. Vere e proprie icone degli anni ottanta, prodotti dal 1981 al 1988, costituiti dai Guerrieri Eroici capitanati da He-Man, l’uomo più forte dell’universo, in lotta contro le forze del male, rappresentate dal crudele Skeletor. Tantissimi personaggi, accessori e il mitico Castello di Grayskull, ne hanno fatto una tra le serie di giocattoli più vendute di sempre. Personalmente, li portavo ovunque. In particolare Skeletor e la bella She-Ra, principessa del potere, sorella gemella del principe Adam (He-Man) protagonista della serie animata spin-off dei Masters of the Universe. Unica sopravvissuta, insieme al Cavallo alato Swift Wind, alla terribile giornata in spiaggia di cui ho accennato prima.

2. BRIVIDO
Gioco da tavolo della MB Giochi, uno dei più popolari negli anni ottanta, oggetto del desiderio di tanti ragazzini. Il gioco originale è firmato Marvin Glass and Associates nel 1970, mentre la versione che tutti ricordiamo arriva solo nel 1985 e ancora oggi, se ben conservata e dotata di scatola, costa non pochi soldini. Accessorio indimenticabile, il teschio fosforescente da far cadere dopo averlo inserito nella bara, protagonista indiscusso dello spot televisivo promozionale dell’epoca. Mi fu regalato a un compleanno, ero entusiasta. Peccato non aver mai trovato un’amichetta disposta a giocarci con me, risultato: usato pochissime volte, ahimè. In compenso, lo sistemavo sul tavolo e inventavo tante avventure, ogni volta diverse. La fantasia non mi è mai mancata, per fortuna.

3. POOCHIE
Poochie è un personaggio creato da Mattel. Una cagnolina – poochie in inglese significa cagnolino, idea fantasiosa, non c’è che dire – dalle grandi orecchie rosa e dotata di occhiali da sole, proposta in tutte le salse: dai peluche, ai timbrini (davvero tanti), passando per i diari scolastici, gli astucci, gli zaini, i quaderni e addirittura un giornalino, stampato rigorosamente solo in Italia. Inutile dire che le bambine ne andavano pazze! A scuola c’era un vero e proprio business di timbrini incentrati su trattative infinite e, a volte, ottimi affari.

4. BEBI MIA
Il nome sembra frutto di un errore di battitura, ma non lo è, in realtà è stato italianizzato probabilmente per facilitare le masse. Bebi Mia è una delle prime bambole in grado di reagire a diversi stimoli esterni, come la fame, la sete, il sonno. Capace persino di dire “ti voglio bene” è stata davvero una tra le bambole più richieste. Prodotta da GIG, pare abbia davvero venduto l’invendibile. Nessuno si è mai lamentato, tranne me, che dopo aver messo in croce i miei, finalmente la ricevo una mattina di Natale e… non funziona. La delusione più grande della mia infanzia.



5. SNORKY
Negli anni ottanta ogni bambino collezionava Puffi, ma la Schleich, aveva messo le mani su un’altra serie a cartoni animati: gli Snorky, piccoli esserini colorati abitanti di Snorkylandia, in fondo al mare. Caratteristica di queste adorabili quanto bizzarre creature era il respiratore posizionato sulla loro testa: lo snorkel. Ovviamente, il successo dei Puffi non fu eguagliato, ma grazie anche al cartone animato, i minuscoli abitanti del mare raggiunsero il loro momento di gloria. I pupazzetti da collezione non sono ambiti come i “cugini” blu, ma riescono comunque a entrare nelle case di tanti bambini. Ricordo ancora il negozio di giocattoli vicino casa mia, dove frugavo come una ruspa dentro la cesta che conteneva gli Snorky, in cerca di quello più bello, del pezzo mancante, di quello particolare con cui arricchire la mia collezione, sistemata con cura su tre bacheche di legno a forma di frutti – una mela, una pera e una fragola – appese sulla parete della mia cameretta.



6. BARBIE LUCE DI STELLE
Erano i primi anni ottanta quando Mattel tira fuori dal cilindro una Barbie tutta vestita di tulle rosa, decorato da una miriade di stelle glow in the dark! Sì, perché le stelline col buio si illuminano – e lo fanno davvero, ve lo garantisco – avanguardia pura per quei tempi. Risultato: tutte la vogliono! Barbie Luce di Stelle viene messa in commercio a un prezzo maggiore rispetto alle sue compagne, ciononostante, è tra le bambole più vendute. Il set completo comprende anche il letto a baldacchino e la specchiera per il trucco, tutto in tulle rosa, ricoperto di stelle fosforescenti. Io ho avuto solo la Barbie, magnifica, nel suo corpetto in velluto con scollo a cuore e l’ombrellino coordinato. È arrivata insieme alla calza della befana, a migliorare il mio umore messo a dura prova da una febbre da cavallo. Negli anni, devo averla persa, dispiacere enorme. Prima o poi ne cercherò una in buone condizioni e, sperando di non dover accendere un mutuo per averla, la comprerò di nuovo.

7. TRANSFORMERS
Nati nel 1984 dalla casa giapponese Takara e in seguito prodotti dall’americana Hasbro, i Transformers diventano ben presto i giocattoli più richiesti dai maschietti. Si tratta di robot extraterrestri, in grado di assumere l’aspetto di veicoli come camion, automobili e altro ancora, per trasformarsi all’occorrenza in robot antropomorfi pronti a combattere. Il più famoso? Optimus Prime, Autobot di grosse dimensioni. Nemmeno a dirlo, lo avevo. I Transformers non hanno avuto vita facile nelle mie mani, sbattuti a destra e sinistra, pian piano si sono deteriorati e, senza pietà, sono stati abbandonati in un vecchio scatolone (insieme ad alcuni personaggi di Star Wars ai quali era toccata la stessa sorte). Tornassi indietro, li tratterei tutti con maggiore cura.

Bene, per il momento è tutto, la prossima volta vi parlerò di altri sette fantastici giocattoli, compagni di tanti pomeriggi impossibili da dimenticare. Non so voi, ma io, scrivendone ho accusato una fortissima nostalgia, quindi, adesso mi farò un giretto su eBay, sperando di trovarne alcuni. Dopo sarò sicuramente più felice, ma anche più povera, presumo.


Sveva

Alberica Sveva Simeone

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Alberica Sveva Simeone, classe '78, romana. Coltiva sin da piccola l'interesse per il genere horror e il cinema. Appassionata di cultura pop, film anni '80, amante della città di New York e lettrice instancabile di Stephen King. Nella vita di tutti i giorni ha conseguito studi di carattere sociale, dedicandosi nel tempo libero alla passione per la scrittura. La donna con l'abito nero, edito da Dark Abyss Edizioni segna il suo esordio letterario di genere horror, seguito da La Casa sospesa sul nulla, scritto a quattro mani con il collega Alessandro Girola e The Wormcave, romanzo weird promosso dal marchio editoriale Plutonia Pubblications. Podcaster, youtuber e content creator, attualmente ha in cantiere diversi progetti e novità.

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